È quasi la fine di un'epoca per le banche popolari, già scosse
alle fondamenta da una crisi che pesa come un macigno sugli
istituti di credito legati a doppio filo al territorio e da una
riforma statutaria che incombe sulle loro teste.
Gli storici presidenti Piero Melazzini, Flavio Trinca, Giovanni
Cecchetto, Lorenzo Pelizzo e Giuseppe Fornasari (rispettivamente di
B.P.Sondrio, Veneto Banca, B.P.Marostica, Cividale e BancaEtruria),
scrive Milano Finanza, hanno lasciato la guida degli istituti
cooperativi in cui erano cresciuti, si erano affermati e, qualche
volta, addirittura formati.
L'uscita più eclatante è stata quella di Piero Melazzini
presidente decano della Banca popolare di Sondrio, sia perché
istituto quotato sia perché Melazzini (classe 1930) è stato il
protagonista indiscusso della crescita in termini di dimensioni e
di redditività dell'istituto che lo aveva assunto nel 51 dove ha
svolto tutta la sua carriera: come direttore generale prima, in
qualità di consigliere delegato poi e, dall'inizio del 2005, come
presidente.
Stessa sorte Lorenzo Pelizzo (classe 1938) entrato nella
Popolare di Cividale nel lontano 51, diventato presidente vent'anni
più tardi e rimasto alla guida della banca friulana per ben 43
anni. Pelizzo salì sullo scranno più alto della popolare prima che
l'uomo sbarcasse sulla Luna e all'ultima assemblea presieduta ha
incassato, ancora una volta, i voti di 300 soci, non sufficienti
per rimanere al timone.
Tutta un'altra storia quella di Flavio Trinca (classe 39), in
sella all'istituto veneto dal lontano 1997 che ha rassegnato le
dimissioni da Veneto Banca lo scorso aprile sulla scia della moral
suasion di Banca d'Italia. Via Nazionale aveva infatti imposto un
rinnovo del cda in seguito a un'ispezione in cui erano state
portate alla luce gravi irregolarità nella banca
red/als