Indietro alle Notizie Forex

WALL STREET: debole ma Pil non spaventa, Facebook vola dopo conti

Giovedì 28 Aprile 2016

MILANO (MF-DJ)--Wall Street tratta debole. Sulle Borse mondiali pesa il forte ribasso del Nikkei che è sceso del 3,6% dopo che la BoJ è rimasta ferma deludendo le aspettative del consenso.

Il Pil Usa del 1* trimestre si è rivelato sotto le attese, ma una lettura negativa era giá scontata dagli investitori e l'impatto sui listini è stato praticamente nullo.

Il Dow Jones cede lo 0,2% e l'S&P 500 lo 0,02%. Fa meglio il Nasdaq Composite che sale invece dello 0,36% grazie a Facebook che vola con un rialzo del 9,39% a 119,11 dollari ad azione in scia alla positiva trimestrale.

Il social network ha messo a segno nel primo trimestre un aumento dei ricavi di ben il 52% lanciando segnali positivi sulla forza dei suoi nuovi prodotti pubblicitari e sulla crescente popolaritá delle sue inserzioni video.

Ieri il Fomc ha lasciato i tassi fermi, ma ha leggermente migliorato la sua valutazione sullo stato di salute dell'economia Usa, con i rischi globali che si sono lievemente ridotti. Pertanto, banchè la Fed non abbia mostrato alcun segnale di fretta nella normalizzazione della politica monetaria, un rialzo dei tassi di interesse a giugno non può essere escluso.

Entrando nel dettaglio dei dati, il Pil, in base alla lettura preliminare, è cresciuto dello 0,5% t/t, al di sotto delle attese del consenso che si aspettava un incremento dello 0,8% t/t. Il dato del quarto trimestre del 2015 è stato confermato al +1,4% t/t.

Il Pce Price Index è salito dello 0,3% t/t e quello core del 2,1% t/t.

Inoltre la spesa per consumi, che genera due terzi del Pil Usa, ha continuato a rallentare nel 1* trimestre ed è passato dal +2,4% t/t degli ultimi tre mesi del 2015 al +1,9% t/t di inizio 2016. Deboli soprattutto gli acquisti di beni che sono saliti solo dello 0,1%.

Quello odierno è il Pil piú debole dal primo trimestre del 2014, quando l'economia Usa si era contratta dello 0,9%. Il dato dimostra come l'America non riesca a guadagnare slancio, ma una lettura debole a inizio anno è ormai diventata una routine negli ultimi anni. Dal 2010 al 2015, il Pil del 1* trimestre è cresciuto in media dello 0,8%, rispetto al +3,1% del secondo, al 2,2% del terzo e al 2,4% del quarto.

Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti (dato destagionalizzato) sono invece salite di 9.000 unitá a quota 257.000, in linea al consenso degli economisti contattati dal Wall Street Journal.

La media mobile nelle ultime quattro settimane, considerata piú attendibile dal mercato perchè meno volatile, è a 256.500, in calo di 4.750 unitá dalle 265.750 di sette giorni fa. Si tratta di un minimo dall'8 dicembre del 1973.

Nessun impatto significativo dal Pil Usa neanche sul valutario e sull'obbligazionario. Il cambio euro/usd tratta a 1,1326, mentre il rendimento del Treasury biennale è fermo allo 0,82% e quello decennale è addirittura in lieve rialzo all'1,86%. Questo perchè il prodotto interno lordo americano, banchè sotto le attese, "avrebbe potuto essere anche peggiore", sottolinea Jim Vogel, interest-rate strategist di Ftn Financial.

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

 

(END) Dow Jones Newswires

April 28, 2016 11:00 ET (15:00 GMT)

Copyright (c) 2016 MF-Dow Jones News Srl. Indietro alle Notizie Forex

Accedendo ai servizi offerti da ADVFN, ne si accettano le condizioni generali Termini & Condizioni

ADVFN Network