Spigolature

- Modificato il 01/12/2017 10:47
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

e di tutto un po'.

gocce di saggezza, briciole di buone letture,

poesia e musica indimenticabile e chi più ne ha più ne metta.

Buona giornata!





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301 di 996 - 12/11/2017 00:06
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

LA VERITA'

La Verità che stava in fonno ar pozzo
Una vorta strillò: - Correte, gente,
Chè l’acqua m’è arivata ar gargarozzo! -
La folla corse subbito
Co’ le corde e le scale: ma un Pretozzo
Trovò ch’era un affare sconveniente.
- Prima de falla uscì - dice - bisogna
Che je mettemo quarche cosa addosso
Perchè senza camicia è ‘na vergogna!
Coprimola un po’ tutti: io, come prete,
Je posso dà’ er treppizzi, ar resto poi
Ce penserete voi...

- M’assoccio volentieri a la proposta
- Disse un Ministro ch’approvò l’idea. -
Pe’ conto mio je cedo la livrea
Che Dio lo sa l’inchini che me costa;
Ma ormai solo la giacca
È l’abbito ch’attacca. -

Bastò la mossa; ognuno,
Chi più chi meno, je buttò una cosa
Pe’ vedè’ de coprilla un po’ per uno;
E er pozzo in un baleno se riempì:
Da la camicia bianca d’una sposa
A la corvatta rossa d’un tribbuno,
Da un fracche aristocratico a un cheppì.

Passata ‘na mezz’ora,
La Verità, che s’era già vestita,
S’arrampicò a la corda e sortì fôra:
Sortì fôra e cantò: - Fior de cicuta,
Ner modo che m’avete combinata
Purtroppo nun sarò riconosciuta!

Trilussa
302 di 996 - 12/11/2017 00:20
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

DALLE PIE FRODI ALLA NOBILE MENZOGNA:
Platone, Voltaire e la “politica del velo

Il popolo, inconfessabilmente rappresentato come massa informe, disomogenea, ignorante e credulona, può essere, ma soprattutto, deve essere “illuminato”? La questione se sia opportuno e conveniente rivelare al popolo certe “verità” o se, invece, sia legittimo ingannarlo attraverso il ricorso a “errori utili” di natura religiosa, ha origini antiche, ma la sua presenza si rivela costante nel dibattito filosofico moderno e contemporaneo. Per comprendere – con lo scopo di condividere o discostarsene criticamente – la posizione di chi oggi, in contesti liberaldemocratici, mette in luce la pericolosità rappresentata dal completo svelamento, a livello popolare, di alcune dinamiche politiche, culturali e sociali, e la conseguente esigenza di individuare strumenti decettivi in grado di celarle, sembra utile rintracciare alcune tappe fondamentali nell’elaborazione teorica del concetto di “inganno salutare”. È evidente come l’attribuzione, apparentemente ossimorica, di una connotazione positiva a un termine di per sé comunemente ritenuto negativo, celi precisi intenti che, prima di poter essere criticati, vanno portati alla luce e problematizzati.

È nell’ambito delle democrazie contemporanee che la giustificazione del ricorso all’impostura, e la sua rivalutazione in termini positivi, implica maggiori difficoltà. Se, infatti, la trasparenza – intesa come il dover rendere conto, da parte di chi governa, ai cittadini, in modo tale da garantire che chi detiene il potere sia controllabile – rappresenta uno dei valori alla base dell’ideale democratico, in tale contesto l’idea della sostenibilità e dell’applicabilità di una “politica del velo” non sembra poter essere assunta pacificamente.

Tanto più problematica poi appare la tesi di chi ritiene che per assicurare stabilità, ordine e coesione nelle società liberaldemocratiche odierne e per diffondere e consolidare il modello a cui queste società si ispirano, sia necessario elaborare una sorta di “impostura benevola” da prescrivere ai cittadini. Esemplari in tal senso sono le proposte di Ajume Wingo[3] – che ritiene imprescindibile il ricorso a strumenti retorici e simbolici per sollecitare la coesione sociale – e Richard Rorty[4] che, preoccupato dalle conseguenze a livello politico di una critica filosofica svelatrice di verità “pericolose” e disgreganti, si fa promotore di una “religione civile”, secolare, capace di nascondere il carattere contingente, e quindi non universale, delle credenze e dei valori delle singole comunità.

La “politica del velo” di Wingo, la “religione civile” di Rorty – e, più in generale, tutti i tentativi, nel contesto delle democrazie liberali, di legittimare il ricorso a “errori utili” in ambito politico, in quanto mezzi necessari per la conservazione della democrazia stessa – possono essere riletti, e compresi nei loro aspetti più problematici, alla luce di due testi e, più in particolare, di due concetti presenti in questi testi. Da una parte la “nobile menzogna”, protagonista del III libro della Repubblica di Platone; dall’altra le “pie frodi”, così come vengono delineate da Voltaire in alcune voci del suo Dizionario filosofico. Tale rilettura, pur istituendo un’analogia tra questi concetti, per risultare efficace non può evidentemente non tener conto dei contesti radicalmente diversi in cui le riflessioni degli autori appena citati si collocano.

CONTINUA
303 di 996 - 12/11/2017 00:22
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

DALLE PIE FRODI ALLA NOBILE MENZOGNA
Platone, Voltaire e la “politica del velo


Platone, all’inizio

Una chiara legittimazione dell’uso dell’impostura a fini morali, pedagogici e politici nei confronti del popolo è rappresentata dalla nozione platonica di “nobile menzogna”, esemplificata dal mito teologico-politico elaborato nel III libro della Repubblica: « […] il dio, quando vi ha plasmato, nella generazione di quelli tra voi che sono capaci di esercitare il potere ha mescolato dell’oro, perciò sono i più pregevoli; in quella delle guardie, argento; ferro e bronzo nei contadini e negli artigiani. In quanto dunque siete tutti congeneri, per lo più genererete una discendenza simile a voi, tuttavia può accadere che dall’oro nasca prole d’argento e dall’argento dell’oro, e così via secondo tutte le possibilità. […] la città perirà, quando sarà protetta da un difensore di ferro o di bronzo».
In un orizzonte di tipo aristocratico e gerarchico, come quello che caratterizza la città ideale di Platone, l’utilizzo strumentale della religione – che si manifesta attraverso l’elaborazione di un mito falso, ma utile – assume un ruolo fondamentale. Nascondendo il carattere arbitrario e artificiale della gerarchia sociale e del progetto educativo platonico, la “nobile menzogna”, pur ammettendo un qualche tipo di mobilità sociale, garantisce la conservazione dell’ordine politico e, in particolare, dell’aristocrazia dei filosofi nei confronti della moltitudine (guardie e produttori).
È interessare notare come il concetto stesso di “nobile menzogna” in Platone assuma caratteristiche ben definite: è un inganno di natura retorica, “solo nelle parole” – e quindi diverso dalla menzogna in senso proprio che, in quanto forma di ignoranza, va rifiutata in modo netto –; è una prerogativa dei governanti-filosofi che la devono prescrivere come pharmakon alla moltitudine, al fine di perseguire il bene comune; ha valore pedagogico, morale e politico; si serve della religione come instrumentum regni.
Analoga, sotto molteplici aspetti, alla “nobile menzogna” platonica è la nozione di “pie frodi” che emerge nella riflessione di Voltaire, in particolare in alcune voci del Dizionario filosofico: Ateismo, Fanatismo, Frode – in cui si domanda se si debbano usare pie frodi per il popolo e conclude affermando: «Pensiamo innanzitutto che un filosofo debba annunciare un Dio, se vuole essere utile alla società umana» – e Superstizione.
La così detta tesi “dell’utilità sociale” della religione nei confronti dei ceti più umili, significativamente giudicata da Sergio Landucci «l’aspetto più ripugnante della riflessione volteriana»[8], implica l’idea che i principi religiosi siano considerati mezzi necessari dal punto di vista politico per evitare la ribellione dei sudditi, “non degni” di conoscere la verità e di essere istruiti: « […] il volgo non è fatto per simili conoscenze; la filosofia non sarà mai affar suo. Quanti dicono che esistono verità che devono essere celate al popolo non si devono minimamente allarmare; il popolo non legge; esso lavora sei giorni alla settimana e il settimo va all’osteria». Rifiutando la possibilità di una morale “umana e di natura” – indipendente dalla religione – e ritenendo impossibile, in polemica con Bayle, il darsi di una società di atei – in quanto la religione, alla base della moralità, costituisce un elemento essenziale di qualsiasi società stabile, tranne che di una ipotetica società di filosofi – Voltaire afferma che: «È indubbio che, in una città organizzata, è infinitamente più utile avere una religione, anche falsa, che non averne alcuna».
Significativo è il duplice carattere della religiosità che Voltaire propone: per quanto riguarda l’élite intellettuale è sufficiente il deismo – una religione primitiva, naturale e razionale, frutto della “purificazione” delle religioni positive, incentrata sul rispetto di alcuni principi morali fondamentali e basata sull’idea di un Dio garante dell’ordine naturale, razionale e morale –; nei confronti del popolo incolto e povero, invece, l’autore arriva a teorizzare e a legittimare una vera e propria “impostura” utile e salutare; una religione “falsa”, ma in grado di fungere da freno morale e sociale e di mantenere l’ordine politico. In tal senso, quindi, Voltaire si mostra convinto della necessità e dell’utilità di ingannare il popolo, evitando di “illuminarlo” su alcune verità scomode – in primis la falsità delle religioni positive, il cui Dio vendicatore e rimuneratore e la cui credenza nell’immortalità dell’anima si rivelano errori utili.
Dietro alla legittimazione delle “pie frodi” sembra celarsi la paura del demos da parte dell’ordine castale e la volontà di preservare il sistema sociale e politico: «Non credo che ci sia al mondo un sindaco o un podestà con soli quattrocento cavalli chiamati uomini da governare, il quale non comprenda la necessità di porre dio nelle loro bocche, acciocchè serva da morso e da briglia».
304 di 996 - 12/11/2017 11:13
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

L'ANGOLINO DEL SORRISO

Politicamente Corretto....

Il presidente Renzi, in visita ufficiale in Inghilterra, viene invitato per un tè dalla Regina Elisabetta. Durante l’incontro le chiede qual è la sua strategia di leadership, e lei risponde che consiste nel circondarsi di persone intelligenti.
A questo punto Renzi le chiede come fa a giudicare se sono intelligenti. “Lo capisco facendogli la domanda giusta.” – risponde la Regina – “Mi permetta di dimostrarglielo”.
La regina allora telefona a David Cameron e dice: “Signor Primo Ministro, la prego di rispondere alla seguente domanda: sua madre ha un bambino, e suo padre ha un bambino, e questo bambino non è né suo fratello né sua sorella. Chi è?”.
David Cameron risponde: “Ovviamente sono io!”
“Corretto! Grazie, e a risentirci, sir.”, dice la Regina.
Sua Maestà attacca la cornetta e dice: “Ha capito Mr. Renzi?”.
“Sicuro. Grazie mille. Farò senz’altro anch’io così!”.
Al rientro a Roma decide di mettere alla prova Orfini: lo fa quindi venire a Palazzo Chigi, e gli dice: “Ascolta, Matteo, mi chiedevo se potessi rispondere a una domanda.”
“Certamente, signor Presidente, cosa vuole sapere?”.
“Ehm, tua madre ha un bambino, e tuo padre ha un bambino, e questo bambino non è né tuo fratello né tua sorella. Chi è?”.
Orfini ci pensa un po’, poi imbarazzato dice: “Posso pensarci meglio e rispondere poi correttamente?”. Renzi acconsente, e Orfini se ne va.
Appena uscito da Palazzo Chigi, Orfini organizza subito una riunione con altri colleghi di partito, i quali si lambiccano il cervello per diverse ore, ma nessuno riesce a trovare la risposta giusta.
Ad un certo punto ad Orfini viene in mente di interpellare il filosofo Cacciari e gli spiega la situazione: “Adesso ascolta la domanda: tua madre ha un bambino, e tuo padre ha un bambino, e questo bambino non è né tuo fratello né tua sorella. Chi è?”.
Cacciari risponde subito: “Ovviamente sono io!”Razza di deficienti!!”.
Estremamente sollevato, Orfini corre a Palazzo Chigi e dice al Presidente: “Presidente, so la risposta alla sua domanda! So chi è il bambino! E’ Cacciari!”.
E Renzi risponde, disgustato: “Cretino, è David Cameron!”.
305 di 996 - 15/11/2017 00:22
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010


IL GIOIELLO NASCOSTO

«Un giorno un uomo, dopo essersi abbuffato in un abbondante banchetto, cadde in un sonno profondo.
Passò un caro amico, restò un po’ di tempo presso di lui e, quando dovette andarsene – temendo che l’amico potesse trovarsi nel bisogno – gli mise un gioiello nel bavero dell’abito.
Quando l’uomo si risvegliò, ignaro del gesto dell’amico, condusse la sua solita vita errabonda, vivendo nella fame e nella miseria.
Passarono gli anni e i due amici si incontrarono di nuovo.
L’amico gli disse del gioiello e l’uomo, rovistando nel suo abito, subito lo trovò.
Incredulo, si rattristò amaramente riflettendo sul fatto che per tutti quegli anni avesse condotto una vita miserabile avendo con sé un gioiello di tale valore.
Allo stesso modo, gli uomini vagano tra le sofferenze di questo mondo, ignari che tra le pieghe più profonde del proprio essere è nascosto il gioiello del pieno risveglio.»
306 di 996 - 15/11/2017 21:36
luomo_nero N° messaggi: 458 - Iscritto da: 15/3/2016
bello il gioiello nascosto e spero tanto di trovarlo il mio.. son qui che lo cerco nelle pieghe dell'anima
307 di 996 - 18/11/2017 11:51
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Quotando: luomo_nero - Post #306 - 15/Nov/2017 20:36bello il gioiello nascosto e spero tanto di trovarlo il mio.. son qui che lo cerco nelle pieghe dell'anima



Non disperare, "chi cerca trova" almeno così si dice, anche se qualcuno invece sostiene che:

""Chi cerca trova"

""Ahimè, neanche questo detto è vero. Spesso si trova senza cercare. Un farmacista di Atlanta, John Stith Pemberton, nel 1886 trovò la formula della bevanda più venduta nel mondo, la Coca-Cola, pensando di produrre un rimedio per il mal di testa.
A volte invece, per quanto si cerchi, non si trova proprio niente. Generazioni di alchimisti, a partire da Cagliostro, hanno cercato senza risultato la pietra filosofale, in grado di trasformare i metalli vili in oro. C’è chi cerca di ottenere la quadratura del cerchio oppure il moto perpetuo, ma possiamo tranquillamente dire che non li troverà mai.""
308 di 996 - 18/11/2017 13:01
luomo_nero N° messaggi: 458 - Iscritto da: 15/3/2016
buongiorno signora Lella eppure sulla quadratura del cerchio dissento il nome della persona che riusci era W Gann
il dramma è per i molti riuscire ad applicare tale teoria ma d'altronde è giusto cosi
309 di 996 - 18/11/2017 13:11
luomo_nero N° messaggi: 458 - Iscritto da: 15/3/2016
fantastico quando diceva (riferito a Wall Street) "le cose accadranno ancor prima che loro se ne rendano conto"... bollicine da ogni poro della pelle
310 di 996 - 18/11/2017 13:14
luomo_nero N° messaggi: 458 - Iscritto da: 15/3/2016
... possibile tutto ciò?.. e allora chi comanda?
311 di 996 - 18/11/2017 13:32
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Quotando: luomo_nero - Post #310 - 18/Nov/2017 12:14... possibile tutto ciò?.. e allora chi comanda?




IL PADRE ETERNO (quando ne ha voglia)
312 di 996 - 18/11/2017 14:16
luomo_nero N° messaggi: 458 - Iscritto da: 15/3/2016
fantastico
314 di 996 - 19/11/2017 08:56
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

L'Opera da tre soldi, da cui è tratto questo brano, è una condanna senza appello alla borghesia. Nello sviluppo del racconto, i personaggi che inizialmente appaiono onesti e rispettabili, vengono trasformati dalla corruzione e dal denaro in criminali e sfruttatori. Può esserci un riscatto, una forma di salvezza? "La pappatoria viene prima, la morale dopo!" proclama uno dei protagonisti... il benessere offusca le menti, la pancia piena non fa esasperare gli animi.


Di che vive l'uomo? La risposta di Brecht


Voi che alla retta via ci esortate
e ad evitare il fango del peccato
prima di tutto fateci mangiare
e poi parlate pure a perdifiato.
Voi che alla vostra ciccia tenete e al nostro onore,
date ascolto, sappiatelo, è così:
solo saziato l'uomo può farsi migliore!
Pochi discorsi, il punto è tutto qui.
Della gran forma di pane, una fetta
anche ai reietti e ai poverelli spetta.
Ahimè, di cosa vive l'uomo? Solo assaltando
gli uomini, torturando, depredando, sbranando.
Nel mondo l'uomo è vivo solo ad un patto:
se può scordar che a guisa d'uomo è fatto.
Signori, fate a meno d'imposture:
l'uomo vive di infamie e di brutture!

Voi che dite alle donne quando possono
alzare le gonne e stralunare gli occhi,
prima di tutto fateci mangiare,
poi se volete, potrete parlare.
Voi che godete a spese del nostro disonore,
date ascolto, sappiatelo, è così:
solo saziato l'uomo può farsi migliore.
Pochi discorsi, il punto è tutto qui.
Della gran forma di pane, una fetta
anche ai reietti e ai poverelli spetta.
Ahimè, di cosa vive l'uomo? Solo assaltando
gli uomini, torturando, depredando, sbranando.
Nel mondo l'uomo è vivo solo ad un patto:
se si può scordar che a guisa d'uomo è fatto.
Signori fate a meno d'imposture:
l'uomo vive d'infamie e di brutture!
315 di 996 - 19/11/2017 09:08
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

Perchè la donna va rispettata.


Al giorno d'oggi, basta accendere la tv per sentire a ripetizione le parole "femminicidio , molestie, omicidio, stupro."
Quand'ero piccolo , mio padre tante volte mi portava a "comprare dei regalini a mamma". Ricordo sempre che in macchina mi diceva " ricorda che le donne, che siano amiche ,compagne, mogli , vanno rispettate , essere donna è un arte."
Essere donna è un arte. Fissate bene queste parole.
La donna è arte in ogni sua manifestazione. Dall'abbigliamento, al trucco, al modo di pensare, alla filosofia che c'è dietro l'essere donna. Nella storia antica, salvo qualche rara eccezione , la donna era una figura "inferiore" rispetto all'uomo, o comunque di " importanza meno rilevante" . Ad Atene la vita della donna era una costrizione, una situazione di claustrofobica "Incarcerazione" che la rinchiudeva nel gineceo, la parte della casa riservata alle donne.
La cultura occidentale odierna ci insegna però che la donna dev'essere rispettata , amata , onorata. La donna soffre , la donna porta nel grembo un bambino per nove mesi, diventando madre, la donna è la madre. E nelle culture precedenti a quelle che la storia definisce "civiltà democratiche" , la donna era venerata proprio come madre, dea della fertilità , dea dell'amore, "madre terra".
Sentir parlare di molestie nei confronti delle donne mi fa pensare veramente a quanto la cultura , gli insegnamenti e il rispetto nei paesi del mondo , civilizzati e non , siano argomenti presi molto sottogamba.
Sentir parlare di molestie nei paesi che io definisco obbiettivamente non civilizzati è una cosa che mi fa imbestialire, esattamente come mi fa imbestialire il fatto che mi venga richiesto di accettare delle culture che prevedono la lapidazione o "punizioni" corporali per le donne che non rispettano i propri padri, mariti. Mi fa imbestialire, e non per razzismo, ma per il rispetto che mio padre , quei giorni in cui mi portava a comprare dei regali per la donna che amava, ama e amerà , mi ha insegnato. Un rispetto che dovrebbe essere insegnato a tutti. Un rispetto che sta alla base di tutto. Un rispetto che poche persone comprendono. Ecco perchè si sente tanto parlare di questo " femminicidio" . Ed ecco perchè il ddl Scalfarotto, tanto demonizzato perchè contro l'omofobia, ma mai realmente letto da coloro che le vanno contro, prevede un aggravante nei confronti di chi molesta e/o uccide una donna. Perchè checchè se ne dica , una donna , dinnanzi ad un uomo tre volte più alto , forte e robusto di lei , si trova indifesa. E perchè proprio quell'uomo tre volte più grosso alto e forte di lei , dovrebbe dimostrare rispetto, amore , nei confronti del sesso che universalmente rappresenta da sempre arte,vita,amore, in tutte le sue manifestazioni. Perchè il rispetto è alla base di tutto. E forse, sono proprio le basi a mancare in tanti paesi, tanti posti, tra cui quello che noi chiamiamo "casa".
IVANOVIC H.
316 di 996 - 19/11/2017 09:23
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

ELIOMAR RIBEIRO DE SOUZA - Donna

Nel tuo esserci l'incanto dell'essere,
La vita, tua storia,
segnata dal desiderio d'essere
semplicemente donna!
Nel tuo corpo ti porti,
come nessun altro,
il segreto della vita!
Nella tua storia
la macchia dell'indifferenza,
della discriminazione, dell'oppressione…
in te l'amore più bello,
la bellezza più trasparente,
l'affetto più puro
che mi fa uomo!
317 di 996 - 19/11/2017 11:51
luomo_nero N° messaggi: 458 - Iscritto da: 15/3/2016
teniamo un bel promemoria visibile qua nel suo 3di signora Lella cosi non ci dimentichimo

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319 di 996 - 20/11/2017 00:16
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
L'angolino del sorriso...


CHI CERCA…..TROVA ….non sempre …

--Ciao, tu di che cosa sei morto?
--Io sono morto congelato e tu?
--Sono morto di gioia.
--come sei morto di gioia, spiegati meglio…..
--Sono tornato a casa e ho trovato mia
moglie nel letto, completamente nuda e
allora ho cominciato a cercare l’amante sotto il letto,
nel bagno ,in cucina, negli armadi.....e siccome non
l'ho trovato, è stata così forte la gioia che il cuore
non ha retto.
--Coglione! Se aprivi il congelatore ora saremmo ancora
vivi tutti e due!
320 di 996 - 20/11/2017 20:26
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Quotando: quasi40 - Post #279 - 10/Nov/2017 09:51Lella6...sei uno sprazzo di sereno su questo corrusco cielo italiano, complimenti.



Oddio mi sono accorta adesso caro quasi40 del tuo gentile post e mi scuso
per il ritardo del mio "grazie", Salutissimi!
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