Veneto Banca

- 03/11/2015 10:06
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014

PROSSIMA IPO





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1 di 25 - 03/11/2015 10:08
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Veneto Banca: prima l'Ipo e poi la fusione (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico ha intervistato Cristiano Carrus, amministratore delegato di Veneto Banca sulle prossime mosse dell'istituto veneto. Il banchiere ha dichiarato che le prossime tappe, per la banca sono la trasformazione in società per azioni, poi la quotazione a Piazza Affari con il contemporaneo aumento di capitale. Poi (e non prima della prossima primavera) "potranno aprirsi concrete possibilità per un’aggregazione".Secondo quanto dichiara il manager a Veneto Banca occorre un miliardo per avere un certo margine sui requisiti patrimoniali chiesti dalla Bce. E l'unico modo per raccoglierlo è quello di passare per la Borsa. Carrus ha poi parlato ai soci della banca, a cui verrà garantita grande rispetto e attenzione. I vertici suggeriranno loro di non diluirsi "perché così facendo non si priveranno della possibilità di upside che il titolo incorporerà una volta quotato". Secondo l'amministratore delegato l’aumento di capitale da un miliardo sarà sufficiente a mettere la banca in sicurezza e se non verrà trovato un partner, anche dopo la quotazione, l'istituto potrà stare in piedi da sola.



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2 di 25 - 03/12/2015 10:24
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Veneto Banca, diritto di recesso fissato a 7,3 euro

Il consiglio di amministrazione di Veneto Banca, sotto la presidenza di Pierluigi Bolla, dopo la lunga riunione terminata ieri in tardissima serata, ha stabilito il prezzo del diritto di recesso. Ovvero 7,3 euro contro i 30,5 cui era giunta nei mesi scorsi, dopo un taglio di oltre il 20%.

La decisione è stata presa in vista dell’assemblea dei soci, che avrà luogo il 19 dicembre a Montebelluna. Qui gli azionisti saranno chiamati a votare la trasformazione della popolare in società per azioni e la quotazione in borsa, con il contestuale conferimento della delega al cda per un aumento di capitale da offrirsi in opzione ai soci pari a 1 miliardo di euro. Lo scopo è di raggiungere i patrimoniali fissati dalla Banca Centrale Europea (SREP Decision).

La Bce ha chiesto all’istituto di Montebelluna un Cet 1 ratio al 10,25% rispetto all’attuale 7,12% della banca.

La banca, nella sua nota ufficiale emessa ieri notte, ricorda che “il rimborso delle azioni del socio che esercita il diritto di recesso da una banca popolare in occasione della sua trasformazione in società per azioni è assoggettato e subordinato alla possibilità per la banca di rispettare, a seguito del rimborso stesso, i requisiti prudenziali ad essa applicabili e, quindi, di ottenere l’autorizzazione da parte dell’Autorità competente per la riduzione dei fondi propri”.

Alla luce del deficit di capitale (Cet 1 ratio attuale nettamente inferiore al tetto stabilito da Francoforte), la banca non ha un buffer sufficiente per riacquistare le azioni di chi volesse venderle. Ecco perché il rimborso è previsto quando sarà disponibile il capitale. Quanto meno dopo l'aumento e la quotazione a Piazza Affari.

A gennaio prenderà forma il consorzio di garanzia in vista dell'ipo, mentre a metà febbraio verranno resi noti i conti del 2015. Intanto Veneto Banca ha chiuso i primi nove mesi con una perdita di 770 milioni, dopo aver azzerato gli avviamenti. Solo a fine marzo sarà concretizzata la forchetta di prezzo. Intanto, però, un punto è certo: il valore di recesso.

Standard & Poor's ieri ha confermato i rating di Veneto Banca a BB- e B sul lungo e breve termine, riconoscendo gli sforzi dell'istituto di credito nella ristrutturazione. E sempre ieri è stata nominata Cristina Rossello vice presidente dell'istituto di credito veneto. Si tratta di un avvocato cassazionista, segretario del patto di sindacato di Mediobanca per molti anni. Era già presente nel cda di Veneto Banca come consigliere da metà novembre, quando ha sostituito il dimissionario Alessandro Vardanega. Nel cda è entrato anche Beniamino Quintieri, professore di economia a Roma.

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3 di 25 - 08/12/2015 13:18
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
BANCHE - ATTENDERE PER SALVARE NON PAGA

L'onere indiretto del salvataggio di Banca Marche, CariChieti, Popolare Etruria e Carife delle quattro banche si puo' al momento quantificare in circa un miliardo di euro per il contribuente.

Nella scorse settimane la Banca d' Italia ha costituito un fondo di risoluzione per risolvere la crisi delle quattro banche in amministrazione straordinaria. Il salvataggio prevede che per ciascuna delle quattro banche la parte ' buona' sia divisa da quella ' cattiva' del bilancio.

L'onere del salvataggio e' ricaduto sugli azionisti e sui titolari delle obbligazioni subordinate delle quattro banche e sul sistema bancario che ha alimentato con i propri contributi il fondo di risoluzione, pari a 3,6 miliardi.

Questa soluzione e' compatibile con le norme sugli aiuti di Stato che e' emersa dopo che altre proposte erano state ritenute non compatibili durante le discussioni con la Commissioni Europea.

IN QUESTO CASO IL NON AVER APPROFITTATO IN PASSATO DEI CONTRIBUTI EUROPEI QUANDO GLI ALTRI PAESI EUROPEI LO FACEVANO NON HA PAGATO E ORA DOBBIAMO SOTTOSTARE A REGOLE PIU' STRINGENTI SENZA AVERE BENEFICIATO DI NULLA IN PRECEDENZA.

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4 di 25 - 08/12/2015 14:00
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Secondo quanto scritto su Il Sole24Ore a inizio 2016 gli ispettori della BCE dovrebbero iniziare una serie di indagini sugli aumenti di capitale effettuati di recente dai principali istituti popolari italiani.

Il quotidiano finanziario ha segnalato che i controllori di Francoforte “potrebbero dare il via a una serie di approfondimenti per verificare se le banche abbiano concesso prestiti (o garanzie) ai soci-clienti in cambio di un acquisto diretto di azioni proprie”.

Una pratica – ha ricordato Il Sole24Ore – emersa in occasione delle recenti ricapitalizzazioni della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.

Il Sole24Ore ha precisato che le indagini hanno carattere puramente prudenziale, in quanto gli aumenti di capitale condotti dalle popolari quotate a Piazza Affari “sono stati realizzati su mercati regolamentati e trasparenti, dove i fondi partecipano attivamente e i rischi di potenziali irregolarità relative ai piccoli soci si riducono”.

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5 di 25 - 11/12/2015 16:34
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
MERCATI-E SE SALTASSE UNA BANCA CINESE?

Il rallentamento della crescita cinese potrebbe nascondere qualcosa di molto piu' serio di quanto apparso fino ad ora.

La lenta e silenziosa svalutazione dello yuan sul dollaro (vedi grafico) potrebbe infatti celare il ricorso del governo a piu' ampie scelte per rivitalizzare l' economia. Da ricordare i recenti stimoli al settore auto.

Con i movimenti in corso e con le difficolta' di numerose imprese del paese non sarebbe da sottostimare la possibilita' di assistere a situazioni di stress finanziario che possano coinvolgere e portare al fallimento di qualche istituzione finanziaria cosi' come successo in USA e in Europa.

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6 di 25 - 16/12/2015 09:10
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Veneto Banca, tensione tra i soci in vista dell’assemblea per la Spa (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico scrive dell'assemblea del prossimo sabato che dovrebbe trasformate Veneto Banca in Spa. Secondo il Sole24Ore sono circa 20mila i soci, comprensivi di deleghe, attesi nella tensostruttura di Volpago del Montello, in provincia di Treviso.

All'ordine del giorno, oltre alla trasformazione in Spa, l'aumento di capitale da un miliardo e la quotazione della banca di Montebelluna. Si tratta di una serie di misure fondamentali, che sono tutte necessarie.

Tra gli azionisti ci sono posizioni concilianti come quelle di una cinquantina di sindaci, ma anche un malcontento diffuso tra i piccoli azionisti, scottati dal taglio del valore azionario.

Questo rende l’esito della “battaglia” assembleare quanto meno incerto.Ieri intanto nella sede della banca si è tenuto il penultimo Cda della banca prima dell'appuntamento assembleare.

Un board in cui non si è parlato di un'eventuale azione legale nei confronti degli ex vertici della banca. Un tema non all'ordine del giorno ma che sarà trattato in un Cda straordinario che è stato convocato per venerdì prossimo.
7 di 25 - 17/12/2015 11:21
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Veneto Banca, lettera Bce sulla Spa (Il Sole24Ore)


Il quotidiano economico indica che la Banca Centrale Europea ha scritto al consiglio di amministrazione di Veneto Banca, in data 9 dicembre 2015, per avvertirla che se non saranno approvate le manovre di trasformazione in società per azioni e l'aumento di capitale si renderà necessario adottare misure di vigilanza.

In questo caso l'istituto con sede a Montebelluna rischierebbe una situazione di crisi o di dissesto, con conseguente sottoposizione del gruppo a provvedimenti.Secondo il quotidiano economico la missiva rivela una forte preoccupazione per il futuro della banca, anche in relazione alla riduzione dei coefficienti patrimoniali, attribuibili alle perdite finanziarie accumulate negli ultimi tre anni (circa 1,9 miliardi di euro). Il testo della lettera verrà integralmente letto nel corso dell’assemblea straordinaria del 19 dicembre.
8 di 25 - 21/12/2015 09:07
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Veneto Banca, Carrus ci mette la faccia


“Dovete decidere, cari azionisti, se oggi è l’ultimo giorno di Veneto Banca, o l’ultimo giorno della vecchia Veneto Banca”. Chiude così, l’ad di Veneto Banca, Cristiano Carrus, all’assemblea dei 7 mila soci giunti a Montebelluna in assemblea ordinaria e straordinaria convocate per trasformazione della banca in spa, aumento di capitale di 1 miliardo e avvio della procedura di quotazione in Borsa, oltre al cambiamento dello statuto che toglierà il limite del 5 per cento al possesso azionario.

Carrus, in un discorso lungo, tutto a braccio, citando numeri e situazioni a memoria, descrive agli azionisti la dura realtà a cui potrebbe andare incontro Veneto Banca qualora l’assemblea dovesse votare negativamente i punti all’ordine del giorno. Carrus ricorre spesso a immagini figurate per descrivere momenti e situazioni: ”Lasciate a casa le taniche di benzina da gettare sul fuoco - ha detto – oggi bisogna gettare acqua su quel fuoco che rischia di bruciare tutto e tutti”.

Carrus, coi numeri, comincia sin da subito cosa significhi gettare taniche di benzina sul fuoco invece che acqua: “Veneto Banca – dice Carrus – ha oggi 35 miliardi di attivi, 582 filiali, 6 mila dipendenti, 27 miliardi di impieghi lordi, 30 mila aziende affidate, 88 mila mutui concessi, quasi pari al numero degli azionisti. Se dovesse arrivare la liquidazione coatta o volontaria, tutto questo si azzererà. Significa vendere tutto, gli attivi, significa la chiusura delle filiali, l’azzeramento delle linee di credito”. Carrus fa notare, poi, che questa situazione deve essere invece sfruttata per “tornare a fare credito alle imprese con merito creditizio".

Con semplici esempi, Carrus cerca poi di convincere gli azionisti sull’aumento di capitale e successiva quotazione in Borsa. “Il passo successivo all’aumento di capitale da 1 miliardo non può essere altro che la quotazione in Borsa perché se voi azionisti mettete un miliardo in banca con la borsa giorno per giorno dovete sapere quanto vale quel miliardo sul mercato.” E per convincere ancora di più, approfondisce e ci mette la sua faccia nei confronti degli azionisti: “Il mercato giudica, non vive di notizie ma di aspettative; ma ogni aspettativa se non viene rispettata nel giorno in cui la dichiari provoca la diminuzione del valore”.

Molte critiche nelle scorse settimane sono giunte al management di Veneto Banca che con Banca Imi, e altre banche di livello internazionale, è riuscita ad avere la garanzia totale della sottoscrizione dell’aumento di capitale. La platea vuole una Veneto Banca libera e autonoma, lo si capisce. E allora Carrus risponde dicendo che “Banca Imi al massimo potrà avere il 20 per cento del capitale e che l’auspicio è che voi ci crediate all’aumento di capitale, che lo facciamo noi”. Il tema delle future alleanze di Veneto Banca è trasversale e ricorre spesso nell’arringa di Carrus: “Le fusioni bancarie si fanno per fare sinergie –dice- e le sinergie si fanno di costo o di ricavo ma poichè "i ricavi bancari oggi sono in calo occorre perciò passare per i costi. Perciò le sinergie si traducono in chiusura i sportelli. Sinergia è operazioni sul territorio in cui io, che ho meno patrimonio, cerco di trovare chi ne ha di piú e io, che io che ho maggiore know how nel nord est, cerco di trovare qualcuno che magari qui è meno presente".

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9 di 25 - 22/12/2015 08:48
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Veneto Banca, sbarco in Borsa ad aprile (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico riporta la road map approvata ieri dalla Banca Centrale Europea per la quotazione di Veneto Banca. Nelle scorse ore il management della banca era a Roma per un confronto con gli uomini di Francoforte e di Banca d’Italia.

Un incontro programmato da tempo che, nei piani, doveva servire ad analizzare le conseguenze del voto di sabato e a varare eventuali misure di emergenza.Entro gennaio (la data prevista è quella del 29 del mese) si terrà il primo incontro con gli analisti che seguono la fase di prequotazione.

In contemporanea verrà definito il consorzio di garanzia in vista della Ipo. Entro metà febbraio il management presenterà il bilancio consolidato del 2015 e, sempre a febbraio, dovrebbe esserci un altro incontro con gli analisti.

A marzo scatterà un premarketing sui mercati internazionali, a valle del quale sarà definito un prezzo di forchetta per l’Ipo, la cui diffusione avverrà verso fine marzo. A quel punto inizierà il bookbuilding che prevede il diritto di opzione ai soci.

In quella fase, o direttamente in quotazione, potrebbero spuntare altre soggetti bancari che potrebbero coprire una parte dell’aumento da un miliardo. Se tutto filerà liscio, Veneto Banca sarà così quotata attorno alla metà del mese di aprile.




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10 di 25 - 23/12/2015 16:50
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Le spiegazioni (ipocrite) della Ue sulla lettera affonda banche


Dopo che il governo italiano ha minacciato a mezzo stampa di pubblicare la lettera con cui la Commissione Europea ha bloccato l'uso del Fondo di tutela dei depositi nel salvataggio delle quattro banche (Etruria, Chieti, Marche e Ferrara), la missiva è saltata fuori. L'ha pubblicata l'agenzia Reuters e a stretto giro sono arrivate le precisazioni ufficiali ed ufficiose degli uffici di Bruxelles. Precisazioni, per la verità, velate d'ipocrisia, come quando si afferma che la Commissione Ue non ha impedito niente e che le decisioni sono state liberamente prese dal governo italiano, peccato che la lettera dei commissari alla Concorrenza e Stabilità finanziaria, Margrethe Vestager e Jonathan Hill, dicesse chiaramente che «pur rispettando il fatto che spetta alle autorità italiane determinare l’approccio e i metodi, la Commissione sarebbe sempre a favore di soluzioni private o basate sul mercato, dove possibile, e ovviamente questo si riflette nelle regole applicabili». In sostanza, «se uno stato membro opta per lo schema di garanzia dei depositi per ricapitalizzare una banca allora è soggetto alle regole Ue sugli aiuti di stato», E quindi se l'Italia avesse proseguito sulla strada prescelta sarebbe incorsa nella procedura per violazione delle norme Ue.

Ora da Bruxelles si fa sapere che "La normativa europea prevede diversi strumenti per gli Stati membri per affrontare i fallimenti bancari e mantenere la stabilità finanziaria. E' stata delle autorità italiane la decisione di mettere le banche in risoluzione usando il fondo di tutela dei depositi".

Nella lettera inviata il 19 novembre scorso, si spiegava dunque che "le norme sugli aiuti di Stato dell'Ue, la Risoluzione bancaria e la Direttiva di recupero si applicano all'uso di fondi pubblici per sostenere le banche in fallimento, l'uso del sistema di garanzia dei depositi obbligatorio non fa eccezione". La "semplice logica di fondo" consiste nel fatto che altrimenti il "controllo degli aiuti di Stato dell'Ue e le garanzie che fornisce per i contribuenti e la concorrenza potrebbero essere facilmente aggirate. Il sostegno pubblico dovrebbe venire solo come ultima risorsa". "Se altre banche decidono di intervenire in un meccanismo completamente privato, questo non rientra nel campo di applicazione del controllo dell'Ue sugli aiuti di Stato".

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11 di 25 - 01/1/2016 10:55
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Veneto Banca, le indicazioni dell'amministratore delegato


L'amministratore delegato di Veneto Banca, Cristiano Carrus, ha fatto il punto sulla situazione e le prospettive economico finanziarie dell'istituto.

Il manager ha ricordato che, a seguito dell’aumento di capitale, Veneto Banca raggiungerà una patrimonializzazione superiore al requisito richiesto dalla Banca Centrale Europea (pari al 10,25% in termini di CET1 ratio a partire dal 30 giugno 2016).

Carrus ha aggiunto che ad oggi il Patrimonio Netto Tangibile di Veneto Banca ammonta a circa 2,2 miliardi di euro e che il capitale primario supera gli 1,7 miliardi.


Il manager ha voluto puntualizzare che nulla accomuna Veneto Banca ai quattro istituti bancari oggetto del provvedimento governativo tristemente noto come “Salva Banche”.

Secondo Carrus, quindi, Veneto Banca non rischia il commissariamento, in quanto il patrimonio è stato in grado di assorbire le perdite degli scorsi anni e il prossimo aumento di capitale è stato integralmente garantito da 10 primarie istituzioni finanziarie.

Il manager ha concluso, segnalando che Veneto Banca ha i numeri, le risorse e le persone per tornare a generare utili, raggiungendo nell'arco del piano livelli di patrimonializzazione tra i più alti del sistema (CET1 ratio al 13,6% già nel 2018).


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12 di 25 - 21/8/2016 13:21
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Ciccolella (in fallimento): il 30,523% in mano ad Atlante

Dalle comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti emerge che in data 30 giugno 2016 Quaestio Capital Management, in qualità di gestore del Fondo Atlante, che controlla Veneto Banca che a sua volta controlla Banca Intermobiliare, è entrata in possesso del 30,523% del capitale di Ciccolella (in fallimento).

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13 di 25 - 22/8/2016 15:02
simosemo1978 N° messaggi: 21861 - Iscritto da: 24/1/2012
Quotando: giola - Post #9 - 22/Dic/2015 07:48Veneto Banca, sbarco in Borsa ad aprile (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico riporta la road map approvata ieri dalla Banca Centrale Europea per la quotazione di Veneto Banca. Nelle scorse ore il management della banca era a Roma per un confronto con gli uomini di Francoforte e di Banca d’Italia.

Un incontro programmato da tempo che, nei piani, doveva servire ad analizzare le conseguenze del voto di sabato e a varare eventuali misure di emergenza.Entro gennaio (la data prevista è quella del 29 del mese) si terrà il primo incontro con gli analisti che seguono la fase di prequotazione.

In contemporanea verrà definito il consorzio di garanzia in vista della Ipo. Entro metà febbraio il management presenterà il bilancio consolidato del 2015 e, sempre a febbraio, dovrebbe esserci un altro incontro con gli analisti.

A marzo scatterà un premarketing sui mercati internazionali, a valle del quale sarà definito un prezzo di forchetta per l’Ipo, la cui diffusione avverrà verso fine marzo. A quel punto inizierà il bookbuilding che prevede il diritto di opzione ai soci.

In quella fase, o direttamente in quotazione, potrebbero spuntare altre soggetti bancari che potrebbero coprire una parte dell’aumento da un miliardo. Se tutto filerà liscio, Veneto Banca sarà così quotata attorno alla metà del mese di aprile.

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HAHAHA
È PROPRIO ANDATA COSÌ...
HAHAHA
14 di 25 - 23/8/2016 21:55
tocai N° messaggi: 6060 - Iscritto da: 14/3/2011
Quotando: simosemo1978 - Post #13 - 22/Aug/2016 13:02
Quotando: giola - Post #9 - 22/Dic/2015 07:48Veneto Banca, sbarco in Borsa ad aprile (Il Sole24Ore) Il quotidiano economico riporta la road map approvata ieri dalla Banca Centrale Europea per la quotazione di Veneto Banca. Nelle scorse ore il management della banca era a Roma per un confronto con gli uomini di Francoforte e di Banca d’Italia. Un incontro programmato da tempo che, nei piani, doveva servire ad analizzare le conseguenze del voto di sabato e a varare eventuali misure di emergenza.Entro gennaio (la data prevista è quella del 29 del mese) si terrà il primo incontro con gli analisti che seguono la fase di prequotazione. In contemporanea verrà definito il consorzio di garanzia in vista della Ipo. Entro metà febbraio il management presenterà il bilancio consolidato del 2015 e, sempre a febbraio, dovrebbe esserci un altro incontro con gli analisti. A marzo scatterà un premarketing sui mercati internazionali, a valle del quale sarà definito un prezzo di forchetta per l’Ipo, la cui diffusione avverrà verso fine marzo. A quel punto inizierà il bookbuilding che prevede il diritto di opzione ai soci. In quella fase, o direttamente in quotazione, potrebbero spuntare altre soggetti bancari che potrebbero coprire una parte dell’aumento da un miliardo. Se tutto filerà liscio, Veneto Banca sarà così quotata attorno alla metà del mese di aprile. azioni-veneto-banca.jpg

HAHAHA È PROPRIO ANDATA COSÌ... HAHAHA

Sì, anche x bi.pop paula vicenza
15 di 25 - 23/8/2016 21:56
tocai N° messaggi: 6060 - Iscritto da: 14/3/2011
E manco a 0,10 me.vogliono comprar le azioni.......
16 di 25 - 17/9/2016 13:46
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Veneto Banca, i numeri del primo semestre 2016

Veneto Banca ha comunicato i risultati del primo semestre del 2016, periodo chiuso con una perdita netta di 258,72 milioni di euro, rispetto al rosso di 220,4 milioni contabilizzato nei primi sei mesi del 2015, anche a seguito anche di componenti straordinarie negative, del deciso incremento delle coperture sui crediti deteriorati e dall’adozione di un approccio prudenziale sugli accantonamenti al fondo rischi e oneri. Il margine di intermediazione si è attestato a 359,45 milioni di euro, in forte calo (-22%) rispetto ai 460,99 milioni ottenuti nel primo semestre 2015.

A fine giugno gli impieghi netti erano pari a 21,2 miliardi di euro (23,9 miliardi a fine 2015) anche a seguito delle iniziative di deleverage selettivo intraprese dalla rete commerciale. Alla stessa data i crediti deteriorati lordi erano pari a 7,9 miliardi (7,6 miliardi a fine 2015), mentre i crediti deteriorati netti ammontavano a 5 miliardi di euro (4,9 miliardi a fine 2015). Le coperture sul totale crediti deteriorati sono salite al 36,9% (39,2% inclusive delle posizioni stralciate) e sono in crescita di circa 160 punti base rispetto a fine 2015 e di 415 punti base rispetto a giugno 2015.

Sempre a fine giugno il patrimonio netto tangibile era pari a 2,5 miliardi di euro, mentre il Common Equity Tier 1 (phased In) era pari al 10,74%, (superiore al coefficiente minimo del 10,25% fissato dalla BCE per l'istituto.
17 di 25 - 06/11/2016 10:35
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Vicenza e Veneto Banca, via al vertice sulla fusione (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico scrive che il 28 ottobre, a Milano, si è tenuto un incontro tra i presidenti di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e Alessandro Penati, numero uno del Fondo Atlante, l’azionista di entrambe le banche. L’oggetto della discussione sarebbe stato la possibile fusione tra le due realtà e il vertice - secondo quanto scrive Il Sole24Ore - sarebbe servito anzitutto a incardinare l’operazione di consolidamento e a concordarne la road map. L’obiettivo finale, se tutto filasse liscio, sarebbe quello di poter mettere in cantiere la fusione nel 2017, forse già nel primo semestre.

Uno dei temi trattati sarebbe stato quello relativo al taglio dei costi sul fronte occupazionale.

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18 di 25 - 14/12/2016 15:58
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Viola: la fusione Bpvi e Veneto va avanti (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico aggiorna sulle prossime mosse delle 2 popolari venete dopo che ieri l’assemblea dei soci della Popolare di Vicenza ha approvato l’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori (in primis, il presidente Gianni Zonin e il dg Samuele Sorato) ritenuti colpevoli della malagestio di questi anni. Il percorso delle prossime azioni l’ha tracciato Fabrizio Viola, nel amministratore delegato della Popolare di Vicenza.

Secondo il manager va disegnato in primis un piano industriale, poi accelerare verso la fusione, “senza perdere mai di vista che la chiave di volta per la rinascita resta la riconquista della fiducia dei risparmiatori”.

Per quanto riguarda la fusione, Viola ha evidenziato che le strutture della banca hanno già lavorato e che lui si allineerà velocemente affinché non si perda tempo e il suo arrivo non determini ritardi.
19 di 25 - 01/4/2017 12:30
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
Sgambetto DgComp alle venete

Bruxelles si è rivolta al Tesoro per chiedere chiarimenti sull’offerta di transazione L’operazione appena chiusa potrebbe essere in conflitto con la disciplina sugli aiuti di Stato

di Luca Gualtieri


La corsa contro il tempo salvare la Popolare di Vicenza e Veneto Banca si scontra contro un nuovo, sconcertante ostacolo. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, DgComp avrebbe scritto al Tesoro per chiedere chiarimenti sull’offerta di transazione con i soci chiusa nei giorni scorsi.

Il dubbio avanzato da Bruxelles è che l’operazione possa essere incompatibile con la garanzia pubblica sulle obbligazioni e, in prospettiva, con l’intervento dello Stato nel capitale delle due banche attraverso la ricapitalizzazione precauzionale. Un dubbio davvero curioso se si pensa che la transazione è stata annunciata all’inizio dell’anno e che, tecnicamente, non si tratta di un buy back ma di un ristoro volto a sanare il rischio di contenzioso.

Il Tesoro dovrà rispondere alla richiesta entro lunedì 3 aprile alla luce delle indicazioni fornite dagli amministratori delle due banche nelle riunioni fiume di venerdì 31 marzo. L’auspicio è che DgComp sciolga la riserva entro la prossima settimana, quando i board dovranno certificare l’efficacia della transazione. In caso contrario le due banche rischiano di trovarsi in una situazione davvero molto difficile dopo il grande sforzo profuso negli ultimi mesi per uscire dalle sabbie mobili.

E tutto questo malgrado la sostanziale convergenza raggiunta con Bce che, nell’incontro di giovedì 30 con il futuro capo azienda Fabrizio Viola, avrebbe fatto chiare aperture sul processo di salvataggio.

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http://www.milanofinanza.it/
20 di 25 - 13/5/2017 11:48
GIOLA N° messaggi: 29893 - Iscritto da: 03/9/2014
I subordinati con l’occhio al calendario

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (la “Banca”) informa che – dopo aver preso atto dell’impossibilità di completare l’operazione di rafforzamento di capitale per complessivi Euro 5 miliardi, comunicata al mercato lo scorso 25 ottobre (l’ “Operazione”) e autorizzata lo scorso 23 novembre dalla Banca Centrale Europea (“BCE”) e da Banca d’Italia per quanto di competenza, – in data 23 dicembre ha inviato alla BCE un’istanza di sostegno finanziario straordinario e temporaneo per l’accesso alla misura della “ricapitalizzazione precauzionale”. In pari data la Banca ha inviato alla Banca d’Italia e al Ministero dell’Economia e delle Finanze un’istanza per ammissione alla garanzia dello Stato di cui all’art. 7 del Decreto Legge n. 237, approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 dicembre 2016, e quindi per ottenere la possibilità di emettere ulteriori passività garantite dallo Stato.

Sono passati 5 mesi ed ancora nulla si conosce della ricapitalizzazione precauzionale e del burden sharing a spese degli investitori MPS (azionisti ed obbligazioni subordinati). Nel frattempo i possessori di obbligazioni gongolano e maturano cedole e ratei… MAGARI CONTINUASSE COSI!!!

Ci sono alcuni più in fibrillazioni di altri, coloro che sperano di riscuotere il tanto agognato nominale. Eventualità remota, eppure qualcuno ci spera:

i titolari della obbligazione MPS – XS0236480322 (368.243.000 €) scadenza 30/11/2017

Anche in Veneto si guarda il calendario, i risparmiatori BpVi e VenetoBanca sono nelle stesse condizioni dei toscani. I possessori di obbligazioni subordinate continuano a riscuotere le tante agognate cedole in attesa dell’anno zero. Le scadenze più imminenti, per i risparmiatori più “speranzosi” sono:

XS0336683254 scadenza 20/12/2017 con un nominale di 200 milioni;
IT0004657471 scadenza 15/12/2017 con un nominale di 99 milioni;

Le emissioni subordinate Veneto Banca in scadenza sono:

IT0004241078 scadenza 21/06/2017 con un nominale di 85 milioni;

Si tratta di una labile speranza, riponendo particolare fiducia nella lunga dialettica tra autorità nazionali ed europee. Non sappiamo come potrebbe finire, sperare non costa nulla anzi ci si guadagna la cedola…

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