Banco Bpm (BAMI)

- Modificato il 10/4/2024 09:55
GIOLA N° messaggi: 29895 - Iscritto da: 03/9/2014
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BANCO BPM



 









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81 di 3308 - Modificato il 06/1/2017 14:33
24ANDRE N° messaggi: 2925 - Iscritto da: 25/11/2010
UTILI RAGA... Non fusioni per non cambiare NULLA!

Anche MPS era la Terza Banca Italiana... PORTA SFIGA.
82 di 3308 - Modificato il 06/1/2017 14:40
24ANDRE N° messaggi: 2925 - Iscritto da: 25/11/2010
83 di 3308 - 06/1/2017 15:03
24ANDRE N° messaggi: 2925 - Iscritto da: 25/11/2010
Quotando: 24andre - Post #82 - 06/Jan/2017 13:28

Ultima fiammata? fire
84 di 3308 - 06/1/2017 15:04
24ANDRE N° messaggi: 2925 - Iscritto da: 25/11/2010
Quotando: 24andre - Post #82 - 06/Jan/2017 13:28

Brrrrr... fà freddo! snowflake
85 di 3308 - 06/1/2017 21:35
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Banco BPM in sella al toro. Per gli analisti è un ottimo affare A dispetto dell'inversione di rotta accusata dall'indice Ftse Mib che dopo un avvio positivo ha cambiato direzione di marcia, si conferma in deciso rialzo la seduta di Banco BPM che è l'unico tra i bancari a mantenere il segno in questo momento. Il titolo, che pure ha ritracciato dai massimi intraday segnati a 2,96 euro, si conferma in territorio ampiamente positivo, salendo per la quinta giornata consecutiva. Negli ultimi minuti Banco BPM passa di mano a 2,898 euro, con un rialzo del 2,69% e oltre 26 milioni di azioni scambiate. Una settimana tutta in salita per il titolo Dopo il debutto al fulmicotone di lunedì scorso, quando la giornata si è conclusa con un rally di oltre il 9%, Banco BPM ha continuato a catalizzare gli acquisti e non più tardi di ieri ha guadagnato quasi il 4%, con un bilancio nelle ultime quattro sessioni pari a circa il 20%. Un'ascesa accompagnata peraltro da volumi di scambio molto intensi se si considera il clima festivo sui mercati e ciò ha permesso di raggiungere una capitalizzazione superiore ai 4 miliardi di euro. I rating assegnati da Dbrs e da Moody's Proprio ieri Dbrs in seguito alla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano divenuta efficace lo scorso 1 gennaio, ha deciso di assegnare i rating alla nuova entità bancari. Quello di lungo termine è fissato a "BBB (low)", mentre quello di breve a "R-2 (middle), nella fascia cosiddetta investment grade, entrambi con un outlook "stabile". Gli analisti di Dbrs hanno ritirato i rating assegnati in precedenza a Banco Popolare che ha cessato di esistere il 31 dicembre scorso, mentre si ricorda che Banca Popolare di Milano non era coperta da Dbrs. Non più tardi di due giorni fa anche Moody's ha assegnato i rating a Banco BPM e in particolare quelli di lungo e breve termine sui depositi della nuova realtà bancario sono pari rispettivamente a "Ba1" a "Not Prime", mentre il rating di lungo termine sul debito senior a "Ba2" e quello Baseline Credit Assessment a "B1", con outlook stabile sul rating di lungo termine sui depositi e negativo per quello sul debito senior. Da ricordare che lo scorso 20 ottobre Moody's aveva già deciso un upgrade sulle valutazioni di Banco Popolare e Banca Popolare di Milano nell'ipotesi standalone e questi giudizi sono stati confermati per Banco BPM anche in relazione al miglioramento del profilo di credito del nuovo polo bancario. Le indicazioni delle banche d'affari sul titolo Indicazioni che contribuiscono ad alimentare l'entusiasmo su Banco Bpm, nato da un'integrazione che nei mesi scorsi non ha raccolto molti consensi in Borsa, basti pensare alla pesante flessione con cui Banco Popolare e Banca Popolare di Milano hanno chiuso il 2016. Ora però gli investitori mostrano un notevole interesse per Banco BPM, sulla scia anche dei giudizi positivi espressi da varie banche d'affari. Equita SIM ad esempio consiglia di acquistare il titolo con un prezzo obiettivo a 4,3 euro, apprezzando in particolare il potenziale sinergico della fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano che secondo gli analisti dovrebbe superare i target della società in termini di taglio dei costi. Anche secondo Banca IMI il titolo è da comprare con un target price a 3,8 euro, in ragione della bassa valutazione che lo vede a sconto rispetto alla media dei competitors, mentre la redditività attesa per il 2018 è in linea. Infine, a scommettere su Banco BPM è Bank of America-Merrill Lynch che proprio ieri ha avviato la copertura sul titolo con una raccomandazione "buy" e un fair value a 3,4 euro. La banca americana ritiene che le sinergie dell'integrazione possa essere superiori a quelle indicate nel piano, aggiungendo che il contesto favorevole dei tassi di interesse dovrebbe contribuire ad una normalizzazione dell'asset quality.
86 di 3308 - 07/1/2017 20:11
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Se un titolo perde il 50 % del suo valore.....per tornare al valore originario deve fare + 100% BAMI ha perso il 70% e recuperato il 27%
87 di 3308 - 07/1/2017 20:20
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
BANCO BPM Bank of America ML Buy 3.4000 BANCO BPM HSBC Buy 3.5900 BANCO BPM Barclays Equalweight 2.8000
88 di 3308 - 07/1/2017 20:24
perseo45 N° messaggi: 269 - Iscritto da: 30/7/2014
Ciao a tutti. Una domanda; qualcuno sa come cambierà il mondo app online del nuovo banco? Ad oggi ho aperto Webank e youweb ma in filiale nessuno è i grado di dirmi cosa succederà. Grazie
89 di 3308 - 07/1/2017 22:23
24ANDRE N° messaggi: 2925 - Iscritto da: 25/11/2010
Quotando: vshare - Post #86 - 07/Jan/2017 19:11Se un titolo perde il 50 % del suo valore.....per tornare al valore originario deve fare + 100% BAMI ha perso il 70% e recuperato il 27%

clap🏻clap🏻clap🏻clap🏻clap🏻clap🏻
90 di 3308 - 08/1/2017 09:22
GIOLA N° messaggi: 29895 - Iscritto da: 03/9/2014
Quinto rialzo per BancoBPM (+2,8%)

Ancora una seduta positiva per il BancoBPM, la quinta consecutiva nel 2017; il titolo è salito del 2,76% a 2,9 euro e ha terminato la prima settimana del 2017 con un balzo del 26,5%.

L'agenzia DBRS ha assegnato i rating alla nuova entità bancaria BancoBPM, a seguito della fusione tra Banco Popolare e Popolare di Milano, divenuta efficace il 1° gennaio 2017. Nel dettaglio, il rating di lungo termine è pari a “BBB (low)” e quello di breve termine a “R-2 (middle)”; i giudizi collocano l'istituto tra gli emittenti non speculativi. Le prospettive sul rating per i prossimi trimestri sono "stabili".

Intanto, gli analisti di Bank of America e di HSBC hanno iniziato la copertura sul Banco BPM con un target price rispettivamente di 3,4 euro e di 3,59 euro; entrambe le banche d’affari hanno fissato l’indicazione di acquisto delle azioni.

31186
91 di 3308 - 08/1/2017 10:12
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Un’Offerta di transazione il cui significato va al di là dell’immediato (seppur parziale) rimborso dei soldi perduti. Quello messo a punto congiuntamente dalla Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca - che sarà presentato lunedì prossimo a Padova alla fine dei rispettivi cda - è un piano che denota lo sforzo immane che, in situazioni ancora critiche, le due banche venete sotto l’ombrello del fondo Atlante, proprietario di entrambe, stanno mettendo in campo per ripartire. I ristori possono essere giudicati limitati – si parla del 15% del valore dell’azione al momento dell’acquisto -, ma solo da qui si può “risorgere” per riconquistare e ri-fidelizzare il territorio, riacquisendo la credibilità che permetterà in un futuro vicino di recuperare raccolta e clientela e la possibilità di fungere nuovamente (con un ruolo che le annovererebbe tra le maggiori banche italiane) da strumento per sostenere un territorio economicamente martoriato. Sono due i dati che rendono credibile questo ragionamento: da un lato l’ammontare che, complessivamente, viene messo a disposizione per i rimborsi, cioè 600 milioni di euro. Cifra importante, ben superiore ai 230 milioni accantonati in bilancio per il litigation risk dalla BpVi sommati ai 101 milioni messi da parte per lo stesso scopo da Veneto Banca. Dall'altro, il numero di azionisti che coinvolgerà, ovvero 175mila, poco meno di 100mila a Vicenza e circa 75mila a Montebelluna. Si tratta dei soci individuati come quelli maggiormente penalizzati, quelli “scavalcati” nelle richieste di vendita, chi ha acquistato azioni negli ultimi 5-7 anni (limite temporale all'interno del quale non ci sarebbe prescrizione), chi ha partecipato agli ultimi due aumenti di capitale, chi ha acquistato azioni con una Mifid, in base alle ispezioni della vigilanza e di Consob, non corretta; si tratta di più dell'85% del totale di tutti i soci delle due ex popolari, circa 204mila persone o società. I 600 milioni dedicati saranno divisi tra la Popolare di Vicenza e Veneto Banca secondo un principio di par condicio: verrà destinata, cioè, a ciascun istituto una somma in funzione dei milioni di azioni acquistate, al netto delle vendite in un determinato orizzonte temporale. Il 15% di cui si parla in questi giorni come della quota massima rimborsabile non soddisfa le associazioni dei risparmiatori, che hanno già fatto sapere che giudicano l'offerta irricevibile e la rimandano al mittente senza esitazioni, ma la percentuale si deve considerare “parziale”, visto che ad essa si potranno aggiungere una serie di offerte commerciali dedicate, a condizioni favorevoli sul lato raccolta e sul lato impieghi, offerte che potranno far lievitare la percentuale rimborsata, anche, si dice, fino al 30%, e che servono ad invogliare il cliente a mantenere il conto corrente e a far ripartire gli investimenti. Ciò implica che il socio mantenga il conto corrente all'interno della banca, anche se questo non è obbligatorio, come invece lo è, in caso di accettazione del rimborso offerto, la rinuncia a portare avanti qualsiasi azione legale nei confronti delle banche. Se l'operazione rimborsi è stata messa in campo anche per ridurre i contenziosi e il rischio di cause legali, è altrettanto vero che il suo successo è legato a due fattori non da poco. Il primo è l'adesione dell'80% dei 175mila soci a cui si vuole proporre – già qualche settimana fa il presidente di BpVi Gianni Mion aveva dichiarato che il piano non raggiungerebbe la finalità preposta se non c'è un numero di adesioni che possa raggiungere l'80%, anche se, fonti bancarie dicono che ci sarà poi una certa flessibilità in questo senso –; il secondo è la capacità dell'offerta di transazione di ridurre al minimo il ricorso ad altri strumenti come, ad esempio, l'arbitrato Consob, che entrerà in vigore proprio a partire dal 9 gennaio. L'Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), che nasce per effetto di una direttiva comunitaria (2013/11/Ue), fornisce ai risparmiatori, sulla base della valutazione di documentazioni presentate, uno strumento per risolvere controversie con gli intermediari finanziari, senza dover adire le vie legali. Chi ritenga di aver subìto un torto da parte di un intermediario finanziario può contare, qualora l'Arbitro - con risposta entro sei mesi - riconosca le sue buone ragioni, su un ristoro in tempi ragionevolmente brevi e senza dover sopportare costi di alcun tipo. In ogni caso, i soci interessati anche a questo tipo di strumenti devono tener conto che l'operazione messa in campo dalle due banche venete ha una scadenza: c'è tempo tre mesi per accettare o meno la proposta che viene fatta. L'operazione rimborsi è il primo step di un disegno di rilancio dei due istituti ex popolari che ora ha come contropartita la rinuncia alle cause ma che in un suo secondo o terzo step, nello scenario del management delle due banche, punta a recuperare il più possibile i vecchi soci e clienti rendendoli partecipi degli effetti positivi di un rilancio. Ci credono Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, al punto da mettere in piedi una massiccia organizzazione che vede in prima linea i direttori di filiale, deputati a gestire il rapporto con i clienti-soci: sono già iniziate le riunioni operative; martedì 10 l'ad della Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola, parlerà a circa mille dipendenti riuniti alla Fiera di Vicenza e altrettanto potrebbe fare a Montebelluna Cristiano Carrus, ad di Veneto Banca. A Vicenza è stata allestita anche una “situation room” con la partecipazione di tutte le funzioni della banca coinvolte nell'operazione, a partire da quella legale, attiva 24 ore su 24, a disposizione di soci e dipendenti per gestire i problemi e risolvere dubbi e questioni. Inoltre, anche in proiezione della fusione allo studio, la BpVi rafforza il suo management e si porta in plancia di comando due nuovi vice direttori generali: ieri il cda ha approvato la nomina di Gabriele Piccini, ex Country chairman Italy in Unicredit, e Enrico Maria Fagioli Marzocchi, ex Monte Paschi di Siena dove rivestiva il ruolo di responsabile Crediti e Asset problematici. Al primo sarà affidata la responsabilità e la direzione dell'Area commerciale con il ruolo di Chief commercial officier; al secondo sarà affidato il coordinamento della direzione Affari generali e Partecipazioni, della divisione Finanza e della divisione Bilancio e Pianificazione (Cfo).
92 di 3308 - 09/1/2017 22:07
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Sono diversi gli eventi delle prossime settimane che potrebbero plasmare il calendario politico di quest'anno dell'Italia e il sentiment dei mercati secondo Hsbc. Prima di tutto venerdì l'agenzia di rating Dbrs concluderà la propria revisione sul rating sovrano dell'Italia iniziata ad agosto. Tra le quattro più grandi agenzie si tratta dell'unica che ha ancora un rating A con un outlook negativo a differenza di Moody's (Baa2 con outlook negativo), S&P (BBB- con outlook stabile) e Fitch (BBB+ con outlook negativo). Per gli analisti di Hsbc un declassamento del rating potrebbe spingere la Bce a mettere in atto un haircut maggiore sui bond sovrani usati come collaterali dalle banche per ottenere liquidità dalla Bce. "Per esempio per un Btp con più di 10 anni di durata, la mossa implicherebbe un haircut del 13% rispetto al 5% attuale", hanno osservato gli esperti. Questo potrebbe aumentare i costi per alcune banche nazionali, che possiedono circa 400 miliardi di titoli di Stato, il 22% del totale, relativamente all'uso di questi bond come collaterali mettendo ancora più pressione a un comparto bancario già sotto stress. In ogni caso per gli esperti i costi diretti potrebbero essere limitati per la maggior parte delle banche, soprattutto quelle più grandi per le quali sono disponibili le informazioni, visto che queste ultime non usano i Btp come collaterali per le operazioni con la Bce. Comunque un downgrade da parte di Dbrs potrebbe risultare in un sentiment di mercato negativo sui bond sovrani italiani che hanno già mostrato debolezza con lo spread in aumento di circa 20 punti base da inizio gennaio. Inoltre, visto che gli istituti italiani sono player importanti nel mercato delle obbligazioni statali, una minore propensione nel futuro ad acquistare bond potrebbe aumentare il rischio di una crisi di governo e aumentare la volatilità nel mercato dei titoli di Stato. "L'agenzia Dbrs ha posticipato la revisione in modo da prendere in considerazione il risultato del referendum e un declassamento potrebbe essere interpretato come una mossa politica, specialmente nell'attuale clima da pre-elezioni", hanno rimarcato gli esperti.
93 di 3308 - 10/1/2017 09:32
cascella1 N° messaggi: 3382 - Iscritto da: 17/3/2011
cazzo si scende di brutto
94 di 3308 - 10/1/2017 10:14
24ANDRE N° messaggi: 2925 - Iscritto da: 25/11/2010
Quotando: cascella1 - Post #93 - 10/Jan/2017 08:32cazzo si scende di brutto

Eeeeeee già -1🏼
95 di 3308 - 10/1/2017 10:29
24ANDRE N° messaggi: 2925 - Iscritto da: 25/11/2010
Quotando: cascella1 - Post #93 - 10/Jan/2017 08:32cazzo si scende di brutto

Sotto 2,50 entro Venerdì -1🏼
96 di 3308 - 10/1/2017 10:52
Bigno N° messaggi: 7443 - Iscritto da: 08/10/2009
.
sex-cuore_980x571.jpg
97 di 3308 - 10/1/2017 10:57
24ANDRE N° messaggi: 2925 - Iscritto da: 25/11/2010
Quotando: bigno - Post #96 - 10/Jan/2017 09:52.sex-cuore_980x571.jpg

Ok... finito ❤ Amore grin... MA QUANDO MOLLANO I FRENI? Lasciatela scendere stà m....
98 di 3308 - 10/1/2017 16:41
Balto3 N° messaggi: 4218 - Iscritto da: 04/3/2014
Per adesso sta reggendo il supporto offerto dalla mm200 a 2,67 avvicinato stamane ma non oltrepassato.
Comunque se dovesse andare più in basso c'è un bel supporto offerto dal gap lasciato aperto tra 2,5 e 2,56.
99 di 3308 - 11/1/2017 05:09
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Il caso Unicredit cambia lo scenario del 2017 delle banche: il piano industriale da poco presentato, che prevede un aumento di capitale da ben 13 miliardi di euro, il taglio del 20% del personale (14mila dipendenti, di cui 6.500 in Italia) e un’alta copertura dei crediti deteriorati (63% per le sofferenze) poteva essere preso bene o male dal mercato. Nel secondo caso ci sarebbe stato da preoccuparsi, e parecchio, perché sarebbe stato il segnale che il caso Mps avesse dato inizio a un effetto contagio che, passando dalla seconda banca italiana, si sarebbe riversato come una bomba su tutte le altre. La reazione positiva in Borsa e l’alto committment delle banche del consorzio di garanzia dell’aumento di capitale di Unicredit sembrano invece un’indicazione sulla possibilità da parte degli istituti di credito italiani di gestire in maniera meno isterica l’abnorme massa di crediti deteriorati che hanno in pancia. Se questo scenario si dimostrerà realistico dipenderà da come andrà davvero a finire la vicenda Montepaschi e dalle mosse del governo per stabilizzare il settore. Ma intanto si registra una nota positiva, in un clima borsistico che dopo la vittoria del No al referendum costituzionale non è stato preso dal panico, grazie anche allo scudo offerto dalla Bce sui titoli di Stato italiani e alla formazione di un nuovo governo in tempi stretti. Come ha evidenziato lo studio “The Italian NPL market - Positive Vibes” di Pwc, diffuso il 15 dicembre, il 2017 sarà un anno in cui le cessioni di non performing loans accelereranno fino alla quota di 50 miliardi di euro. Di conseguenza, saranno necessari aumenti di capitale in molte banche italiane. Il loro ammontare dipenderà tutto dal prezzo di cessione delle sofferenze e dalla copertura che sarà decisa nei bilanci. Ma le linee guida diramate dalla Bce a settembre non lasciano dubbi sulla necessità di adeguare il livello di copertura da parte degli istituti. C’è da aggiungere che di positivo, in ogni caso, c’è ben poco per i lavoratori delle banche e il piano di licenziamenti proposto da Unicredit non è che un’accelerazione di un percorso già iniziato. «Fino a qualche anno fa i Ceo a fine anno si vantavano di quante filiali avevano aperte, ora di quante hanno chiuso», ha detto durante un convegno di Accenture Finance Mauro Selvetti, direttore generale del Credito Valtellinese, aggiungendo che quando si seguono le Pmi chiudere presidi fisici non ha sempre senso. Andiamo con ordine. Le banche italiane sono piene di crediti deteriorati, ossia sofferenze, unlikely to pay (gli ex incagli) e i past due (esposizioni scadute). Nei loro bilanci hanno assegnato a questi crediti deteriorati dei valori che nel corso del 2015 e 2016 si sono scontrati con la realtà dei fatti. Lo si è visto nel caso delle quattro ex popolari (Etruria & co.), dove la vendita delle sofferenze al 22% del valore nominale ha aperto un buco nei bilanci. Il valore assegnato in media alle sofferenze in Italia (cioè il prezzo a cui si pensa di recuperare un credito, coperto da garanzia, in genere un immobile) è del 40 per cento. Il gap tra il valore di bilancio e quello di vendita effettivo crea un buco negli stati patrimoniali che rende necessari aumenti di capitale. Per ridurre questo gap, in assenza di una bad bank di sistema vietata dalle attuali regole europee, gli strumenti messi in atto sono le Gacs (garanzie statali sui bond senior derivanti dalle cartolarizzazioni delle sofferenze, che si potranno attivare fino al prossimo agosto, salvo un rinnovo da parte del governo) el’intervento del fondo Atlante, privato ma con ruolo determinante della Cdp, che chiede rendimenti minori e quindi fa alzare il valore a cui si possono vendere le sofferenze. Anche se va detto che Atlante si sta dimostrando troppo piccolo per andare oltre l’applicazione nei casi delle due banche venete (Popolare Vicenza e Veneto Banca) e Mps. L’uso della Gacs nella Popolare di Bari, unica attivata finora, ha portato ad alzare il valore delle sofferenze al 31% in media, valore a cui si è arrivati anche grazie a una ricognizione e classificazione puntuale dei crediti, evitando le vendite un tanto al chilo. La combinazione di Gacs, fondo Atlante e ricognizione puntuale dei crediti dovrebbe portare in linea teorica (tutta da verificare) a un vendita al 33% del valore.
100 di 3308 - 11/1/2017 09:09
cascella1 N° messaggi: 3382 - Iscritto da: 17/3/2011
3 euri chiamo 3 euri
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