Vive nei sobborghi di Chicago, e opera da casa sua. Dice che, quando lavorava per un broker, ascoltava le news su CNBS e prestava orecchio alle opinioni dei colleghi, ma che tutto quel "rumore" e quegli impulsi contraddittori costituivano soltanto un elemento di distrazione. Adesso, nel silenzio della sua casa, guarda solo le notizie che interessano quei pochi titoli che ha deciso di lavorare. Però non le utilizza per fare trading, ma solo per smettere di fare trading se le informazioni che gli arrivano appaiono dissonanti con ciò che pensa lui.
Steven è un disciplinato utilizzatore di Trading system, le cosiddette black box, che macinano le quotazioni e danno come risultato un semplice consiglio: long o short.
Steven è anche un disciplinato utilizzatore del cosiddetto LIVELLO 2 DEL BOOK, ossia osserva con molta attenzione come si disposte sul campo la domanda e l'offerta, e interviene in acquisto o in vendita interpretando la situazione. E' per questo motivo che privilegia i titoli del Nasdaq e fra essi quelli che hanno volumi giornalieri tra le 300.000 e un milione di azioni: interpretare il book per i grandi titoli del NYSE è molto più difficile, perché lì sono in campo i grandi investitori istituzionali, i quali molto spesso non hanno una strategia: comprano e basta e vendono e basta, senza offrire agli outsiders possibilità di profitto nelle pieghe delle contrattazioni.
"Tipicamente", dice Steven, "per un'azione che scambia 300.000 pezzi al giorno, io entro con 100 pezzi e fino a 2000 pezzi, qualche volta spingendomi fino a 5.000. Non metto quindi mai in piedi posizioni così grandi da poter essere schiacciato!"
Steven è fedele alle sue azioni: quando ha deciso che un titolo è da seguire, continua a lavorarlo fino a quando non ritiene che le cose stiano andando davvero male, non prima.
Quanto lavora Steven? Sei ore e mezza al giorno, un po' meno di un lavoratore dipendente. Ma sono sicuro che si tratta di sei ore e mezza molto intense, perché per fare trading usando il book è necessario stare davvero molto, ma molto attenti e concentrati.
Tratto da "MILLIONAIRE TRADERS" di Lien K. Schlossenberg
2 di 53-09/9/2015 12:020
simosemo1978
N° messaggi: 21861 -
Iscritto da: 24/1/2012
Beh,e cosa c'è di così grande?
fa quello che fanno i trader svegli.
Fanculo le notizie,investe in titoli con buona volatilità,non fa il passo più lungo della gamba.
3 di 53-09/9/2015 13:510
GIOLA
N° messaggi: 33377 -
Iscritto da: 03/9/2014
TYRONE BALL
Da ragazzo osservava suo padre che rimuginava la sera sul suo portafoglio azionario senza venirne a capo, e quando era al college prese un internato in Finanza che servì a introdurlo nell'ambiente e nella mentalità di chi opera sul mercato. Però era ancora dall'altra parte della barricata: gestiva ordini e prodotti finanziari, più che decidere su cosa investire e su cosa disinvestire, e quindi correre i rischi che sono connessi alla decisione. Fa una grossa differenza.
La molla scattò quando era già laureato e sposato di fresco: entrò di nuovo in contatto con un suo vecchio amico che aveva la casa disseminata di grafici e che faceva il trader a tempo pieno.
Il fascino di questa occupazione lo prese immediatamente: la libertà di decidere senza condizionamenti, la possibilità di fare molti soldi, l'assoluta verità che il successo o l'insuccesso dipendono solo da te, da quanto sei stato bravo a studiare la lezione e soprattutto a metterla in pratica...sono tutte caratteristiche che possiede l'attività di trading.
Detto fatto: vendette un piccolo appartamento ricavandone 75.000 $; 25.000 dollari li accantonarono (lui e la moglie) per vivere e 50.000 $ li misero da parte in un conto di trading. All'inizio (era il 1999) il conto aumentava perché tutto saliva. Tyrone non doveva in realtà fare alcun trading: bastava comperare e tenere. Poi però venne il grande crash del Nasdaq, con i titoli internet che persero anche il 90%, e anche il suo portafoglio perse moltissimo. Fu allora che capì: un suo amico, contrariamente a quanto capitava a lui, seguitava a fare piccoli profitti ma continuativi. Anche Tyrone aveva scoperto la vendita short e il vero trading, per il quale è indifferente che un titolo salga o scenda!
Oggi, ricco e felice, Tyrone lavora da casa sua, in una città dell'Illinois nella quale si trova a suo agio.
Non usa strumenti sofisticati: la pura analisi tecnica corredata da tutti i suoi strumenti, inclusi gli stop loss scritti col sangue.
Tratto da "MILLIONAIRE TRADERS" di Lien K. Schlossenberg
4 di 53-10/9/2015 11:340
GIOLA
N° messaggi: 33377 -
Iscritto da: 03/9/2014
ED SEYKOTA
Laureato in ingegneria elettronica al MIT, a quanto pare è stato il primo ad adottare la filosofia del SYSTEM TRADING, cioè del trading che rispetta in maniera ferrea i segnali d'acquisto e vendita provenienti da un sistema computerizzato.
Seykota costruì il suo primo Trading System negli anni settanta, quando lavorava per una società di brokeraggio americana, e si trattava di un Trading System che era tutto meno che sofisticato: non era nient'altro che l'incrocio di due EMA (MEDIE MOBILI ESPONENZIALI). Esso, negli anni, si è venuto modificando sì, ma molto marginalmente; per quanto se ne sa i fondamenti sono sempre quelli.
Richiesto in anni successivi di quali siano le cose importanti nel suo stile di trading, Seykota non esitò a dichiarare che innazitutto veniva il trend di lungo periodo, poi la situazione tecnica di breve termine e quindi il tentativo di individuare un buon punto d'ingresso o d'uscita; molto in basso nella lista delle sue preferenze venivano poi i fondamentali, che, facendo un consuntivo, in generale gli avevano sempre fatto perdere soldi.
Quanto alla necessità di attenersi ai segnali forniti dal Trading System, Seykota ricorda che le influenze del management della sua società di brokeraggio sulle decisioni prese dal Trading System si rivelarono nefaste! Per farla breve, a Seykota non veniva consentito di seguire in maniera ferrea le decisioni del Trading System: c'era sempre qualcuno dei suoi capi che - certo di essere lui il mago della finanza - gli dicevano: <>. Così Seykota non faceva quello che gli diceva la macchina e i clienti perdevano soldi.
Più in particolare, riferisce che una volta il programma generò un segnale d'acquisto per il future sullo zucchero intorno a 5 cent. I suoi capi dissero che lo zucchero era ipercomprato e non se ne fece niente.
Ma lo zucchero cominciò a salire, e allora i suoi capi si inventarono la regola che avrebbero comprato sul primo pullback ("ritorno indietro") di 20 punti (100 punti =1 cent).
Ma lo zucchero continuò a salire!
Allora i suoi capi decisero che avrebbero comprato sul primo pullback di 30 punti.
Ma lo zucchero continuò a salire ancoara senza fare mai un pullback di 30 punti...insomma, questa storia andò avanti per settimane fino a che lo zucchero arrivò a 9 cent.
A quel punto i suoi capi decisero che bisognava entrare, perchè quello era un BULL MARKET (un mercato toro, cioè al rialzo).
Ovviamente, dopo un paio di giorni che erano entrati il mercato cominciò a scendere inesorabilmente. Il sistema diede un segnale di vendita, ma i suoi capi lo ignorarono, perché quello doveva essere un mercato al rialzo: LORO ERANO APPENA ENTRATI!
Un'operazione che avrebbe significato un quasi raddoppio del capitale si tramutò in una grossa perdita, per stupidità.
Un altro aspetto che a Seykota non andava a genio era che, l'interesse della società era quello di lucrare commissioni, cioè di fare operazioni anche quando il Trading System non dava alcun segnale; il management lo spingeva ad operare anche quando il mercato non presentava particolari opportunità.
Detto fatto, Seykota mise la foto della moglie e dei figli in una scatola e annunciò al suo capo che se ne andava.
Cosa fece? Quello che vorrebbero fare quasi tutti: aprì un ufficietto a casa sua, sulle rive del lagp Tahoe, e, passaparola di qua, passaparola di qua, cominciò a vendere i suoi servizi a clienti che, questa volta, lo lasciavano fare perché per fortuna loro non avevano un amico alla Federal Reserve che li consigliava.
I RISULTATI FURONO IMPRESSIONANTI
Uno dei suoi clienti, quello che lui tiene tuttora come benchmark (cioè come metro di misura), cominciò con 5.000 dollari nel 1972 e nel 1988 aveva guadagnato 15 milioni di dollaro. Non si conosce nessun altro trader che sia riuscito a fare altrettanto nello stesso numero di anni.
Seykota non ha nessun collegamento in tempo reale sulla sua scrivania per osservare l'andamento dei mercati; sostiene che un collegamento in tempo reale è come una slot machine: continui a mettere soldi, e normalmente li perdi. Lui segue solo grafici daily, il che significa che aggiorna al mattino i suoi file con le chiusure del giorno precedente e...basta. Il suo Trading System gli dice cosa fare per quel giorno; lui lo fa e poi va a pescare.
Questo stile rilassato è, secondo Seykota, una delle chiavi di successo, perché chi si lascia sopraffare dalle emozioni che i mercati seguiti troppo da vicino e con troppo coinvolgimento inevitabilmente procurano, sbaglia facilmente. In questo modo è possibile tagliare immediatamente senza rimpianti un trade nato male, in modo da non proseguirlo peggio: un'altra chiave del successo, come ben sappiamo.
Ovvio che, in uno stile simile, giochino una parte preponderante gli stop loss, che vengono posizionati immediatamente quando viene presa una posizione. Successivamente, come è prassi corretta, questi stop vengono aumentati per proteggere i profitti realizzati.
Seykota non ha mai perso denaro? CERTAMENTE, ANCHE LUI!
Per esempio, quando era alle prime armi, negli anni Settanta, pensava che l'argento sarebbe dovuto salire semplicemente perché il Tesoro americano aveva smesso di venderlo.
Perse, relativamente, una fortuna.
Fu allora che cominciò a pensare all'analisi tecnica, perché si accorse di quanto fallace sia appoggiare una strategia di trading su notizie che tutti sul mercato conoscono.
Per inciso, riferisce che in quell'occasione aveva manifestato a tutti la sua convinzione, COMMETTENDO UN ALTRO ERRORE FATALE, PERCHE' DOPO ESSERSI PRONUNCIATO IN MANIERA COSI' UNIVOCA, L'ARGENTO DOVEVA SALIRE, LUI NON POTEVA DIMOSTRARE PUBBLICAMENTE DI AVERE AVUTO TORTO! IN QUESTO MODO ERA EGLI STESSO PORTATO A INTERPRETARE OGNI ULTERIORE CEDIMENTO SOLO COME CORREZIONE SECONDARIA, PERDENDO IN TAL MODO SEMPRE PIU' DENARO.
Non riconoscere di aver sbagliato è forse il peggiore degli errori.
Seykota è certamente un trend follower; lo testimonia il tipo di Trading System che usa: nella buona sostanza un incrocio di medie mobili.
Sempre a proposito di Trading System, chi li usa si trova sempre di fronte a un dilemma: NE SEGUO LE INDICAZIONI O LE INTERPRETO?
A questo proposito, Seykota riferisce che all'inizio interpretava, il che si traduceva nel saltare di qua e di là senza meta. Era di fatto convinto di essere
più bravo del sistema; gli sembrava uno spreco della sua laurea del Mit star lì seduto ad aspettare un segnale senza tentare di immaginare la prossima mossa che il mercato si apprestava a fare. E il più delle volte...aveva ragione il sistema!
Seykota attribuisce molta importanza anche al cosiddetto stile di MONEY MANAGEMENT, che non è altro che l'insieme dei criteri da seguire per allocare la liquidità. Il suo stile di money management tuttavia non riveste particolare carattere di originalità: non investe mai più del 5% del capitale disponibile in un solo deal (operazione), o comunque, non prende mai una posizione così grande da mettere in pericolo la totalità del suo patrimonio o di quello del cliente, e in generale tende a essere più aggressivo dopo un grosso guadagno, e molto più prudente dopo una pesante perdita.
"My success comes from my love of the markets" ripete spesso.
Tratto da "MARKET WIZARDS" Di Schwagen J.D.
5 di 53-Modificato il 17/9/2015 12:070
GIOLA
N° messaggi: 33377 -
Iscritto da: 03/9/2014
HOOSAIN HARKNER
Hoosain vive in Sudafrica e in una lunga e bella intervista ha raccontato di come, giovane e brillante ingegnere informatico, abbia lasciato il posto fisso, abbia messo su un'impresa assieme ad alcuni soci, e di come l'impresa sia rapidamente fallita.
Hoosain racconta che rimase circa un anno e mezzo senza lavoro e con un ammontare impressionante di debiti, che all'epoca pensava non sarebbe mai stato in grado di ripagare. Racconta anche di quanto fosse frustrante rimanere sveglio la notte con l'angoscia e la vergogna, e di vedere la moglie che doveva alzarsi molto presto la mattina per recarsi al lavoro.
In una di quelle notti insonni, però, Hoosain ebbe come un flash: si ricordò di un suo amico americano che guadagnava da vivere facendo trading, in particolare sul Forex. Detto fatto, si mise in contatto con lui che, da buon amico, sentita la situazione, si offrì di prestargli 1.000 $ (che Hoosain a quell'epoca non possedeva) e di gestirglieli; anzi, si offrì piuttosto di insegnargli a gestirseli da sé, che è certamente la mossa migliore, come non si stancano di ripetere, per esempio, tutti coloro che si occupano di aiuti ai Paesi in via di sviluppo.
Fu così che Hossain cominciò a fare trading. Passò quattro mesi a fare solo PAPER TRADING prima di lanciarsi nella mischia con denaro vero.
Oggi Hoosain è un ricco trader e ha svelato volentieri alcune delle regole cui si attiene costantemente. Ecco elencate di seguito quelle più significativa.
L'obiettivo di Hoosain è guadagnare 10 PIP al giorno. Punto.
Ricordo che 10 pip sull'EUR/USB, su un contratto standard di 100.000 $, fa 100.000 X 0,0001 = 100 $ di guadagno al giorno. Ovviamente lavorando contemporaneamente, per esempio, 10 contratti stiamo parlando di 1.000 $ al giorno, ossia 220.000 $ all'anno (ammesso di riuscirci, ovviamente).
Il senso di questa regola è: PONITI PICCOLI OBIETTIVI DI GUADAGNO IN TERMINI DI MOVIMENTO DEI PREZZI, E AMPLIFICA IL PROFITTO ASSUMENDO POSIZIONI RELATIVAMENTE GROSSE.
Hossain si alza al mattino presto e siede al PC verso le 7, rimanendo sul mercato fino circa alle 18. Tuttavia non ha un'operatività frenetica: quando raggiunge il suo obiettivo di 10 PIP di guadagno smette di fare operazioni, e non si lascia indurre in tentazione.
Spesso infatti chi si pone un obiettivo di take profit e lo raggiunge, qualora in seguito si profili l'opportunità di rientrare, lo fa, e spesso perde soldi. Il cedere a questa tentazione ha anche un nome: si chiama OVERTRADE, E SI SA CHE E' UNA PRATICA SPESSO PERNICIOSA.
Anche per non incorrere nel pericolo dell'overtrade, ma anche per proteggersi da se stesso, Hoosain adopera uno stop loss di 20 PIP. Se esso viene catturato nel corso della giornata, Hoosain si ferma e aspetta il giorno dopo per aprire eventualmente un'altra posizione.
Questo per evitare un'altra comune prassi perniciosa, che è quella DI VOLERSI RIFARE DA UNA PERDITA. Normalmente, se ci si lascia indurre, si perde denaro.
Hoosain lavora principalmente EUR/USD e GBP/USD. Richiesto di quale currency pair sia da evitare segnala USD/JPY, ma senza una ragione molto precisa. Afferma però che durante la giornata non lavora mai più di un solo currency pair alla volta.
Tratto da "MILLIONAIRE TRADERS" di Lien K. Schlossenberg
6 di 53-Modificato il 16/7/2017 10:010
GIOLA
N° messaggi: 33377 -
Iscritto da: 03/9/2014
PAUL WILLETTE
Autodidatta, ha iniziato anni fa con una semplice connessione su una normale linea telefonica commutata e un vecchio laptop.
Nonostante questi inizi sottotono, nel giro di 2 anni fu in grado di mettere insieme un account già a sei zeri.
Successivamente, Paul iniziò a lavorare online con i mini-futures sugli indici azionari, dove l'elevata leva finanziaria e la volatilità sono in grado di distruggere i migliori traders.
Paul però riuscì dove tanti altri hanno fallito, utilizzando la ricetta al tempo stesso più semplice e più difficile da seguire disciplinatamente: TAGLIARE LE PERDITE E LASCIARE CORRERE I PROFITTI!
Paul è quindi un trader altamente disciplinato, e lascia poco al caso, avvicinandosi ad ogni trader con la preparazione e la concentrazione di un atleta professionista.
Paul dice che si fida solo di se stesso, non delle opinioni degli analisti, i quali spesso sbagliano!
Paul applica i concetti semplici dell'analisi tecnica: VA ALLA RICERCA DI IMPORTANTI BREAK-OUT, SOPRATTUTTO QUELLI CHE AVVENGONO DOPO LUNGHISSIMI MOVIMENTI LATERALI!
Uno dei suoi più grandi successi fu Qualcomm, comperata a 55 dollari e poi rivenduta a 600!
In poche parole, Paul riassume così i suoi punti fermi:
- si cercano importanti break out;
- si punta una sola volta sull'asset;
- non si raddoppia MAI!;
- non si fa MAI MEDIA AL RIBASSO!;
- FINE.
Qui sotto potete vedere il grafico dell'azione DE LONGHI: superata la soglia dei 5 euro...
7 di 53-16/10/2016 10:100
GIOLA
N° messaggi: 33377 -
Iscritto da: 03/9/2014
LARRY HITE
I suoi primi hanni lavorativi non fecero presagire affatto che avrebbe avuto successo.
Già studente poco brillante, faceva fatica a tenere lo stesso lavoro per un tempo decente. Tentò molte strade: quella del palcoscenico e poi quella dello sceneggiatore cinematografico e televisivo.
Un giorno però sentì un'intervista radiofonica in cui un certo H.L.HUNT raccontava come aveva fatto fortuna comprando opzioni a buon prezzo sul petrolio.
Quello che attrasse Larry fu, in particolare, il fatto che HUNT sostenesse di correre rischi minimi, e questa idea del minimo rischio diede l'impronta a tutta la sua carriera successiva di trader.
Un'altra - o forse la medesima - caratteristica di Hite fu la ricerca cocciuta di prove statistiche della bontà di un certo metodo prima di usarlo con denaro vero sul mercato. A tale fine associò alla sua società - appena fondata - due statistici con la medesima sua passione per i mercati finanziari.
Nella sua attività di trader, Larry non cercò mai di ottenere il più alto profitto percentuale, bensì il migliore possibile tasso di crescita dei profitti COERENTE CON UN CONTROLLO DEL RISCHIO ESTREMAMENTE RIGOROSO!
Hite fu molto bravo nell'applicare questi principi, perchè negli otto anni dall'inizio dell'attività sul mercato ottenne un rendimento stellare: il 30% composto all'anno! Soprattutto è stato molto a gestire le perdita: la sua maggior perdita semestrale infatti fu del 15%, ma la maggior perdita su 12 mesi fu solo dell'1%!
Ovviamente, con questa performance, il fondo gestito da Larry divenne in breve il più grosso fondo americano che investe in future.
Una delle massime favorite da Larry è che uno degli aspetti favolosi dell'operare sui mercati finanziari è che TU NON SAI MAI COSA SUCCEDERA' DOMANI, MA SAI ABBASTANZA BENE CHE COSA SUCCEDERA' NEL MEDIO TERMINE! E aggiunge che lui opera seguendo RELIGIOSAMENTE I SEGNALI CHE PROVENGONO DAI SUOI TRADING SYSTEM, STOP LOSS E TAKE PROFIT COMPRESI.
Richiesti di spiegare se questo non sia un modo di operare in fondo poco eccitante, Larry rispose che lui non è nel mercato per divertirsi, ma per guadagnare, e quando un Trading system ha fornito in passato consistentemente buoni risultati sul medio termine, continuerà a fornire gli stessi buoni risultati in futuro: inutile stare in ansia.
Larry Hite non devia mai dai suoi metodi: RINCORRERE LE NEWS NON PORTA ALTRO CHE ANSIA E CONFUSIONE.
Tratto da "MARKET WIZARDS" Di Schwagen J.D.
Qui sotto potete ammirare la performance di un semplicissimo trading system (CROCE DORATA) sul titolo Brembo: +538% IN 1471 GIORNI...STELLARE!!!
8 di 53-Modificato il 16/7/2017 10:320
GIOLA
N° messaggi: 33377 -
Iscritto da: 03/9/2014
MARK WEINSTEIN
Era un agente immobilare ma era stufo di vendere case. Fu iniziato al trading da un amico che operava sulle commodities.
Il suo primo trade fu un autentico disastro: partì con 8.400 $ e comprò un contratto sul granturco seguendo il consiglio di un analista pubblicato su una rivista; tre giorni dopo perdeva 7.500 $.
Dice di avere iniziato senza sapere minimamente ciò che faceva: guardava i grafici come se fossero videogame. Semplicemente, era a tal punto stufo di vendere case che voleva assolutamente cambiare, qualunque cosa pur di cambiare, e questo fu il primo errore. Il secondo errore fu che investì tutto il denaro che aveva per cui si trovò senza margine di manovra per potersi rifare, e quindi dovette riprendere l'attività di agente immobiliare per ricostituirsi il capitale da cui ripartire. Ci vollero 7 mesi per guagagnare altri 24.000 $, tenerne 4.000 per vivere e investirne 20.000.
Nel frattempo studiò analisi tecnica e gli divennero familiari concetti come ipervenduto e ipercomprato e altre diavolerie, e soprattutto elaborò il suo concetto di trading, che consisteva semplicemente nell'acquistare un titolo altamanete ipervenduto per un ammontare che gli lasciasse denaro sufficiente per due margin call. Il denaro che lasciava sul conto, in altri termini, era pari a due stop loss.
Mark ci avverte che uno degli errori commessi più di frequente da chi fa trading è di fissarsi dei target di profitto troppo rigidi: lui esce immediatamente dalla posizione nel momento in cui non si sente più sicuro di ciò che sta facendo, e questo può capitare dopo due ore come dopo due minuti.
Nell'arco di qualche tempo Mark raggiunse l'obiettivo comune a tutti coloro che fanno trading: un milione di dollari, e lo superò abbondantemente negli anni successivi.
Tratto da "MARKET WIZARDS" Di Schwagen J.D.
9 di 53-16/7/2017 10:420
7belfagor
N° messaggi: 17134 -
Iscritto da: 20/11/2009
?.........e la storia di Giola quando la leggiamo????
10 di 53-16/7/2017 11:170
Geronimo01
N° messaggi: 110 -
Iscritto da: 05/11/2013
Buongiorno, ma secondo voi , chi sono i più bravi traders, o i migliori procacciatori di affari su questa piattaforma? A me vengono in mente rampani, il capitano, giola e gestabellica
11 di 53-16/7/2017 12:030
tocai
N° messaggi: 6060 -
Iscritto da: 14/3/2011
Ciao Giola. Personalissimo pensiero.... Tu sei più bravo di tutti loro.... X quanto mi riguarda...... Devo continuare ad esser capace di tagliare.... Quando sarò in grado di farlo "sempre".... Sarò come uno li loro...
12 di 53-22/7/2017 13:410
perseo45
N° messaggi: 269 -
Iscritto da: 30/7/2014
bello mi piacciono le storie dei trader
13 di 53-23/7/2017 13:060
GIOLA
N° messaggi: 33377 -
Iscritto da: 03/9/2014
INDI JONES
A quanto pare vive metà dell'anno facendo trading da un condominio sulla spiaggia in un'isola caraibica, e l'altra metà dell'anno facendo trading da un qualunque mercato emergente in giro per il mondo.
E' sempre alla ricerca di gemme nascoste, come le chiama lui, ossia di imprese sottovalutate ma con un grande futuro.
Indi presenta quindi questo doppio aspetto: è da un lato un heavy trader (molto heavy) e dall'altro un investitore, se non proprio a lungo termine, almeno a medio termine: certe posizioni le può detenere fino a due o tre anni (al massimo).
La cosa curiosa è che tiene conti ben separati per le sue diverse attività...anche se a ben vedere non è poi così curiosa, la faccenda, perchè in questo modo può monitorare le diverse performance delle diverse strategie di investimento utilizzate.
La sua carriera iniziò come dipendente di una casa di brokeraggio a 16.000 dollari l'anno, poi decise di passare al trading per se stesso, cominciando con un capitale di 25.000 dollari e così...possedeva gia 1.000.000 di dollari prima di aver compiuto i trent'anni!
La sua attività - dato che lavora per lo più commodities - comincia molto presto al mattino: tre ore di heavy trading fino alle 6, quindi null'altro per tutta la giornata rimanente.
In quelle intense 3 ore lavora di solito 10, 20, 30 contratti per volta, ma occasionalmente può salire anche a 1.000 contratti: dipende.
Più importante ancora del numero di contratti, per capire quale sia il suo grado di attività, è conoscere quante volte li acquista e li vende in quelle frenetiche tre ore, e la risposta è stupefacente: può andare da 20 fino a - facilmente - 100 cicli completi di acquisto/vendita. Questo significa che su certi trade può succedere che stia dentro 2 0 3 minuti: è un vero scalper.
Che cosa adopera Indi? Le solite cosa: gira il mindo con 3 PC che apre contemporaneamente davanti a lui, e uno dei tre contiene Trade-Station, ossia la prima piattaforma che ha reso possibile costruire dei Trading system esattamente come oggi si può fare con ProRealTime.
Dunque Indi progetta i suoi protocolli, li testa, quindi si attiene religiosamente ai loro dettami.
14 di 53-24/7/2017 12:430
rampani
N° messaggi: 72925 -
Iscritto da: 03/9/2007
zilart2
N° messaggi: 9069 -
Iscritto da: 01/4/2012
Sti figa! Con un trading system e due spiccioli posso diventare anch'io milionario
16 di 53-24/7/2017 13:460
zilart2
N° messaggi: 9069 -
Iscritto da: 01/4/2012
🤑
17 di 53-24/7/2017 13:470
rampani
N° messaggi: 72925 -
Iscritto da: 03/9/2007
ahahahah... ma tu piacele MELLUSS
18 di 53-24/7/2017 17:070
6nove
N° messaggi: 22396 -
Iscritto da: 03/8/2012
Bella giola
19 di 53-10/9/2017 12:160
GIOLA
N° messaggi: 33377 -
Iscritto da: 03/9/2014
DANA "DAN" ALLEN
Vive nel Nevada e fin quando era un ragazzino era affascinato dal trading; già allora pianificava delle tattiche elementari di operazioni di mercato.
Ha iniziato a leggere il Wall Street Journal a 9 anni e ha aperto il proprio conto trading sulle materie prime a 21 anni.
La carriera di Dan è stata caratterizzata da un tema generale: la sua straordinaria capacità di comprare un dollaro di valore per un centesimo di prezzo.
Che si tratti di materie prome, azioni, opzioni, Dana è riuscito sempre a trovare valore nascosto in qualsiasi strumento abbia lavorato, spesso moltiplicando il suo investimenti iniziale di dieci volte.
Dana Allen, in altri termini, sa comprare (le cose giuste) quando la maggior parte degli altri partecipanti al mercato vende, anche se il suo stile di trading non è per i deboli di cuore e può anche sembrare caotico.
In un'intervista, Dana ha raccontato che anche suo padre operava sui mercati finanziari, ma era un investitore. Era un uome d'affari non un trader.
Racconta che cominciò lui a fare il trader e che, come la maggior parte delle persone, iniziò con lotti minimi: 3.000 dollari. Dopo 6 mesi di lavoro riuscì a guadagnare 40.000 dollari con il future sul rame.
Alla domanda di quale sia il suo segreto, Dan risponde che lui usa l'analisi tecnica, seguendo passo passo il grafico finchè il trend sembra ancora sano e vendendo tutto non appena la quotazione inizia a perdere slancio!
Nel 2002 ha iniziato ad applicare sistemi di automazione nelle decisioni di acquisto/vendita di titoli.
Un sacco di gente sostiene che non si può avere un sistema completamente automatizzato che funzioni; ma sappiamo tutti che uno dei più grandi nemici del trading è l'emozione.
Dana afferma che le persone hanno la tendenza a vendere nel momento peggiore possibile. Dana afferma di non essere diverso, ma che i sistemi automatici aiutano nel prendere decisioni di trading sterilizzando l'emotività.
In conclusione, afferma di avere una predilezione ingiustifacata per le posizioni long, e che bisogna conoscere se stessi: lui tende a comprare azioni in condizioni di ipervenduto, e non si sente così bravo a mettersi short.
Questa, in fondo, è un'altra ragione per l'uso di sistemo automatizzati.
20 di 53-05/2/2018 20:030
zxcaste
N° messaggi: 995 -
Iscritto da: 08/9/2015
Il prossimo miliardario è questo... https://www.quotidiano.net/economia/bitcoin-didi-taihuttu-1.3699208
Vive nei sobborghi di Chicago, e opera da casa sua. Dice che, quando lavorava per un broker, ascoltava le news su CNBS e prestava orecchio alle opinioni dei colleghi, ma che tutto quel "rumore" e quegli impulsi contraddittori costituivano soltanto un elemento di distrazione. Adesso, nel silenzio della sua casa, guarda solo le notizie che interessano quei pochi titoli che ha deciso di lavorare. Però non le utilizza per fare trading, ma solo per smettere di fare trading se le informazioni che gli arrivano appaiono dissonanti con ciò che pensa lui.
Steven è un disciplinato utilizzatore di Trading system, le cosiddette black box, che macinano le quotazioni e danno come risultato un semplice consiglio: long o short.
Steven è anche un disciplinato utilizzatore del cosiddetto LIVELLO 2 DEL BOOK, ossia osserva con molta attenzione come si disposte sul campo la domanda e l'offerta, e interviene in acquisto o in vendita interpretando la situazione. E' per questo motivo che privilegia i titoli del Nasdaq e fra essi quelli che hanno volumi giornalieri tra le 300.000 e un milione di azioni: interpretare il book per i grandi titoli del NYSE è molto più difficile, perché lì sono in campo i grandi investitori istituzionali, i quali molto spesso non hanno una strategia: comprano e basta e vendono e basta, senza offrire agli outsiders possibilità di profitto nelle pieghe delle contrattazioni.
"Tipicamente", dice Steven, "per un'azione che scambia 300.000 pezzi al giorno, io entro con 100 pezzi e fino a 2000 pezzi, qualche volta spingendomi fino a 5.000. Non metto quindi mai in piedi posizioni così grandi da poter essere schiacciato!"
Steven è fedele alle sue azioni: quando ha deciso che un titolo è da seguire, continua a lavorarlo fino a quando non ritiene che le cose stiano andando davvero male, non prima.
Quanto lavora Steven? Sei ore e mezza al giorno, un po' meno di un lavoratore dipendente. Ma sono sicuro che si tratta di sei ore e mezza molto intense, perché per fare trading usando il book è necessario stare davvero molto, ma molto attenti e concentrati.
Tratto da "MILLIONAIRE TRADERS" di Lien K. Schlossenberg