Marr (MARR)

- Modificato il 08/1/2017 14:27
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Grafico Intraday: MarrGrafico Storico: Marr
Grafico IntradayGrafico Storico
Grafico Intraday: Ftse MibGrafico Storico: Ftse Mib
Grafico IntradayGrafico Storico

 

DA OLTRE 40 ANNI MARR SERVE PIU' DI 4.000 CLIENTI NELLA RISTORAZIONE COMMERCIALE CON UN ASSORTIMENTO DI 10.000 PRODOYYI ALIMENTARI





http://www.marr.it/



Lista Commenti
38 Commenti
1 
1 di 38 - 08/1/2017 14:28
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Marr: nuovo segnale di forza sopra 17,75 euro

Nervosa fase accumulativa per Marr , che sta pressando la resistenza a 17,75 euro, senza però trovare un utile sbocco rialzista: il titolo è sostenuto dal supporto a quota 17,25 e per il momento mostra una buona solidità di fondo, ma il mancato breakout del precedente livello alla lunga potrebbe intaccare la tendenza di breve. Certo è che un alluno oltre 17,75 euro potrà spingere le quotazioni verso 17,95-18, con la concreta prospettiva di una successiva estensione verso 18,30 euro.

Gli oscillatori di momentum stazionano al di sopra delle rispettive soglie di equilibrio e segnalano una forza relativa sostenuta, mentre il Parabolic Sar si è girato in posizione long convalidando l’ipotesi di un imminente movimento positivo. Al ribasso, pericolosa una discesa sotto 17,25 euro.

http://www.milanofinanza.it

Marr-112645.jpg
2 di 38 - 08/1/2017 14:31
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Marr, Mediobanca ha limato il prezzo obiettivo

Gli analisti di Mediobanca hanno limato da 19,6 euro a 19,4 euro il target price su Marr, in seguito alla revisione delle stime per i prossimi trimestri; tuttavia, gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato).

312cl
3 di 38 - 23/2/2017 11:45
borsamania N° messaggi: 577 - Iscritto da: 09/6/2016
Nelle ultime 3 settimane il titolo della società leader in Italia nella distribuzione al Foodservice continua pericolosamente a stazionare al di sotto della resistenza chiave a 18.80 euro. Nel brevissimo periodo i corsi dovranno trovare la forza di abbattere questo ostacolo, altrimenti il rischio di andare a testare il sostegno a 17.65 euro rimarrà alto. Sotto tale livello, la correzione avrebbe spazio per proseguire fino al primo target posizionato in area 16.80 euro. Sul fronte opposto invece, oltre i 18.80 euro (in chiusura di seduta), lo scenario grafico migliorerà e potremmo assistere ad un ritorno dei prezzi a 19,10 euro (19,47 seconda forte resistenza; 19,73 prezzo max storico). Il titolo in 6 mesi ha guadagnato il 6%, il 5% in 12 mesi, + 40% in 3 anni e +120% in 5 (dal 2005 ad oggi +180%).
4 di 38 - 01/5/2017 12:35
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Marr, ok dei soci al bilancio 2016 e al dividendo 2017


L’assemblea dei soci di Marr ha approvato il bilancio dell’esercizio 2016, chiuso con un utile netto civilistico di 55,8 milioni di euro, e ha deliberato di assegnare un dividendo di 0,7 euro per azione; la cedola sarà staccata il 22 maggio.

Inoltre, l’assemblea ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione che resterà in carica fino all’approvazione del bilancio del 2019.

Nel corso dell’assemblea degli azionisti il management ha anticipato che le vendite dei primi tre mesi del 2017 sono risultate in crescita in linea con gli obiettivi prefissati.
3uv9-
5 di 38 - 28/5/2017 10:19
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Cremonini: “Non solo carne portiamo il cibo made in Italy fino in Kazakistan e Australia”

L’AD DEL GRUPPO SPIEGA LE STRATEGIE DI CRESCITA CHE LO PORTERANNO ENTRO IL 2017 A SUPERARE LA SOGLIA DEI 4 MILIARDI DI FATTURATO: “IN POCHI SANNO CHE SIAMO I MAGGIORI DISTRIBUTORI NAZIONALI DI PESCE”

di Giorgio Lonardi


«Il 2016 è andato bene: il giro d’affari è cresciuto del 9,8% fino a raggiungere i 3,7 miliardi di euro. Mentre l’ebitda è aumentato del 2,4% attestandosi a 270,6 milioni e l’ebit a 172,7 milioni (+3,2%). Quanto all’utile netto si attesta a 51,4 milioni con una lieve riduzione sul 2015 quando era a 55 milioni. Insomma, siamo soddisfatti anche perché questi risultati arrivano in un anno di investimenti molto alti, i più alti di sempre: 227,8 milioni, di cui 116,6 solo per le acquisizioni».

Vincenzo Cremonini, amministratore delegato del gruppo di famiglia fondato dal padre Luigi è contento. Accende il motore della sua Porsche Panamera e partiamo da Fidenza (Parma) dove è stato appena inaugurato il 100° ristorante della catena Roadhouse per Castelvetro in provincia di Modena, dove c’’è la sede del gruppo. Il viaggio è breve, la Panamera silenziosa quanto basta per favorire una chiacchierata sull’andamento di un gruppo che quest’anno supererà i 4 miliardi di ricavi. Oggi Cremonini è un impero fondato sulla carne ma che spazia in settori come la distribuzione di prodotti alimentari in tutto il mondo e come la ristorazione.

Mentre imbocchiamo l’autostrada Vincenzo inizia a parlare: «Certo, la carne è nel nostro Dna. Ma lo sa che noi siamo i maggiori distributori di pesce in Italia per un valore di 650 milioni di euro? Nel 2016 i nostri ricavi derivavano per il 46% dalle attività di produzione (carni bovine, salumi e snack), per il 41% dal settore della distribuzione e il rimanente 13% dalla ristorazione. Ancora oggi quando posso, il sabato o la domenica, siedo ad uno dei tavoli dei nostri Roadhouse. Lo faccio perché mi piace. E poi - aggiunge - non esiste in Europa un posto in cui si mangi carne di qualità a questo prezzo: lo scontrino medio per persona è di 13 euro a pranzo e di 18 euro a cena».

Già, la ristorazione è una vecchia passione per Cremonini che da ragazzo era andato in America per capire il modello McDonald’s. E che poi, tornato in Italia, si sarebbe rimboccato le maniche per sviluppare la catena Burghy, portandola fino a quasi un centinaio di ristoranti per poi venderla alla stessa McDonald’s. Da allora il gruppo di Castelvetro è partner del colosso americano a cui vende la carne per i ristoranti in Italia e in parte dell’Europa.

«Prendiamo un gioiellino come Roadhouse che ha chiuso il 2016 con 125 milioni di ricavi e dà lavoro a 2.600 persone. Oggi i nostri ristoranti fatturano in media 1,6 milioni all’anno. E entro il 2017 ne apriremo una ventina, forse di più. Ecco perché penso che quest’anno dovremmo chiudere con 170 milioni di ricavi. Mentre l’ebitda salirà dal 17% al 19%».

L’esempio di Rodhouse ci fa capire come la strategia del gruppo sia centrata sulla crescita e sugli investimenti. E che la certezza dei 4 miliardi di ricavi previsti per il 2017 è riposta soprattutto sulle acquisizioni. Attento a non superare i limiti di velocità a un certo punto Vincenzo lascia il pedale dell’acceleratore e rallenta.

Poi dice: «Adesso premo il bottone del booster». In meno di un attimo la Panamera subisce una spinta fortissima e torna a 130 chilometri l’ora. «Ecco, le acquisizioni che abbiamo fatto nel corso del 2016 e che sono state consolidate solo in parte, in base alla data in cui sono avvenute, avranno l’effetto del booster sul nostro fatturato. Basterà il loro consolidamento totale nel bilancio 2017 per farci superare l’asticella dei 4 miliardi».

In effetti il 2016 del gruppo Cremonini è stato ricco di acquisizioni. A cominciare dalla produzione dove la controllata Inalca ha rilevato Unipeg, 400 milioni di ricavi, il secondo operatore nazionale del settore. Un’operazione che è stata quasi un salvataggio e che ha consolidato la leadership del gruppo che oggi controlla circa il 30% del mercato nazionale.

«Senza dimenticare», precisa l’ad, «l’avvio dei lavori per il nuovo impianto di macellazione in Polonia, il più grande del gruppo al di fuori dell’Italia. O anche l’acquisto di Manzotin, un marchio molto noto nel nostro paese. Oppure l’apertura di uno stabilimento per la produzione di salumi a Toronto in joint venture con Joe Vitale, un bravo imprenditore italo-canadese. In Canada c’è una grande richiesta di prodotti italiani. E così noi li inviamo oltreoceano mentre l’affettatura e il confezionamento si fanno a Toronto».

Se la produzione è uno dei pilastri del gruppo, la distribuzione è un comparto altrettanto dinamico. La Cremonini Spa, infatti, controlla il 50,4% di Marr, azienda quotata in Borsa e specializzata nella distribuzione di prodotti alimentari per la ristorazione del Bel Paese.

«La stessa Marr», precisa Cremonini, «che ha rilevato l’anno scorso il 100% delle quote di Deal, una società abruzzese con un giro d’affari di una cinquantina di milioni che opera a livello locale oltre a Speca, punto di riferimento per l’area del Lago Maggiore».

Ma non basta. Il gruppo di Castelvetro ha un ruolo sempre più rilevante a livello internazionale.

«Oltre a portare avanti il nostro business siamo un po’ gli ambasciatori del made in Italy a tavola in giro per il mondo. Lo conferma l’ingresso di CDP Equity, (Gruppo Cassa Depositi e Prestiti) nel capitale di Inalca con il 28,4%. E lo certificano le iniziative portate avanti in questo settore»

Va dunque in questo senso la fresca inaugurazione di una piattaforma distributiva in Kazakistan.

«Quando entriamo in un Paese per prima cosa costruiamo una piattaforma distributiva: in pratica un enorme magazzino in grado di assicurare non solo la catena del freddo per la carne ma anche di fungere da deposito per i prodotti secchi e per quelli freschi. Contemporaneamente mettiamo in piedi la logistica. Si tratta di un modello formidabile per favorire l’export dei prodotti italiani».

In altri casi il gruppo ricorre alle acquisizioni di aziende distributive estere lasciando la gestione ad un partner locale.

«L’anno scorso», sintetizza Cremonini, «siamo entrati in Australia attraverso l’acquisizione del 60% delle due società Fresco Gourmet e Itaus. Stessa musica in Spagna dove abbiamo comprato il 60% di GrupoComit, il più grande distributore di alimentari italiani nelle Canarie. E a Hong Kong tramite l’acquisto del 57,3% di Bright View Trading».


4080p
http://www.repubblica.it
6 di 38 - 17/9/2017 10:43
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
ZUPPA DI TARTARUGA

Laurence A. Conner e Linda Bradford Raschke calcolarono che la probabilità di guadagnare andando long (short) su un'uscita (breakout) al rialzo (al ribasso) da un trading range (o sideways) cioè da un movimento laterale, è bassa: solo il 30%.

Pensarono allora di fare l'opposto di ciò che si fa normalmente in questi casi, cioè andare short su un breakout al rialzo e long su un breakout al ribasso.

Notarono inoltre che se l'uscita dal sideways, per esempio al rialzo, fallisce, appare ragionevole pensare che la discesa continui fino al bordo inferiore del trading range a causa delle vendite di coloro che attendevano da tempo il segnale rialzista e che hanno preso una posizione long, rimanendo tuttavia delusi dalle perdite che si stanno nel frattempo accumulando.

Il tutto funziona ovviamente al contrario nel caso di un breakout ribassista.

56bhe
7 di 38 - 24/9/2017 08:28
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #6 - 17/Set/2017 08:43ZUPPA DI TARTARUGA

Laurence A. Conner e Linda Bradford Raschke calcolarono che la probabilità di guadagnare andando long (short) su un'uscita (breakout) al rialzo (al ribasso) da un trading range (o sideways) cioè da un movimento laterale, è bassa: solo il 30%.

Pensarono allora di fare l'opposto di ciò che si fa normalmente in questi casi, cioè andare short su un breakout al rialzo e long su un breakout al ribasso.

Notarono inoltre che se l'uscita dal sideways, per esempio al rialzo, fallisce, appare ragionevole pensare che la discesa continui fino al bordo inferiore del trading range a causa delle vendite di coloro che attendevano da tempo il segnale rialzista e che hanno preso una posizione long, rimanendo tuttavia delusi dalle perdite che si stanno nel frattempo accumulando.

Il tutto funziona ovviamente al contrario nel caso di un breakout ribassista.

56bhe



58jxw
8 di 38 - 25/9/2017 15:26
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #6 - 17/Set/2017 08:43ZUPPA DI TARTARUGA

Laurence A. Conner e Linda Bradford Raschke calcolarono che la probabilità di guadagnare andando long (short) su un'uscita (breakout) al rialzo (al ribasso) da un trading range (o sideways) cioè da un movimento laterale, è bassa: solo il 30%.

Pensarono allora di fare l'opposto di ciò che si fa normalmente in questi casi, cioè andare short su un breakout al rialzo e long su un breakout al ribasso.

Notarono inoltre che se l'uscita dal sideways, per esempio al rialzo, fallisce, appare ragionevole pensare che la discesa continui fino al bordo inferiore del trading range a causa delle vendite di coloro che attendevano da tempo il segnale rialzista e che hanno preso una posizione long, rimanendo tuttavia delusi dalle perdite che si stanno nel frattempo accumulando.

Il tutto funziona ovviamente al contrario nel caso di un breakout ribassista.

56bhe



58wtf
9 di 38 - 12/11/2017 12:14
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #6 - 17/Set/2017 08:43ZUPPA DI TARTARUGA

Laurence A. Conner e Linda Bradford Raschke calcolarono che la probabilità di guadagnare andando long (short) su un'uscita (breakout) al rialzo (al ribasso) da un trading range (o sideways) cioè da un movimento laterale, è bassa: solo il 30%.

Pensarono allora di fare l'opposto di ciò che si fa normalmente in questi casi, cioè andare short su un breakout al rialzo e long su un breakout al ribasso.

Notarono inoltre che se l'uscita dal sideways, per esempio al rialzo, fallisce, appare ragionevole pensare che la discesa continui fino al bordo inferiore del trading range a causa delle vendite di coloro che attendevano da tempo il segnale rialzista e che hanno preso una posizione long, rimanendo tuttavia delusi dalle perdite che si stanno nel frattempo accumulando.

Il tutto funziona ovviamente al contrario nel caso di un breakout ribassista.

56bhe



5tayt
10 di 38 - 13/11/2017 15:40
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #6 - 17/Set/2017 08:43ZUPPA DI TARTARUGA

Laurence A. Conner e Linda Bradford Raschke calcolarono che la probabilità di guadagnare andando long (short) su un'uscita (breakout) al rialzo (al ribasso) da un trading range (o sideways) cioè da un movimento laterale, è bassa: solo il 30%.

Pensarono allora di fare l'opposto di ciò che si fa normalmente in questi casi, cioè andare short su un breakout al rialzo e long su un breakout al ribasso.

Notarono inoltre che se l'uscita dal sideways, per esempio al rialzo, fallisce, appare ragionevole pensare che la discesa continui fino al bordo inferiore del trading range a causa delle vendite di coloro che attendevano da tempo il segnale rialzista e che hanno preso una posizione long, rimanendo tuttavia delusi dalle perdite che si stanno nel frattempo accumulando.

Il tutto funziona ovviamente al contrario nel caso di un breakout ribassista.

56bhe



5trtm
11 di 38 - 14/11/2017 15:43
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Marr, ricavi e utile in aumento nei primi nove mesi del 2017

Marr ha chiuso i primi nove mesi del 2017 con ricavi in crescita del 4,9% a 1,26 miliardi di euro; nello stesso periodo dello scorso esercizio il giro d’affari della società di ristorazione si era fermato a 1,2 miliardi di euro. In miglioramento anche il margine operativo lordo, che è salito da 92,65 milioni a 94,83 milioni di euro (+2,4%); tuttavia, la marginalità è peggiorata dal 7,7% al 7,5%.

Marr ha terminato il periodo gennaio-settembre con un utile netto (escluse le quote di terzi) di 53,93 milioni di euro, rispetto ai 49,98 milioni contabilizzati nei primi nove mesi del 2016 (+7,9%), grazie anche alla riduzione del carico fiscale per effetto della diminuzione dell’aliquota IRES. Nel solo terzo trimestre i ricavi sono cresciuti del 2,7% a 494,55 milioni di euro, mentre l’utile netto è salito dell’8,5% a 26,63 milioni.

A fine settembre l’indebitamento della società era sceso a 168,64 milioni di euro, dai 177,47 milioni di inizio anno, in conseguenza alla stagionalità dell’attività aziendale. I vertici di Marr hanno segnalato che il positivo andamento delle vendite di ottobre colloca i ricavi dei primi dieci mesi in linea con gli obiettivi di crescita per l’anno.


5u7r8
12 di 38 - 08/1/2018 15:26
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Marr, qualche stima sul 2017

Il Sole24Ore di domenica ha fornito alcune indicazioni su Marr per il 2017. La società prevede di aver chiuso l'esercizio appena terminato con ricavi superiori di 50-60 milioni di euro rispetto al risultato ottenuto nel 2016 (1,5 miliardi di euro). La marginalità dovrebbe attestarsi nell'intorno del 7%.
6a6ft
13 di 38 - 20/1/2018 17:45
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #12 - 08/Gen/2018 14:26Marr, qualche stima sul 2017

Il Sole24Ore di domenica ha fornito alcune indicazioni su Marr per il 2017. La società prevede di aver chiuso l'esercizio appena terminato con ricavi superiori di 50-60 milioni di euro rispetto al risultato ottenuto nel 2016 (1,5 miliardi di euro). La marginalità dovrebbe attestarsi nell'intorno del 7%.

6a6ft



6echb
14 di 38 - 25/2/2018 10:48
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #12 - 08/Gen/2018 14:26Marr, qualche stima sul 2017

Il Sole24Ore di domenica ha fornito alcune indicazioni su Marr per il 2017. La società prevede di aver chiuso l'esercizio appena terminato con ricavi superiori di 50-60 milioni di euro rispetto al risultato ottenuto nel 2016 (1,5 miliardi di euro). La marginalità dovrebbe attestarsi nell'intorno del 7%.

6a6ft



FANTASTICO TRADING RANGE!


6qzzc
15 di 38 - 04/3/2018 12:40
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #14 - 25/Feb/2018 09:48
Quotando: giola - Post #12 - 08/Gen/2018 14:26Marr, qualche stima sul 2017

Il Sole24Ore di domenica ha fornito alcune indicazioni su Marr per il 2017. La società prevede di aver chiuso l'esercizio appena terminato con ricavi superiori di 50-60 milioni di euro rispetto al risultato ottenuto nel 2016 (1,5 miliardi di euro). La marginalità dovrebbe attestarsi nell'intorno del 7%.

6a6ft



FANTASTICO TRADING RANGE!

6qzzc



6te5p
16 di 38 - 20/3/2018 11:45
rampani N° messaggi: 72895 - Iscritto da: 03/9/2007
non mettele mai dietlocinese... ahahaha




tumblr_inline_op43ij0rNd1qmu0ep_540.gif

17 di 38 - 20/3/2018 17:39
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
Mediobanca, solo l'M&A può scuotere la valutazione costosa di Marr

La banca d'affari ha alzato da 21,8 a 23,3 euro il target price del titolo, ma il rating resta neutral con l'azione che tratta a premio di oltre il 25% rispetto alle altre mid cap italiane. Un livello equo in assenza di un rinnovato consolidamento del mercato italiano del Foodservice potenzialmente attivato da Marr

di Francesca Gerosa

Mediobanca Securities alza da 21,8 a 23,3 euro il target price del titolo Marr che in borsa stamani sovraperforma il mercato con un +2,05% a 24,92 euro. Ma il rating resta neutral. La scorsa settimana, Marr ha rivelato i suoi numeri 2017, confermando l'efficienza del gruppo nella gestione del capitale circolante, nonché la sua capacità di salvaguardare la redditività anche in un contesto di inflazione dei prezzi, facendo pressione sul margine lordo.

I ricavi sono stati pari a 1,625 miliardi di euro (+5,2% anno su anno, +4% organico) con lo Street Market che ha rappresentato ancora il principale driver di crescita (+6,6% anno su anno, +4,7% organico) e con il Wholesale in aumento del 4,6% su base annua, in forte accelerazione nel quarto trimestre 2017. Per quanto riguarda poi il Foodservice, la componente prezzo/mix ha continuato a essere positiva: +1,6%. Con lo stretto controllo dell'opex, l'ebitda è risultato pari a 116 milioni di euro, con un margine del 7,1%, pressoché piatto anno su anno.

Il 2017 ha anche visto un debito netto di circa 158 milioni (1,4 volte l'ebitda), migliore rispetto alla stima di Mediobanca di 175 milioni. Il cda di Marr ha quindi proposto la distribuzione di un dividendo di 0,74 euro per azione (pay-out ratio del 75%) in linea con la stima della banca d'affari. Durante la conference call, il management di Marr ha dichiarato di aspettarsi che le vendite del Foodservice crescano del 3,5-4% quest'anno, sovraperformando ancora il mercato di riferimento e consolidando la quota di mercato di Marr .

ADVERTISEMENT


D'altra parte, per il canale Wholesale è previsto un trend piatto e il focus del gruppo sarà focalizzato sul miglioramento della redditività. Il management ha anche previsto un debito netto tra 160 e 165 milioni alla fine di quest'anno. "Confermiamo le nostre stime di una crescita dei ricavi del 3%, implicando una crescita del 3,8% nel Foodservice quest'anno e il prossimo", prevedono gli esperti di Mediobanca che hanno aumentato le stime di utile per azione 2018-2019 in media del 4% alla luce del miglioramento di 10 punti base del margine ebitda e dei minori oneri finanziari.

"Ma solo eventuali operazioni di M&A possono scuotere la valutazione abbastanza costosa di Marr ", puntualizzano gli analisti della banca d'affari, ricordando che la strategia del gruppo continua a garantire la massima visibilità e un eccellente controllo sia sul margine sia sul capitale circolante. Questo è stato particolarmente evidente per tutto il 2017 e rimane il pilastro di questa storia di investimento che offre un rendimento del dividendo sostenibile del 3,2%.

Sulla base delle nuove stime, gli analisti di Mediobanca hanno alzato il target price del titolo a 23,3 euro, supportato dal metodo dei flussi di cassa attualizzati basato sulle seguenti ipotesi: Wacc, costo medio ponderato del capitale, del 6% con un tasso privo di rischio del 3%; margine ebitda del 7,3%; una generazione normalizzata del flusso di cassa di circa 75 milioni di euro l'anno dalla precedente assunzione di 70 milioni di euro e un tasso di crescita perpetua dell'1,5%.

La volatilità estremamente bassa degli utili con nessun problema a livello di cambi e la forte conversione del free cash flow rimangono due fattori validi dietro questo caso di investimento, a detta degli esperti, ma "la nostra valutazione di Marr non permette un upside in borsa. Infatti, l'azione tratta a 23,5 volte il multiplo prezzo/utile 2018, rispecchiando un tasso medio annuo di crescita dell'utile per azione del 4% nel periodo 2017-2020, un multiplo che riflette un premio di oltre il 25% rispetto alle altre mid cap italiane. Un livello equo in assenza di un rinnovato consolidamento del mercato italiano del Foodservice potenzialmente attivato da Marr . Confermiamo, quindi, il rating neutral su Marr ".
marr-522769.jpg
https://www.milanofinanza.it/
18 di 38 - 11/11/2018 12:20
rampani N° messaggi: 72895 - Iscritto da: 03/9/2007
VENDELEE


Seguile il CINES…


tumblr_phvmlzv9G21x9xvmwo1_500.gif
19 di 38 - Modificato il 26/12/2018 13:41
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
MARR(GRUPPO CREMONINI) SMENTISCE RUMORS DI VENDITA

http://www.viaemilianet.it/flash/marrgruppo-cremonini-smentisce-rumors-di-vendita/#.XCN2cTBKhdg

9mafx
20 di 38 - 24/3/2020 09:29
GIOLA N° messaggi: 29544 - Iscritto da: 03/9/2014
MARR: . Banca IMI migliora la raccomandazione sul titolo da add a buy e riduce il target da 22,90 a 16,90 euro.

q7vck
38 Commenti
1 
Titoli Discussi
BIT:MARR 11.78 0.0%
BITI:FTSEMIB 34,344 0.0%

Accedendo ai servizi offerti da ADVFN, ne si accettano le condizioni generali Termini & Condizioni

ADVFN Network