"Dalla privatizzazione di Borsa Italiana ad oggi e' stato impresso un notevole sforzo per avvicinare le imprese italiane al mercato azionario. Da una lettura superficiale dei numeri puo' apparire un quadro distorto".

Lo afferma l'amministratore delegato di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, nel corso di un'audizione alla Camera, spiegando che "il fatto che a distanza di 12 anni il numero di societa' quotate e' il medesimo potrebbe suggerire l'immagine di un listino rigido e cristallizzato. La realta' e' molto diversa". Jerusalmi ha sottolineato che "ben 267 societa' sono state ammesse a quotazione sui mercati di Borsa Italiana (escludendo le ammissioni su Mta International e i trasferimenti tra mercati). Queste imprese hanno potuto raccogliere circa 53 miliardi di euro. Altri 116 miliardi di euro sono affluiti a societa' gia' quotate attraverso aumenti di capitale".

L'a.d. ha sottolineato che "il maggior contributo alla crescita del numero delle societa' quotate e' dalle imprese di piccole e medie dimensioni: ben 189 hanno trovato in Borsa un luogo dove poter finanziare i propri progetti imprenditoriali con capitale di rischio. Un buon contributo alla crescita del numero delle societa' quotate e' stato dato anche dalle imprese di piccole e piccolissime dimensioni: le Ipo di societa' con capitalizzazione inferiore a 100 mln sono state 64 e hanno raccolto 1,1 miliardi circa sul mercato. I delisting -ha proseguito ancora Jerusalmi- sono stati circa 200, di cui 71 dovuti a fusioni per incorporazione in altre societa' quotate, 98 a Opa con uscita dal mercato e 27 a perdita dei requisiti di quotazione". ren carlo.renda@mfdowjones.it