Dal prossimo 29 dicembre Ilva rischia di ritrovarsi senza fornitura di gas. In una lettera datata 1* dicembre, scrive il Corriere della Sera, Eni -fornitore della più grande acciaieria d'Europa- ha segnalato al committente che da quella data si troverà costretta a sospendere l'erogazione del metano perché scadrà il servizio di emergenza con il quale il colosso di San Donato in questi ultimi 3 mesi ha provveduto ad approvvigionare l'impianto di Taranto.

Questo, spiega il giornale, significherebbe l'immediata chiusura dell'area a caldo perché gli altiforni non avrebbero la materia prima per bruciare il rottame ferroso necessario per produrre l'acciaio liquido e comporterebbe anche il blocco delle cokerie e l'azzeramento della produzione con contestuale demolizione della struttura e almeno due anni di lavoro per farla tornare a regime.

Nella situazione dell'Ilva, oggetto di un possibile decreto del Consiglio dei ministri prima di Natale per permettere all'acciaieria di entrare in amministrazione straordinaria, ora subentra anche la corsa contro il tempo per evitare che si arresti l'attività d'impresa.

Qualche giorno fa il ceo di Eni, Claudio Descalzi, ha incontrato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ricordandole anche la questione energetica dell'Ilva. Eni sta aspettando di avere dal gruppo siderurgico una garanzia fidejussoria di circa 250 mln per rinnovare il contratto per il 2015. Il dossier è arrivato anche a palazzo Chigi che starebbe lavorando anche su questo per consentire alla "newco" che uscirà dallo spacchettamento di Ilva a seguito della procedura di amministrazione straordinaria di firmare un nuovo contratto commerciale con un gestore energetico.

red/vs

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