I prezzi del petrolio trattano in netto calo, con il Brent che e' tornato sotto quota 50 dollari al barile. A pesare sul costo del greggio sono l'apprezzamento del dollaro Usa e i timori per un aumento della produzione.

Il Brent lascia sul terreno il 2,5% a 49,60 dollari al barile e il Wti il 2,57% a 47,83 usd. Nelle ultime tre settimane i prezzi dell'oro nero sono saliti, guidati dall'ottimismo per un possibile accordo sul congelamento della produzione in occasione del meeting informale dell'Opec che si terra' a settembre. Ora pero' gli analisti sono sempre piu' scettici sulla possibilita' di raggiungimento di un accordo e si rendono conto che, anche qualora la produzione venisse congelata, difficilmente basterebbe ad attenuare l'offerta in eccesso, visti i livelli elevati.

Inoltre, il dollaro si e' apprezzato rispetto alle altre principali valute in base all'aspettativa che la Federal Reserve agisca al rialzo sui tassi ancora una volta quest'anno. Dal momento che il petrolio e' scambiato in dollari, il biglietto verde piu' forte lo rende piu' costoso per gli acquirenti in altre valute, riducendo quindi la domanda.

Il Brent è stato "penalizzato anche dalla notizia secondo cui l'Iraq, secondo produttore Opec, dovrebbe aumentare le esportazioni di 150.000 barili al giorno nei prossimi giorni". E' quanto osservano gli strategist di Mps Capital Services, aggiungendo che "stiamo assistendo a vendite generalizzate sulle commodity in linea con l'apprezzamento del dollaro".

eln

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August 22, 2016 10:56 ET (14:56 GMT)

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