I prezzi del petrolio sono in rally, anche se diversi esperti temono che il rimbalzo possa essere solo temporaneo.

Il future sul Brent, con scadenza a febbraio, tratta a 63,53 usd/barile (+3,89%), in calo dalla chiusura precedente a 61,18 usd/barile, e quello sul Wti, con consegna a gennaio, quota 58,66 usd/barile (+3,88%) dai 56,47 usd/barile dell'ultima chiusura.

"Il crollo dall'estate è stato eccessivo, troppo rapido e troppo acuto", commenta Tamas Varga di Pvm. "Questo però è un sollievo temporaneo nella migliore delle ipotesi", avverte.

Il surplus sul mercato fisico infatti continua a salire e dovrebbe persistere almeno per la prima metà del 2015, con un impatto ribassista sui prezzi.

Ieri le scorte di petrolio Usa al 12 dicembre sono scese di circa 800.000 barili. Il calo è stato inferiore alle attese degli analisti sentiti dal Wall Street Journal (-1,9 mln barili), ma il mercato è risalito, registrando rialzi delle quotazioni superiori al 5%.

"Di certo la mossa non è stata guidata dai fondamentali", sottolineano gli analisti di Anz Bank. Cosa più probabile, il declino del 25% dell'ultimo mese si è dimostrato eccessivo e alcuni investitori si sono posizionati per un rimbalzo.

Qualsiasi recupero dei prezzi è anche contenuto dall'apprezzamento del dollaro seguito al comunicato della Fed. "Dietro l'angolo potrebbe esserci un sollievo temporaneo, ma credere in un rimbalzo di lungo termine sarebbe da suicidio a questo punto", avverte Varga.

Intanto stamattina il ministro del Petrolio dell'Arabia Saudita ha affermato che sarebbe difficile per il Paese e per l'intero Opec tagliare la produzione, così come controllare i prezzi. Il ministro ha comunque previsto un miglioramento della domanda di greggio.

red/est/eli

elisa.strada@mfdowjones.it