I prezzi del petrolio hanno azzerato i guadagni della giornata dopo la pubblicazione dei dati sulle scorte Usa, con il Wti che aveva rotto quota 45 usd al barile per la prima volta da novembre 2015.

Il benchmark nordamericano tratta al momento in lieve rialzo dello 0,02% a 44,02 usd al barile, con massimo intraday a 45,17 usd/barile. Il Brent invece sale dello 0,44% a 45,94 dollari al barile, dopo che nella sessione aveva superato anche i 47 dollari.

Il rally odierno e' stato frenato dalla pubblicazione dei dati ufficiali sulle scorte settimanali di greggio Usa, aumentate di 1,999 mln di barili a 540,61 mln. Le dichiarazioni del gruppo industriale American Petroleum Institute, secondo cui i magazzini statunitensi si sarebbero ridotti di 1,1 mln di barili la scorsa settimana, era stato considerato attendibile e ha favorito il sentiment del mercato.

Gli analisti intervistati dal Wall Street Journal avevano invece previsto un aumento delle scorte pari a 1,1 mln di barili.

Dopo il minimo da 13 mesi registrato a febbraio dal Wti, i prezzi del benchmark nordamericano hanno comunque recuperato da allora il 70%. I rialzisti sono ottimisti sul fatto che i due anni consecutivi in cui il mercato e' stato in sovrapproduzione stanno scemando, con l'equilibrio tra domanda e offerta che si sta avvicinando.

"Lo scontro tra visioni differenti prosegue. C'e' chi crede che il mercato si sia gia' stabilizzato, e questa e' la narrativa che continua a essere dominante", ha affermato Dominick Chirichella, analista presso l'Energy Management Institute. "A meno che non ci sia uno schema ribassista piu' consistente sugli attuali fondamentali, il rally probabilmente continuera'".

Il mercato sta ricevendo un supporto anche dalla debolezza del dollaro, che ha anticipato i ribassi in vista dell'outlook economico sugli Stati Uniti della Fed, atteso questa sera dopo la riunione di politica monetaria della Banca centrale statunitense. I trader non prevedono mosse sui tassi, che comunque potrebbero estendere il declino del dollaro, dopo circa tre mesi di apprezzamento. La discesa del biglietto verde da' vigore ai prezzi delle commodity, rendendole piu' economiche per gli operatori che usano valute estere.

La produzione di greggio negli Stati Uniti e' calata sotto i 9 mln di barili al giorno nelle scorse settimane, dopo il picco di 9,7 mln di barili quotidiani registrati a inizio aprile.

Gordon Kwan, head of regional oil and gas research presso Nomura, ha affermato "che ci sono piu' evidenze di un crollo strutturale dell'offerta di oro nero, specie negli Usa, mentre la domanda globale continua a toccare nuovi massimi, guidata dai consumi di gasolio in Cina e negli Stati Uniti".

Guardando al futuro, il mercato del petrolio potrebbe addirittura trovarsi a dover affrontare delle carenze. Per Wood McKenzie, se non aumentera' l'esplorazione di giacimenti, il mercato potrebbe registrare entro il 2035 una carenza di greggio pari a 4,5 milioni di barili al giorno. Questo ovviamente sarebbe di supporto all'aumento dei prezzi nei prossimi anni.

mac

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April 27, 2016 10:51 ET (14:51 GMT)

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