Petrolio: ritraccia su scorte Usa dopo aver toccato massimi 2016
27 Aprile 2016 - 5:06PM
MF Dow Jones (Italiano)
I prezzi del petrolio hanno azzerato i guadagni della giornata
dopo la pubblicazione dei dati sulle scorte Usa, con il Wti che
aveva rotto quota 45 usd al barile per la prima volta da novembre
2015.
Il benchmark nordamericano tratta al momento in lieve rialzo
dello 0,02% a 44,02 usd al barile, con massimo intraday a 45,17
usd/barile. Il Brent invece sale dello 0,44% a 45,94 dollari al
barile, dopo che nella sessione aveva superato anche i 47
dollari.
Il rally odierno e' stato frenato dalla pubblicazione dei dati
ufficiali sulle scorte settimanali di greggio Usa, aumentate di
1,999 mln di barili a 540,61 mln. Le dichiarazioni del gruppo
industriale American Petroleum Institute, secondo cui i magazzini
statunitensi si sarebbero ridotti di 1,1 mln di barili la scorsa
settimana, era stato considerato attendibile e ha favorito il
sentiment del mercato.
Gli analisti intervistati dal Wall Street Journal avevano invece
previsto un aumento delle scorte pari a 1,1 mln di barili.
Dopo il minimo da 13 mesi registrato a febbraio dal Wti, i
prezzi del benchmark nordamericano hanno comunque recuperato da
allora il 70%. I rialzisti sono ottimisti sul fatto che i due anni
consecutivi in cui il mercato e' stato in sovrapproduzione stanno
scemando, con l'equilibrio tra domanda e offerta che si sta
avvicinando.
"Lo scontro tra visioni differenti prosegue. C'e' chi crede che
il mercato si sia gia' stabilizzato, e questa e' la narrativa che
continua a essere dominante", ha affermato Dominick Chirichella,
analista presso l'Energy Management Institute. "A meno che non ci
sia uno schema ribassista piu' consistente sugli attuali
fondamentali, il rally probabilmente continuera'".
Il mercato sta ricevendo un supporto anche dalla debolezza del
dollaro, che ha anticipato i ribassi in vista dell'outlook
economico sugli Stati Uniti della Fed, atteso questa sera dopo la
riunione di politica monetaria della Banca centrale statunitense. I
trader non prevedono mosse sui tassi, che comunque potrebbero
estendere il declino del dollaro, dopo circa tre mesi di
apprezzamento. La discesa del biglietto verde da' vigore ai prezzi
delle commodity, rendendole piu' economiche per gli operatori che
usano valute estere.
La produzione di greggio negli Stati Uniti e' calata sotto i 9
mln di barili al giorno nelle scorse settimane, dopo il picco di
9,7 mln di barili quotidiani registrati a inizio aprile.
Gordon Kwan, head of regional oil and gas research presso
Nomura, ha affermato "che ci sono piu' evidenze di un crollo
strutturale dell'offerta di oro nero, specie negli Usa, mentre la
domanda globale continua a toccare nuovi massimi, guidata dai
consumi di gasolio in Cina e negli Stati Uniti".
Guardando al futuro, il mercato del petrolio potrebbe
addirittura trovarsi a dover affrontare delle carenze. Per Wood
McKenzie, se non aumentera' l'esplorazione di giacimenti, il
mercato potrebbe registrare entro il 2035 una carenza di greggio
pari a 4,5 milioni di barili al giorno. Questo ovviamente sarebbe
di supporto all'aumento dei prezzi nei prossimi anni.
mac
giuseppe.mangiaracina@mfdowjones.it
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April 27, 2016 10:51 ET (14:51 GMT)
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