Nuova giornata di passione per il titolo Unicredit a Piazza
Affari, colpito duramente dagli attacchi della speculazione
internazionale, tanto che la Consob ha avviato accertamenti per
verificare se ci siano state violazioni della disciplina sulle
vendite allo scoperto introdotta nei mesi scorsi e tuttora in
vigore.
Nel giro di due giorni, scrive MF, le forti vendite sulle azioni
di Piazza Cordusio hanno bruciato quasi 4 miliardi della
capitalizzazione della banca, scesa ora a 8,63 miliardi, e in
virtu' del tonfo del titolo, lo sconto sul Terp (il prezzo teorico
dell'azione dopo lo stacco del diritto d'opzione), fissato dal cda
di mercoledi' al 43%, si e' ridotto al 30,5%. Ma se l'ondata
speculativa, che si e' abbattuta anche sui titoli delle altre
banche quotate a Piazza Affari dovesse continuare anche nelle
prossime sedute, i margini per una buona riuscita dell'operazione
si assottiglierebbero pericolosamente. A complicare il quadro per
Piazza Cordusio ci si e' messa anche la necessita', legata ad
aspetti regolamentari, di annunciare il prezzo dell'aumento tre
giorni prima dell'avvio della negoziazione dei diritti, lasciando
cosi' il titolo in balia della speculazione. Se il cda sul prezzo
non si fosse tenuto mercoledi', non ci sarebbero stati i tempi
tecnici per ottenere l'approvazione del prospetto da parte
dell'autorita' di vigilanza tedesca e di quella polacca, essendo il
titolo Unicredit quotato anche a Francoforte e Varsavia.
red/lab