Goldman Sachs ha tagliato le stime di crescita della
Cina portandole dal +7,6% al +7,3% nel 2014 a causa dei recenti
dati
deludenti su consumi e commercio.
In una nota Li Cui, economista della banca d'investimento,
segnala
quindi che la crescita di quest'anno sará inferiore al target
confermato
dal Governo cinese intorno al 7,5%. Secondo l'esperto infatti
l'agenda di
riforme del Paese pone dei rischi sia sui consumi sia sul
commercio e
saranno quindi importanti i dati di marzo per eventuali segnali
iniziali
di ripresa. Per il 2015 e il 2016 la banca d'affari si aspetta
infine una
crescita rispettivamente del 7,6% e del 7,8%.
La Cina a inizio mese ha deciso di mantenere invariato
l'obiettivo di
crescita di quest'anno intorno al +7,5% annunciando però di
essere
disposta ad accettare un'espansione economica leggermente
inferiore al
target, che di fatto è quindi stato reso flessibile.
Per anni il Pil del Paese ha superato gli obiettivi prefissati,
ma la
situazione potrebbe cambiare. Gli economisti infatti ritengono
che stia
diventando sempre piú difficile per il Paese raggiungere gli
obiettivi di
crescita. Inoltre restano dubbi sulla realizzazione delle
riforme
strutturali di politica economica.
La Cina rimane comunque impegnata sul fronte delle riforme
per
ribilanciare l'economia e Pechino continuerá con la
liberalizzazione dei
tassi di interesse e ha confermato di voler perseguire una
politica
monetaria bilanciata.
rug
laura.ruggiero@mfdowjones.it