Per la filiera della componentistica automotive italiana -
stimabile in circa 2.400 aziende e 166.000 addetti diretti (intero
settore automotive: oltre 1,2 milioni di lavoratori), il 2013 è
stato un anno complessivamente positivo nonostante un mercato
dell'auto in contrazione per il sesto anno consecutivo e una
situazione economica caratterizzata da incertezza e dagli effetti
negativi della mancanza di ripresa su fiducia e propensione al
consumo dei cittadini europei italiani.
Secondo le stime Anfia, si legge in una nota di Autopromotec, il
fatturato complessivo si aggira attorno ai 39 miliardi di euro, con
una crescita di solo il 2,7% a/a soprattutto per via del
rallentamento della produzione di autoveicoli a livello nazionale
(-2% a poco più di 658.000 unità) e anche in alcuni Paesi europei.
Le esportazioni hanno raggiunto i 19,3 miliardi (+5,7%, in
controtendenza rispetto all'andamento complessivo di tutte le merci
esportate a livello nazionale), con una bilancia commerciale
positiva di 8,2 miliardi di Euro (+7,7%), mentre le importazioni
hanno superato gli 11 miliardi (+4,2%). Le esportazioni del settore
pesano per il 4,9% di tutto l'export italiano, mentre le
importazioni incidono per il 3,1% circa, quote che salgono
rispettivamente al 5,2% e al 3,9% se si esclude dal totale dei
flussi di scambio commerciale il comparto energia.
Nel primo trimestre 2014, le esportazioni di parti e accessori
per autoveicoli raggiungono i 5,1 miliardi (+9,3% a/a) e le
importazioni i 2,9 miliardi (+8,2%), con un saldo attivo di 2,2
miliardi (+10,8%). Cresce il peso delle esportazioni del settore
sul totale delle merci italiane esportate, passando dal 4,9% di
fine 2013 al 5,3%, mentre le importazioni pesano per il 3,2% circa
(3,1% a fine 2013).
Le esportazioni e la presenza diretta delle imprese della
filiera sui mercati esteri hanno seguito un trend crescente negli
ultimi anni. Nonostante il ridimensionamento della produzione
domestica di autoveicoli, infatti, le aziende hanno saputo far leva
sui fattori di competitività, dirottando una parte crescente delle
loro produzione alle commesse estere. Le imprese più strutturate,
dopo aver conquistato e confermato la presenza su un mercato, danno
il via ad investimenti fissi aprendo stabilimenti produttivi in
loco per la fornitura locale, specie nelle zone a maggior
crescita.
Il comparto aftermarket (componentistica non destinata al primo
impianto), generalmente anticiclico, presenta invece un fatturato
in calo negli ultimi anni. Secondo i dati del Barometro
Aftermarket, una rilevazione statistica interna al Gruppo
Componenti Anfia, il fatturato del segmento nel 2013 è calato del
3,5% a/a dopo il -7,5% del 2012 e i dati positivi del 2011. Il calo
più marcato ha interessato i materiali di consumo (-7,6%), seguono
i componenti motore (-4,1%), mentre sono pressoché stabili i
componenti di carrozzeria e abitacolo (-0,9%) e registrano una
crescita a doppia cifra i componenti undercar (+10,9%). Nel 2014,
tuttavia, emergono segnali di ripresa. Sempre secondo il Barometro
Aftermarket, il fatturato complessivo, dopo un primo trimestre
chiuso a +1%, presenta una variazione positiva dell'1,6% nel primo
semestre 2014 rispetto al primo semestre 2013, con dinamiche
diversificate per le singole famiglie di prodotto: dal +12,4% dei
materiali di consumo al +7,9% dei componenti motore, mentre
riportano un calo del 3,4% i componenti di carrozzeria e abitacolo
e dell'8,8% i componenti undercar.
Secondo Paolo Vasone, Coordinatore del Gruppo di lavoro
Aftermarket del Gruppo Componenti Anfia, "l'inesorabile
invecchiamento del parco circolante, in conseguenza della forte
contrazione delle vendite di auto nuove in Italia - nel 2013 l'età
mediana (in aumento rispetto al 2012) è arrivata a 12 anni e 2 mesi
per le auto a benzina e a 7 anni e 7 mesi per le auto diesel -
dovrebbe sostenere la domanda di riparazioni e manutenzione.
Evidentemente, però, altri fattori spingono a rinviare o a
contenere il più possibile gli interventi".
"Tra questi fattori - sottolinea Renzo Servadei, amministratore
delegato di Promotec, società organizzatrice di Autopromotec - vi è
senz'altro il consistente calo del traffico, come emerge con grande
chiarezza anche dagli ultimi dati sui consumi di carburante, che ha
comportato una minor usura degli autoveicoli".
"Ci sono, poi, alcuni trend maturati negli ultimi anni, che non
possono passare inosservati per gli operatori del post-vendita -
prosegue Vasone -. L'evoluzione della domanda di mobilità in
direzione di un impiego più ragionato della vettura, infatti,
implica anche una maggiore attenzione alla qualità dei servizi e
dei prodotti in rapporto ai prezzi e, in generale, una più accurata
selezione delle offerte, anche grazie all'ampia disponibilità di
informazioni sui portali online. Inoltre, la complessità dei
veicoli di ultima generazione continua a crescere, sia in termini
di gamma di sistemi di alimentazione a disposizione, sia in termini
di nuove tecnologie a bordo del veicolo. Una complessità che si
riflette sul mondo del ricambio e dell'autoriparazione e che può
essere gestita solo con adeguati programmi di training, per
l'acquisizione delle competenze indispensabili ad operare in
sicurezza e secondo le norme di riferimento".
com/mur
rosario.murgida@mfdowjones.it