Le dieci banche popolari interessate dal provvedimento del Governo Renzi che impone una trasformazione in Spa entro 18 mesi agli istituti con asset superiori a otto miliardi di euro, si riuniranno domani pomeriggio a Milano per iniziare a tracciare le prime valutazioni sull'impatto che il Dl promette di avere sui rispettivi istituti.

E' quanto apprende MF DowJones da alcune fonte a conoscenza della riunione, a cui prenderanno parte figure apicali delle otto banche popolari quotate e impattate dal decreto (B.Popolare, B.P.Milano, Ubi B., Creval, B.P.Sondrio, BancaEtruria, B.P.E.Romagna e B.P.Bari), a cui si aggiungono le non quotate Veneto B. e B.P.Vicenza.

Il pacchetto di norme per il riassetto delle banche popolari si propone principalmente di superare il cosiddetto 'voto capitario', vale a dire il meccanismo tipico degli istituti popolari che attribuisce in assemblea un solo voto per singolo azionista, a prescindere dal quantitativo di azioni detenuto.

Negli intenti del Governo - ma non è escluso che il giro di vite sia stato ispirato direttamente da Francoforte - la manovra sulle principali popolari del Paese dovrebbe rendere queste ultime più contendibili, a vantaggio della trasparenza del sistema bancario e di una maggiore credibilità agli occhi dei grandi investitori internazionali.

L'incontro di domani, viene riferito, servirà a raccogliere i primi consensi in merito a come muoversi nei prossimi mesi. Fermo restando che - poiché ci sono 60 giorni di tempo per convertire in legge il decreto - nel corso dell'iter parlamentare il testo attuale del decreto potrebbe essere modificato, sebbene in pochi si attendano stravolgimenti o ripensamenti sostanziale in corso d'opera.

Ciononostante, non è escluso che a valle della riunione di domani le popolari toccate dal Dl possano fare fronte comune per chiedere al Governo di avviare una sorta di tavolo di conciliazione, per cercare di rendere meno stringenti i termini e i tempi delal riforma annunciata.

ofb

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