"E' proseguita oggi la trattativa per la vendita dei rami
d'azienda delle sedi di Lamezia e Rende della Infocontact.
Purtroppo occorre registrare la chiusura delle aziende interessate
ad acquisire i rami a muoversi da una posizione che non possiamo
che definire capestro: l'unica soluzione, secondo l'azienda, per
garantire la maggiore continuità occupazionale sarebbe
l'abbattimento delle ore lavorate da parte dei lavoratori".
Così una nota ufficiale di Slc Cgil nazionale. "Una soluzione
non percorribile sia sotto il profilo giuridico (la deroga prevista
dall'Art. 47 non consente di tagliare il profilo orario
contrattuale dei singoli) che su quello sindacale - prosegue la
nota -. Tutelare l'occupazione non significa offrire briciole a più
gente possibile, sapendo sin da ora che i volumi futuri
consentiranno nuove assunzioni (come dichiarato al tavolo dalle
aziende interessate). Queste posizioni sono evidentemente
strumentali ed irrispettose".
"Siamo purtroppo alle solite: in Italia l'occupazione ormai
sembra possa essere tutelata solo contraendo diritti e salario. I
committenti continuano ad abbassare le tariffe? Si decurti il
salario dei lavoratori degli appalti! Un'azienda fallisce per colpe
non ascrivibili ai lavoratori? Se quegli stessi lavoratori vogliono
ancora un lavoro si dimezzino le ore lavorate, e quindi il salario
(e se fanno i bravi gli verrà fatto fare un po' di supplementare).
In tutto questo il silenzio dei committenti è assordante", è la
denuncia di Slc Cgil.
"Enel e Poste, aziende in orbita pubblica, e Wind cosa pensano
di questo? - chiede il sindacato -. Ed i Ministeri del Lavoro e
dello Sviluppo Economico? Il sindacato da mesi sta denunciando
l'insostenibilità della situazione dei call center. Anche da questa
vicenda appare abbastanza chiara la risposta che si intende dare:
salari di mera sussistenza, lavoratori ricattabili per raggiungere
salari che si discostino dalla soglia di povertà di poche decine di
euro. Ma che razza di Paese sta diventando questo? Quanto si pensa
di poter ancora comprimere i diritti ed i bisogni elementari?"
"Ora questa vertenza si sposta nel territorio - conclude il
comunicato -. Questo silenzio assordante dei committenti e delle
Istituzioni vedremo quanto durerà di fronte alla rabbia di persone
che, per continuare ad avere la dignità di un salario, dovranno
accettare di sprofondare nella soglia di povertà".
com/gug