Un lungo confronto durato dalle 15,30 fino a sera. Il capo di Algebris, Davide Serra, come ha anticipato il sito milanofinanza.it, è stato sentito ieri dagli sceriffi della Consob sui movimenti anomali che hanno coinvolto le banche popolari nei giorni precedenti l'annuncio del decreto che impone la trasformazione in spa e la cancellazione del voto capitario.

Prima di far partire la lettera di convocazione, scrive MF, gli uffici ispettivi dell'authority hanno ricostruito i picchi di scambi e valutazioni in borsa degli istituti coinvolti nella riforma: le prime indiscrezioni hanno iniziato a circolare il 3 gennaio mentre Matteo Renzi ne ha parlato apertamente venerdì 16 gennaio, a mercati chiusi, prima di licenziare il provvedimento nel consiglio dei ministri del 20 gennaio, a quattro giorni di distanza e dopo due giorni di mercati aperti. Le anomalie erano state sottolineate dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, già l'11 febbraio scorso in occasione dell'audizione davanti alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera riunite. Alcuni soggetti, secondo quanto riferito, hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio, "eventualmente accompagnati da vendite nella settimana successiva. Le plusvalenze effettive o potenziali di tale operatività sono stimabili in circa 10 milioni di euro", aveva detto Vegas. In effetti dal 3 gennaio al 9 febbraio 2015 i corsi delle banche popolari erano saliti da un minimo dell'8% per Ubi a un massimo del 57% per Popolare Etruria; anche i volumi negoziati avevano fatto registrare consistenti aumenti. Lunedì 19 gennaio in una seduta la Bpm aveva guadagnato il 14,9%, Ubi il 9,7%, Creval il 9,63%, Bper l'8,5%, Banco Popolare l'8,3%, Etruria l'8,2% e Sondrio l'8%. "Procederemo ad audizioni", aveva aggiunto Vegas, "nei confronti di alcuni soggetti rispetto ai quali sono già emersi elementi che portano a ritenere necessarie indagini specifiche più approfondite".

red/afi