"Ma quale credit crunch, non prendiamoci in giro. Per le aziende
che hanno buoni fondamentali e prospettive di crescita
interessanti, e in Italia fortunatamente ce ne sono ancora tante,
l'offerta di credito non è affatto scarsa, tutt'altro. Gli
imprenditori che si lamentano della penuria di credito e ne danno
la colpa alle nuove regole sul capitale delle banche, il più delle
volte sono alla guida di aziende che quel credito non lo
meritano".
Lo ha detto Gianni Tamburi, patron di Tamburi I.P., scrive
Milano Finanza, aggiungendo che "Per questo, anziché piangere
miseria al cospetto delle banche, farebbero meglio a usare il
proprio patrimonio personale per capitalizzare le proprie aziende.
E se non vogliono farlo o non sono nelle condizioni di poterlo
fare, che si facciano da parte e cedano l'azienda a chi è in grado
di fare meglio".
"Fino a poco tempo fa", ha aggiunto, "ero ancora uno dei pochi a
dirlo apertamente ma ora, forte anche dei risultati di un sondaggio
che abbiamo realizzato su un campione di 350 società italiane, con
un fatturato dai 5 milioni a 1 miliardo di euro, mi sento forte del
fatto che la realtà è questa". In effetti dalla rilevazione, fatta
a febbraio dalla società specializzata Eumetra - Meaningful
Insights per conto di Tip, emerge chiaramente che la reputazione
delle banche (e di quelle italiane in particolare) tra gli
imprenditori e i manager intervistati non è così ai minimi termini
come si potrebbe pensare dopo aver assistito a uno dei classici
talk show televisivi in cui qualche imprenditore, sull'orlo del
crac, accusa il sistema creditizio di non averlo adeguatamente
sostenuto.
red/cas