Wall Street tratta debole in scia alle notizie poco confortanti che arrivano dal fronte greco.

Il primo ministro ellenico Alexis Tsipras ha riferito ai membri del suo Governo che i creditori non hanno accettato le proposte inviate dal Paese per consentire lo sblocco degli aiuti.

Inoltre Atene avrebbe giá rifiutato una controproposta dell'ex Troika. "Sta emergendo inoltre sempre di piú il fatto che a schierarsi contro la Grecia è piú che altro il Fondo monetario internazionale", sottolinea uno strategist a MF-Dowjones.

"L'intransigenza di alcune istituzioni nel non accettare misure equivalenti non si è mai vista. Nè con l'Irlanda nè con il Portogallo.

Due sono le possibilitá a questo punto. O non vogliono un accordo o stanno perseguendo propri interessi" giocando con il destino di Atene, ha aggiunto Tsipras in un tweet.

"Nel nostro scenario di base continuiamo a ritenere che la Grecia resterá un membro dell'Eurozona. Tuttavia i limitati progressi nelle trattative" tra Atene e i creditori "suggeriscono che un'uscita" del Paese "sia possibile", affermano gli analisti di Standard & Poor's in una nota, puntualizzando che un eventuale Grexit, insieme alla perdita dei finanziamenti da parte della Bce tramite l'Ela, "potrebbe mandare in bancarotta il sistema finanziario" ellenico.

Il Dow Jones cede lo 0,14% e l'S&P 500 lo 0,01%, mentre il Nasdaq Composite avanza solo dello 0,02%. "A inizio settimana c'è stata un pò di euforia sui mercati visto che l'accordo tra Grecia e creditori sembrava a un passo, ma ora che le incertezze sono tornate il mercato è molto piú cauto", sottolinea uno strategist a MF-Dowjones.

Sulla parità i prezzi del petrolio dopo che le scorte Usa sono scese di 4,934 mln di barili a 462,993 mln. Il Brent avanza dello 0,05% a 64,48 dollari al barile e il Wti dello 0,25% a 61,16 usd.

Sul fronte macroeconomico il calo del Pil Usa nel 1* trimestre è stato rivisto al rialzo dal -0,7% t/t al -0,2% t/t, come da attese. Il miglioramento del dato, spiega un analista, è dovuto a una minore contrazione delle esportazioni e a un maggiore incremento della spesa per consumi rispetto a quanto precedentemente stimato. Tuttavia le importazioni, che al contrario pesano sul Pil, sono state riviste al rialzo, compensando in parte gli effetti positivi delle altre componenti del dato.

Inoltre nella settimana al 19 giugno l'indice che misura il volume delle richieste di mutui negli Stati Uniti si è attestato a 384,5 punti, registrando un rialzo dell'1,6% rispetto alla settimana precedente (378,5). Quello di rifinanziamento è salito dell'1,8% a 1.379,9 punti (1.354,9 punti la settimana precedente) mentre quello di acquisto è cresciuto dell'1,2% a 207,8 punti (205,4 punti la settimana precedente).

Sul valutario il cambio euro/usd tratta a 1,1170 con massimo intraday a 1,1234 e minimo a 1,1159. Sull'obbligazionario il rendimento del Treasury decennale è al 2,41%.

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it