A quasi due anni dalla fine del programma internazionale di salvataggio del Portogallo, pari a 78 mld euro, l'indipendenza finanziaria del Paese e' nuovamente in gioco.

Ora gli occhi sono puntati su Dbrs, societa' canadese poco conosciuta, che e' l'unica agenzia di rating a mantenere il Paese in investment grade. Si tratta di un requisito che consente al Portogallo di avere accesso al programma della Bce di acquisto di bond, il quale ha mantenuto bassi e relativamente stabili i rendimenti dei titoli portoghesi nonostante le recenti turbolenze di mercato a livello globale. A dicembre, inoltre, il fallimento di un importante istituto bancario nel Paese, Banif, e le divergenze tra il nuovo Governo di Lisbona e i funzionari dell'Unione europea in merito al piano di bilancio hanno contribuito ad alimentare l'incertezza.

Dbrs annuncera' oggi il risultato della propria revisione sul Portogallo, che avviene due volte l'anno. Un downgrade al livello spazzatura, analogamente a quanto gia' fatto da Standard & Poor's, Moody's e Fitch, costringerebbe il Paese a uscire dal programma della Bce, aumentando i costi di finanziamento per il Governo, per le banche e per le societa'. La decisione potrebbe, di conseguenza, alimentare nuovamente i timori sul futuro del Portogallo all'interno dell'Eurozona, nonche' sulla sostenibilita' della stessa area euro, che gia' si sta sforzando per gestire i dissesti fiscali della Grecia. In caso di downgrade da parte di Dbrs, il Portogallo dovrebbe sottoporsi a un nuovo programma di salvataggio per avere la possibilita' di rientrare a far parte del programma di acquisti della Bce.

Un eventuale downgrade "e' senz'altro una preoccupazione: se succedesse sarebbe un problema", ha riferito in precedenza il ministro portoghese delle Finanze, Mario Centeno, dicendosi speranzoso che l'impegno del Governo sui target fiscali possano impedire questa eventualita'. A febbraio, gli analisti di Dbrs avevano comunicato di sentirsi "a loro agio" con il rating Bbb (low) sul Portogallo, con outlook stabile.

Tuttavia, il fatto che al momento il Paese possa fare affidamento su un'unica agenzia di rating e' visto da molti come un fattore problematico. Per Antonio Barroso, analista di Teneo Intelligence, la dipendenza del Portogallo da una singola decisione mette il Paese in una "situazione molto delicata". Inoltre, questo contesto "ricorda ai politici di Lisbona e di Bruxelles che dovrebbero fare di piu' per evitare il ritorno di una crisi nell'Eurozona".

Durante il programma di salvataggio triennale, che si e' concluso a maggio del 2014, il Portogallo si e' conformato in modo esemplare al modello di austerita' guidato dalla Germania grazie agli sforzi del Governo di centro-destra guidato dal primo ministro Pedro Passos Coelho. Il deficit di bilancio e' sceso da quasi il 10% del Pil nel 2010 al 3% del Pil lo scorso anno, ma l'economia continua a faticare. Le esportazioni salgono, ma lo fanno anche le importazioni. Gli investimenti rimango scarsi, mentre la disoccupazione supera il 12%. Il Fondo monetario internazionale si aspetta che nei prossimi sei anni l'economia del Portogallo cresca a un tasso medio annuale dell'1,3%, un ritmo troppo basso per ridurre il debito pari al 129% del Pil.

L'attuale primo ministro socialista, Antonio Costa, che si e' salito al potere alla fine dello scorso anno grazie all'appoggio di tre Partiti di estrema sinistra, ha di recente attenuato gli attacchi retorici alle misure di austerita' adottate dal predecessore e ha acconsentito a ulteriori tagli nel bilancio di quest'anno per evitare scontri con la Commissione europea.

Centeno ha presentato un piano che prevede il taglio del deficit all'1,4% del Pil il prossimo anno da un target del 2,2% nel 2016. In futuro, tuttavia, le tensioni politiche potrebbero aumentare. "La nostra piu' grande preoccupazione e' quella di un conflitto aperto con la Commissione europea", ha riferito a febbraio Fergus McCormick, capo analista di Dbrs.

eln

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April 29, 2016 09:00 ET (13:00 GMT)

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