Made in Italy: export in mercati emergenti +43% in 2021 (Csc e Prometeia)
02 Maggio 2016 - 3:22PM
MF Dow Jones (Italiano)
Le vendite italiane di prodotti 'belli e ben fatti'
raggiungeranno i 15 miliardi di euro nel 2021, 4,5 miliardi in più
rispetto ai livelli del 2015, con un aumento del 43% in sei
anni.
Queste le stime nei trenta principali mercati emergenti
individuati da "Esportare la dolce vita", la ricerca presentata
oggi a Milano dal Centro Studi Confindustria e da Prometeia,
arrivata alla settima edizione. Lo studio è stato condotto con il
contributo di 9 associazioni di Confindustria - Anfao, Assica,
Assocalzaturifici, Confindustria Alberghi, FederlegnoArredo,
Federorafi, Federvini, Sistema Moda Italia e Ucina - e analizza le
potenzialità di crescita delle vendite di beni BBF nei trenta nuovi
mercati più promettenti per l'Italia dal 2016 al 2021.
Gli Emirati offriranno il maggior contributo alla crescita,
seguiti dalla Cina e dalla Russia, che continuerà a perdere
rilevanza. Nel 2021 i trenta nuovi mercati importeranno dall'Italia
quasi quanto fanno oggi Francia e Germania insieme. Un contributo
importante verrà dalla domanda della classe benestante: in tutto il
mondo ci saranno 212 milioni di "nuovi ricchi" in più nel 2021
rispetto al 2015, persone con un reddito lordo pro-capite pari a
35mila dollari. La metà di essi risiederà nei principali centri
urbani di Cina e India, ma la classe benestante si sta ampliando
anche in paesi molto vicini all'Italia, come per esempio la
Polonia. È proprio grazie allo sviluppo di questa classe benestante
che l'export BBF è salito dai 7,6 miliardi del 2010 ai 10,4
miliardi del 2015. E questa tendenza proseguirà.
Le piccole e medie imprese italiane hanno puntato con decisione
sui mercati emergenti durante la crisi, quando la diminuzione della
domanda nei mercati maturi le aveva messe in difficoltà. Ora il
vento è cambiato: i paesi avanzati tornano a crescere e i loro
consumatori a spendere, mentre i paesi emergenti sono in
rallentamento, se non addirittura in recessione. Le loro difficoltà
economiche non hanno però allentato i legami che le imprese
italiane hanno tessuto con i consumatori benestanti dei nuovi
mercati, che continuano a consolidarsi perché si fondano su
dinamiche di lungo periodo, che la congiuntura può influenzare solo
temporaneamente. La domanda di bellezza e di qualità di questi
consumatori continua a rivolgersi all'Italia, in particolare ai
prodotti del bello e ben fatto (BBF), che sono i beni di consumo di
fascia medio-alta che si contraddistinguono per il design e la
qualità dei materiali e delle lavorazioni.
La ricerca CSC-Prometeia analizza in particolare l'andamento dei
settori alimentare, con focus su salumi e vini, bevande spiritose e
aceti (VSA), arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature,
occhialeria e oreficeria-gioielleria. Nel 2021 le importazioni di
BBF italiani del settore alimentare arriveranno a 2,8 miliardi di
euro, 598 milioni in più rispetto al 2015, con i salumi a 42
milioni di euro, in crescita di 5,6 milioni, e VSA a 488 milioni di
euro, in crescita di 107 milioni; quelle dell'arredamento saliranno
fino a 3,3 miliardi di euro, da 2,1 miliardi; quelle
dell'abbigliamento aumenteranno fino a 3,5 miliardi, dai 2,6
miliardi, con metà della domanda incrementale proveniente da Russia
e Cina; quelle delle calzature arriveranno a 1,7 miliardi, con un
aumento di 582 milioni, metà del quale proverrà dalla Russia, che
nonostante le difficoltà rimane il principale sbocco, e dalla Cina;
quelle dell'occhialeria saliranno fino a 934 milioni di euro, da
608 milioni, con un contributo di 166 milioni d'import, circa la
metà dell'aumento, da parte di Cina, Emirati, Turchia e Brasile;
infine, quelle di oreficeria-gioielleria cresceranno fino a 2,7
miliardi di euro, 904 milioni in più.
L'edizione di quest'anno si concentra anche su due settori che
sono vetrine di promozione dei prodotti 'belli e ben fatti':
l'alberghiero italiano di fascia alta, che rappresenta per il
visitatore straniero una porta di accesso al made in Italy, e la
nautica, considerata dai consumatori dei nuovi mercati come
opportunità di ostentare il proprio status.
Gli stili di consumo nei nuovi mercati evolvono rapidamente e in
direzione favorevole per i beni del bello e ben fatto italiano. Le
forze che trasformano i consumi hanno intensità diverse nei trenta
nuovi mercati e incidono non solo sul potere di acquisto dei
consumatori, ma anche sulle loro preferenze di spesa. Tra i
principali importatori di BBF italiano, il paese più promettente è
la Cina, seguita da Emirati, Russia e Brasile.
fch
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May 02, 2016 09:07 ET (13:07 GMT)
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