Pil: Csp, in 2015 aumenta scarto da media Ue per dato pro-capite
30 Maggio 2016 - 11:42AM
MF Dow Jones (Italiano)
"E' ancora peggiorato nel 2015 il rapporto tra il Pil pro capite
italiano e quello medio dell'Unione Europea. Nel 2014 il Pil pro
capite italiano era sceso al di sotto di quello medio dell'Unione
dell'1,9%. Nel 2015 lo scarto è del 3%".
E' quanto emerge da un'elaborazione condotta dal Centro Studi
Promotor su dati Eurostat dal 2001 al 2015.
Nel 2001, anno precedente l'adozione dell'euro, il Pil pro
capite italiano (in euro 2010) era di 27.800 euro mentre nel 2015
e' sceso dell'8,27% a 25.500 euro. "La gravità del dato -
sottolinea il Csp - è evidente in assoluto anche perché nessun
altro paese dell'Unione ha avuto una penalizzazione così forte tra
il 2001 e il 2015. La situazione dell'Italia risulta però ancora
più preoccupante se si confronta il nostro Pil pro capite con
quello medio dell'Unione. Nel 2001 il valore dell'Italia superava
quello medio del 18,8%, nel 2015 siamo scesi sotto la media del
3%".
Dallo studio del Centro Studi Promotor oltre alla penalizzazione
dell'Italia emergono anche altri aspetti tutt'altro che
trascurabili come "notevole miglioramento" del Pil pro capite per i
paesi dell'est e i risultati ottenuti da paesi economicamente
avanzati come la Germania che ha visto il suo scarto dal reddito
medio pro capite dell'Unione passare da +25,6% del 2001 a +29,7%
del 2015 o il Regno Unito passato da +15% a +17,5%. Per la Francia
vi è stato invece un peggioramento in termini relativi in quanto lo
scarto del Pil pro capite di questo paese dalla media UE è passato
dal +26,1% del 2001 al +19,6% del 2015, ma va segnalato che la
Francia è rimasta comunque tra i paesi con Pil pro capite superiore
alla media europea, mentre l'Italia, tra tutti i paesi dell'Unione,
è l'unico ad essere passato dal gruppo dei paesi sopra la media al
gruppo dei paesi sotto la media.
Al di là del caso clamoroso dell'Italia, emerge anche la
penalizzazione subita dagli altri paesi mediterranei della zona
euro. In particolare per la Spagna, tra il 2001 e il 2015, lo
scarto dal Pil pro capite dell'Unione è passato da -5,6% a -12,2%,
per il Portogallo si è scesi da -29,9% a -36,9%, per Cipro da
-10,7% a -21,7% e per la Grecia da -22,2% a -35,4%.
Per Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor,
"le cause del forte peggioramento del Pil pro capite in termini
relativi, oltre che in termini assoluti, dell'area meridionale
della zona euro sono indubbiamente molte e complesse, ma dai dati
emerge con grande chiarezza l'esigenza di rinegoziare i trattati
nell'ambito della UE e della zona euro, in quanto non è certo
compatibile con lo spirito dell'Unione, che allo sviluppo dei paesi
più ricchi e di quelli dell'Est si associ l'impoverimento e il
declino di un'area di grande importanza non solo economica e
sociale, ma anche strategica come l'area dei paesi dell'Europa
mediterranea".
com/mur
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May 30, 2016 05:27 ET (09:27 GMT)
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