"Gli stress test di domani non sono una sentenza ma una scelta di chiarezza" e la trasparenza è il "miglior disinfettante" contro i dubbi degli investitori. Lo afferma in un'intervista a Repubblica Andrea Enria, presidente dell'Autorità bancaria europea (Eba) che annuncerà domani sera l'esito degli stress test, cioe' degli esami sullo stato di salute delle 51 principali banche europee.

"Gli stress test sono un obbligo legislativo. Abbiamo comunicato al Parlamento Europeo che li faremo ogni due anni. L'ultimo esercizio è stato condotto nel 2014, dunque è un obbligo per noi portarli a termine nel 2016. L'obbiettivo dell'esercizio di quest'anno è diverso pero' dal passato: non più spingere a una ricapitalizzazione immediata del sistema, ma dare un input nelle valutazioni di vigilanza che le autorità devono dare sui piani patrimoniali a medio termine delle banche. Questo rende un po' difficile la comunicazione: è inappropriato dare un'interpretazione meccanicistica, per cui uno vede i risultati e identifica una cifra di capitale mancante".

In merito alla reazione dei mercati da lunedì, Enria sostiene che "le autorità di vigilanza dovrebbero avere una comunicazione chiara con il mercato. Gli stress test danno un input nel processo di valutazione e non sono una sentenza, non possono essere meccanicamente proiettati a esigenze di capitale. E' impor tante che le autorità spieghino questo. Se necessario, con riferimento a specifiche banche che possono essere giudicate particolarmente deboli dal mercato, le autorità dovranno spiegare se a loro giudizio c'è un problema, e in tal caso ovviamente indicarne la soluzione".

La situazione del sistema bancario italiano rispetto a quello europeo mostra che "il tasso di crediti deteriorati sul totale degli attivi è del 5,7% a livello europeo e 16,6% a livello italiano. Il return on equity (un indice di redditività, ndr) è 5,8% a livello europeo e 3,3% a livello italiano. Il coefficiente di patrimonializzazione è 13,4% a livello europeo e 11,4% in Italia. Dunque tutti stanno facendo progressi, però le banche italiane sono in media un po' più deboli soprattutto sul fronte della qualità degli attivi i Paesi che hanno sofferto di più durante la crisi come Cipro, Grecia, Slovenia, Portogallo, Irlanda, Ungheria e Italia hanno un ammontare di attività deteriorate più elevate rispetto ad altri", ha aggiunto.

Infine, il presidente dell'Eba sostiene "importante che un'analisi di stress test sia condotta anche nei confronti di banche di dimensioni più ridotte", ha concluso.

pev

 

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July 28, 2016 02:52 ET (06:52 GMT)

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