A fine 2005 la nostra Borsa era tredicesima al mondo, con 676 miliardi di euro di capitalizzazione, circa il 48% del Pil di allora (incidenza non lontana da quella della borsa tedesca); tra il 1998 e il 2001 occupava una posizione tra l'ottava e la nona e ci superavano stabilmente le sole grandi piazze nordamericane (Nyse, Nasdaq e, dal 1999, Toronto) ed europee (Londra, borsa tedesca, il neocostituito Euronext che aveva riunito Parigi, Amsterdam e Bruxelles), oltre a Tokyo.

Ad agosto del 2016 troviamo la Borsa Italiana in 20esima posizione.

E' quanto emerge dal report "Indici e Dati" dell'Area Studi di Mediobanca presentato stamattina, che spiega come il calo della posizione di Piazza Affari sia principalmente in conseguenza del forte dinamismo delle piazze emergenti (non solo i BRICS e Hong Kong, il cui valore di mercato era superiore dal 2003, ma anche Corea e Taiwan) e del miglior andamento di alcune borse europee (Svizzera e Spagna che ci avevano sopravanzato tra 2002 e 2003) e del mercato australiano, come anche per il consolidamento di alcuni mercati singolarmente di dimensione più ridotta del nostro (Stoccolma, Helsinki e Copenhagen riuniti nel 2005 nel Nasdaq OMX Nordic).

Dopo aver ceduto due posizioni nel 2005 (a vantaggio di Australia e Nasdaq OMX Nordic) abbiamo assistito al sorpasso dei mercati del BRICS ed altri emergenti: nel 2007 da parte di Shanghai, Brasile e Bombay, nel 2009 di Corea e Russia (dopo un primo tentativo per entrambe nel 2007, neutralizzato nell'anno successivo) nonché di Johannesburg, nel 2010 di Taiwan; nel 2012 è stata la volta del Messico, cui si erano aggiunte nel corso del 2014 Indonesia e Malesia, anche se nello stesso anno i tre paesi sono stati di nuovo sopravanzati, come pure la Russia; il Brasile è stato nuovamente superato nel 2015, ma nel 2016 è ancora tornato avanti a Borsa italiana insieme alla Russia.

Non agevole recuperare ulteriori posizioni: i 7 mercati che hanno sopravanzato Borsa italiana da fine 2005 sono mediamente, in termini di capitalizzazione (esclusa Shanghai che ad agosto 2016 era oltre 8 volte la Borsa italiana e aveva superato già dal 2007 due piazze tradizionalmente di dimensioni considerevoli come Toronto e la borsa tedesca) 2,1 volte quello italiano, con un vantaggio variabile tra il 6% (Russia) e il 243% di Bombay.

Vi è poi da considerare che la Borsa italiana è stata da fine 2005 tra le principali 23 borse mondiali quella a perdere maggior valore (-36%), laddove le altre piazze occidentali hanno registrato incrementi (eccezion fatta per Londra, -1% e la Borsa spagnola, -23%), talora contenuti (Tokyo +12%, Euronext europeo +34%, Toronto +38%, Francoforte +46%, Nyse +48%) e in altri casi più marcati (Svizzera 65%, Australia +68%, Nasdaq nordeuropeo +69%, Nasdaq Usa +122%); tutti mercati surclassati, peraltro, dall'esplosione di alcuni Paesi emergenti (Shanghai +1.401%, Indonesia +468%, Hong Kong +226%, Bombay +218%). Altre piazze emergenti hanno presentato tassi di crescita più vicini a quelli dei mercati occidentali (Malesia +135%, Johannesburg +98%, Corea +97%, Taiwan +87%, Messico +75%, Brasile +68%, Russia +65%).

Va rilevata, con riferimento a Brasile e Russia, un'importante flessione da fine 2010 (Russia -44%, Brasile -42%), in decisa controtendenza rispetto alle più grandi piazze finanziarie emergenti (Shanghai +79%, Corea +46%, Hong Kong +44%, Bombay +22%), come pure ai maggiori mercati storici (Nasdaq Usa +133%, Nyse +70%, Tokyo +55%, Francoforte +41%).

L'effetto più evidente di queste dinamiche è il moderato incremento del valore complessivo delle 23 maggiori piazze mondiali (21mila miliardi di euro, +63% nel decennio), quale somma dei 12mila miliardi di euro per le economie mature (+42%) e dei 9mila generati da quelle emergenti (+225%).

Il peso delle borse delle economie mature si è conseguentemente ridotto dall'88% al 76% del totale ed in questo trend l'incidenza della Borsa italiana, già marginale a fine 2005 (2%), ha accusato una sensibile flessione, arrivando allo 0,8% nell'agosto 2016.

Rispetto al Pil, all'agosto 2016 la Borsa italiana (26%) è la meno rappresentativa tra i principali 23 mercati internazionali: ci precedono Messico e Russia (40%), Brasile (41%), Francoforte e Indonesia (49%), con tutte le altre maggiori piazze oltre il 50% dei rispettivi Pil (inclusa Shanghai, che toccava il 70% del Pil grazie al 31% di Hong Kong).

fch

 

(END) Dow Jones Newswires

October 26, 2016 09:00 ET (13:00 GMT)

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