Bce: Ue chiede stress test su titoli tossici banche (MF)
16 Febbraio 2017 - 10:49AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il Parlamento europeo ha chiesto alla Vigilanza Bce di
considerare prioritaria la supervisione di asset illiquidi (livello
3) e derivati delle banche e di condurre uno stress test
quantitativo su questi attivi. Nella relazione annuale 2016
sull'Unione bancaria, votata ieri in via definitiva a larghissima
maggioranza (504 voti a favore, 153 contrari), il Parlamento Ue ha
evidenziato «i rischi derivanti dalla detenzione di attività di
livello 3, inclusi i derivati, e in particolare dalla difficoltà di
procedere alla loro valutazione» e ha osservato che «tali rischi
andrebbero diminuiti e che ciò richiede una riduzione progressiva
delle consistenze di tali attività».
Perciò, scrive MF, Strasburgo ha invitato «il Meccanismo di
supervisione unico a fare della questione una delle sue priorità in
materia di vigilanza e a organizzare, assieme all'Eba, una prova di
stress quantitativa al riguardo». La Bce è un'autorità
indipendente, ma dovrà considerare le osservazioni del Parlamento
Ue, l'istituzione a cui Francoforte rende conto.
La questione della scarsa vigilanza sui titoli tossici è stata
evidenziata in ambito europeo dalle banche italiane e dall'Abi, che
ha spesso evidenziato una disparità di trattamento rispetto
all'attenzione rivolta dai supervisori ai rischi di credito. Questi
ultimi sono stati oggetto di task force e richieste di riduzione,
mentre i rischi di titoli illiquidi e derivati (detenuti
soprattutto da istituti tedeschi e francesi) non sono stati inclusi
nelle priorità di vigilanza di quest'anno. Sono rari persino i
riferimenti a questi asset nei discorsi ufficiali dei supervisori,
al contrario di quanto avviene per i (liquidissimi) titoli di
Stato. Eppure gli asset di livello 3 (tra cui ci sono bond
strutturati, derivati basati su parametri non osservabili,
leveraged loan) sono presenti in quantità significative nelle
banche europee, come evidenziato da MF-Milano Finanza l'11 gennaio.
Un'analisi Scope ha mostrato che Deutsche Bank ha titoli di livello
3 per 31,5 miliardi, ovvero il 60% del capitale Cet1. Le maggiori
banche francesi (tranne Crédit Agricole) hanno attivi di livello 3
tra il 20 e il 40% del capitale Cet1. Intesa e Unicredit sono sotto
il 10% e le spagnole Santander e Bbva hanno valori ancora più
bassi. «Per i gruppi italiani l'incidenza delle attività di livello
3 sul capitale è di oltre il 40% inferiore al dato medio dei gruppi
di Germania, Francia e Regno Unito», ha osservato una recente
analisi dell'Abi.
Nonostante l'opposizione di alcuni Paesi, le osservazioni sui
rischi dei titoli illiquidi sono state accolte a Bruxelles. Sul
tema è da tempo attento anche il presidente della commissione
economica Roberto Gualtieri, che l'anno scorso aveva segnalato il
problema dei titoli tossici nel primo rapporto sull'Unione
bancaria, di cui era relatore. Resta ora da capire quale sarà
l'orientamento della Bce. Nel rapporto votato ieri (relatrice la
polacca Hubner) sono contenuti riferimenti anche alla
regolamentazione dei titoli di Stato (per cui si raccomanda «un
approccio graduale») e sugli npl (Strasburgo suggerisce di
istituire apposite bad bank).
Ieri intanto Sharon Donnery, responsabile della task force Bce
sugli npl, ha sottolineato che la Vigilanza può stabilire requisiti
vincolanti negli Srep se ritiene che una banca non stia riducendo
l'ammontare di crediti deteriorati abbastanza velocemente. Quanto
invece alla revisione dei modelli interni, la Bce ha precisato che
non sono attese strette patrimoniali generalizzate, anche se
«l'esame potrebbe tradursi in aumenti o decrementi dei requisiti di
capitale delle singole banche».
(END) Dow Jones Newswires
February 16, 2017 04:34 ET (09:34 GMT)
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