IL PUNTO SULLE BANCHE
22 Febbraio 2017 - 07:22PM
MF Dow Jones (Italiano)
Il punto sulle principali partite bancarie:
UNICREDIT
Unicredit ha chiuso la seduta in calo del 2,07% a 12,3 euro, nel
penultimo giorno utile per esercitare i diritti d'opzione relativi
all'aumento di capitale da 13 miliardi di euro messo in pista
dall'a.d. Jean Pierre Mustier per chiudere i conti con il passato e
rafforzare il patrimonio dell'istituto. L'operazione di
ricapitalizzazione terminerà definitivamente entro il 10 marzo alla
chiusura dell'asta per l'eventuale inoptato. Il mercato rimane in
attesa di capire se i principali soci dell'istituto
sottoscriveranno l'aumento o se vedranno diluite le rispettive
quote. Nella compagine azionaria della banca di piazza Gae Aulenti
i principali soggetti istituzionali sono Capital Research and
Management Company (6,725%), Aabar (5,042%) e Blackrock (4,825%),
che ancora non hanno sciolto le riserve sull'operazione. Tra i soci
italiani, la Fondazione Crt ha confermato l'impegno già annunciato
alla vigilia dell'operazione e ha reso noto un paio di giorni fa di
aver sottoscritto l'aumento difendendo la propria quota dell'1,7%.
Al rafforzamento patrimoniale prenderá parte anche Allianz, che
all'ultima assemblea ha depositato azioni pari a poco piú dell'1%
della banca. La compagnia tedesca, secondo quanto ha riferito un
top manager pochi giorni fa, parteciperà all'operazione, benchè non
sia al momento chiaro in che misura lo farà.
INTESA SANPAOLO
L'investimento da 1,1 miliardi di euro effettuato dalle Generali
con l'acquisto del 3,4% di Intesa Sanpaolo "non preclude
un'eventuale offerta" di quest'ultima indirizzata a Trieste. La
puntualizzazione è arrivata oggi nel corso di un'audizione da parte
del Presidente di Ca' de Sass, Gian Maria Gros-Pietro. Da diverse
settimane, il Leone è oggetto di un 'case study' da parte del
gruppo bancario guidato da Carlo Messina, che starebbe analizzando
tempi e modalità per sottoporre alla compagnia triestina una
proposta concreta di combinazione industriale. Al momento, il tira
e molla a colpi di indiscrezioni prosegue senza che sul tavolo
dell'a.d. Philippe Donnet venga portata in modo esplicito
un'offerta da parte di Intesa Sanpaolo. Indispettita dai primi
rumors, lo scorso 23 gennaio la compagnia aveva accesso un prestito
titoli in chiave difensiva sul 3% di Ca' de Sass: secondo quanto
prevede la legge Draghi, la prima societá che dichiara al mercato
il possesso di almeno il 3% di una concorrente (si tratta della
prima soglia di rilevanza) sterilizza i diritti di voto di
quest'ultima in caso di acquisto titoli incrociati. Una barriera
che può essere aggirata solo attraverso un'Opa su almeno il 60% del
capitale, che ai valori borsistici attuali delle Generali
corrisponde a poco meno di 13,7 miliardi di euro. Venerdì scorso,
il Leone ha poi reso noto di aver acquistato il 3,04% di Intesa
Sanpaolo, partecipazione che ha provveduto a 'sterilizzare' con
opzioni che di fatto neutralizzano possibili rovesci in Borsa. La
mossa consente così di smantellare il prestito titoli precedente,
giudicato troppo oneroso. Ieri era inoltre arrivata la
comunicazione che la quota complessiva detenuta nel capitale di Ca'
de Sass è del 4,492% (comprensiva però dell'1,085% detenuto ancora
in prestito, in attesa di essere smantellato).
BPVI - VENETO BANCA
Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno convocato i Cda
per una nuova riunione interlocutoria, che dovrebbe essere
replicata il prossimo 28 febbraio per la probabile approvazione del
bilancio d'esercizio. Proseguono nel frattempo le indiscrezioni
sull'entitá dell'aumento di capitale necessario per i due istituti
veneti salvati sul filo di lana dal Fondo Atlante. Non solo.
Secondo indiscrezioni di stampa, lo Stato potrebbe trovarsi ad
avere la maggioranza nelle due banche, dato che per
ricapitalizzarle in vista dell'integrazione, da realizzare con
l'ausilio di una bad bank autonoma, il fabbisogno di capitale
sarebbe cresciuto a quasi cinque miliardi di euro. Questa la cifra
messa nero su bianco della bozza del piano di fusione recapitata
alla Bce a valle dei rispettivi consigli dall'a.d. dell'istituto
berico Fabrizio Viola e dall'a.d. della banca di Montebelluna,
Cristiano Carrus. Troppo anche per le tasche di Atlante. Viola, in
un'intervista, ha ammesso che la probabilitá dell'ingresso dello
Stato è elevata e che la misura dell'intervento per ora non è
definita e dipenderá dall'interlocuzione con la Bce e da quella tra
Mef e Atlante. Quest'ultimo, azionista con il 99,33% di Vicenza e
il 97,64% di Veneto Banca, come detto non dispone della liquiditá
necessaria per mantenere il controllo e sarebbe pertanto condannato
a una forte diluizione. Viola e Carrus avrebbero ricevuto il
mandato di avviare il negoziato con Francoforte sul percorso per
approdare alle nozze da concludere entro marzo, quando
probabilmente la Vigilanza europea dovrebbe restituire il progetto
approvato ai due board. In ogni caso, il focus del piano d'impresa
sará riportare le due banche alla redditivitá e questo non potrá
che passare attraverso una robusta riduzione dei costi, che
significa un taglio dei dipendenti e delle filiali. Quello che è
chiaro è che senza il successo della transazione con i vecchi soci
- l'asticella è fissata ad almeno l'80% dei sì - non ci sará futuro
per le due banche. I termini per l'adesione scadono il 15 marzo, ma
possono essere prorogati. Al momento le indiscrezioni parlano di
adesioni pari al 21% dei soci della Vicenza e del 40% circa di
quelli di Veneto Banca. Cifra molto distanti dagli auspici del
management.
B.MPS
La trattativa tra Banca Mps e la Ue "non è piú complicata del
previsto, è appena iniziata. C'è stato un primo momento con la
Commissione e la banca ma le cose stanno andando come previsto".
Così il capo della segreteria tecnica del Ministero delle Finanze,
Fabrizio Pagani, ha risposto a margine di un convegno in merito
alle trattative con la Commissione Europea sulla ricapitalizzazione
precauzionale richiesta dal Monte.
Secondo Pagani, il fatto che "ci voglia un certo numero di
settimane è
naturale: ci sono alcuni normali elementi da vedere, da
discutere assieme". Il capo della segreteria tecnica di Via Venti
Settembre ha poi esortato a tenere conto del fatto che "siamo anche
in un'area molto nuova, non c'è una grande prassi consolidata di
come si struttura una ricapitalizzazione precauzionale, però noi
siamo molto positivi e assolutamente fiduciosi".
A chi gli chiedeva dettagli sui tempi, Pagani ha risposto che
"ci vorrá
ancora qualche settimana, non ci sono particolari pressioni" e
al momento, al contrario di quanto circolato, "non ci sono
richieste di modifiche al decreto" Salvarisparmio. Dalle prime
indiscrezioni sulla presentazione del piano in Cda in programma
entro fine mese, nel corso del week-end è emerso che i tempi per il
via libera dell'Ue si sarebbero allungati e l'ok di Bruxelles
potrebbe slittare anche oltre il termine di marzo. Il prossimo Cda
è in programma per il 2 marzo mentre la presentazione del piano è
prevista per la riunione successiva indicativamente intorno al 10
marzo.
ofb/glm/sda
(END) Dow Jones Newswires
February 22, 2017 13:07 ET (18:07 GMT)
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