Il punto sulle principali partite bancarie:

UNICREDIT

Unicredit ha chiuso la seduta in calo del 2,07% a 12,3 euro, nel penultimo giorno utile per esercitare i diritti d'opzione relativi all'aumento di capitale da 13 miliardi di euro messo in pista dall'a.d. Jean Pierre Mustier per chiudere i conti con il passato e rafforzare il patrimonio dell'istituto. L'operazione di ricapitalizzazione terminerà definitivamente entro il 10 marzo alla chiusura dell'asta per l'eventuale inoptato. Il mercato rimane in attesa di capire se i principali soci dell'istituto sottoscriveranno l'aumento o se vedranno diluite le rispettive quote. Nella compagine azionaria della banca di piazza Gae Aulenti i principali soggetti istituzionali sono Capital Research and Management Company (6,725%), Aabar (5,042%) e Blackrock (4,825%), che ancora non hanno sciolto le riserve sull'operazione. Tra i soci italiani, la Fondazione Crt ha confermato l'impegno già annunciato alla vigilia dell'operazione e ha reso noto un paio di giorni fa di aver sottoscritto l'aumento difendendo la propria quota dell'1,7%. Al rafforzamento patrimoniale prenderá parte anche Allianz, che all'ultima assemblea ha depositato azioni pari a poco piú dell'1% della banca. La compagnia tedesca, secondo quanto ha riferito un top manager pochi giorni fa, parteciperà all'operazione, benchè non sia al momento chiaro in che misura lo farà.

INTESA SANPAOLO

L'investimento da 1,1 miliardi di euro effettuato dalle Generali con l'acquisto del 3,4% di Intesa Sanpaolo "non preclude un'eventuale offerta" di quest'ultima indirizzata a Trieste. La puntualizzazione è arrivata oggi nel corso di un'audizione da parte del Presidente di Ca' de Sass, Gian Maria Gros-Pietro. Da diverse settimane, il Leone è oggetto di un 'case study' da parte del gruppo bancario guidato da Carlo Messina, che starebbe analizzando tempi e modalità per sottoporre alla compagnia triestina una proposta concreta di combinazione industriale. Al momento, il tira e molla a colpi di indiscrezioni prosegue senza che sul tavolo dell'a.d. Philippe Donnet venga portata in modo esplicito un'offerta da parte di Intesa Sanpaolo. Indispettita dai primi rumors, lo scorso 23 gennaio la compagnia aveva accesso un prestito titoli in chiave difensiva sul 3% di Ca' de Sass: secondo quanto prevede la legge Draghi, la prima societá che dichiara al mercato il possesso di almeno il 3% di una concorrente (si tratta della prima soglia di rilevanza) sterilizza i diritti di voto di quest'ultima in caso di acquisto titoli incrociati. Una barriera che può essere aggirata solo attraverso un'Opa su almeno il 60% del capitale, che ai valori borsistici attuali delle Generali corrisponde a poco meno di 13,7 miliardi di euro. Venerdì scorso, il Leone ha poi reso noto di aver acquistato il 3,04% di Intesa Sanpaolo, partecipazione che ha provveduto a 'sterilizzare' con opzioni che di fatto neutralizzano possibili rovesci in Borsa. La mossa consente così di smantellare il prestito titoli precedente, giudicato troppo oneroso. Ieri era inoltre arrivata la comunicazione che la quota complessiva detenuta nel capitale di Ca' de Sass è del 4,492% (comprensiva però dell'1,085% detenuto ancora in prestito, in attesa di essere smantellato).

BPVI - VENETO BANCA

Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno convocato i Cda per una nuova riunione interlocutoria, che dovrebbe essere replicata il prossimo 28 febbraio per la probabile approvazione del bilancio d'esercizio. Proseguono nel frattempo le indiscrezioni sull'entitá dell'aumento di capitale necessario per i due istituti veneti salvati sul filo di lana dal Fondo Atlante. Non solo. Secondo indiscrezioni di stampa, lo Stato potrebbe trovarsi ad avere la maggioranza nelle due banche, dato che per ricapitalizzarle in vista dell'integrazione, da realizzare con l'ausilio di una bad bank autonoma, il fabbisogno di capitale sarebbe cresciuto a quasi cinque miliardi di euro. Questa la cifra messa nero su bianco della bozza del piano di fusione recapitata alla Bce a valle dei rispettivi consigli dall'a.d. dell'istituto berico Fabrizio Viola e dall'a.d. della banca di Montebelluna, Cristiano Carrus. Troppo anche per le tasche di Atlante. Viola, in un'intervista, ha ammesso che la probabilitá dell'ingresso dello Stato è elevata e che la misura dell'intervento per ora non è definita e dipenderá dall'interlocuzione con la Bce e da quella tra Mef e Atlante. Quest'ultimo, azionista con il 99,33% di Vicenza e il 97,64% di Veneto Banca, come detto non dispone della liquiditá necessaria per mantenere il controllo e sarebbe pertanto condannato a una forte diluizione. Viola e Carrus avrebbero ricevuto il mandato di avviare il negoziato con Francoforte sul percorso per approdare alle nozze da concludere entro marzo, quando probabilmente la Vigilanza europea dovrebbe restituire il progetto approvato ai due board. In ogni caso, il focus del piano d'impresa sará riportare le due banche alla redditivitá e questo non potrá che passare attraverso una robusta riduzione dei costi, che significa un taglio dei dipendenti e delle filiali. Quello che è chiaro è che senza il successo della transazione con i vecchi soci - l'asticella è fissata ad almeno l'80% dei sì - non ci sará futuro per le due banche. I termini per l'adesione scadono il 15 marzo, ma possono essere prorogati. Al momento le indiscrezioni parlano di adesioni pari al 21% dei soci della Vicenza e del 40% circa di quelli di Veneto Banca. Cifra molto distanti dagli auspici del management.

B.MPS

La trattativa tra Banca Mps e la Ue "non è piú complicata del previsto, è appena iniziata. C'è stato un primo momento con la Commissione e la banca ma le cose stanno andando come previsto". Così il capo della segreteria tecnica del Ministero delle Finanze, Fabrizio Pagani, ha risposto a margine di un convegno in merito alle trattative con la Commissione Europea sulla ricapitalizzazione precauzionale richiesta dal Monte.

Secondo Pagani, il fatto che "ci voglia un certo numero di settimane è

naturale: ci sono alcuni normali elementi da vedere, da discutere assieme". Il capo della segreteria tecnica di Via Venti Settembre ha poi esortato a tenere conto del fatto che "siamo anche in un'area molto nuova, non c'è una grande prassi consolidata di come si struttura una ricapitalizzazione precauzionale, però noi siamo molto positivi e assolutamente fiduciosi".

A chi gli chiedeva dettagli sui tempi, Pagani ha risposto che "ci vorrá

ancora qualche settimana, non ci sono particolari pressioni" e al momento, al contrario di quanto circolato, "non ci sono richieste di modifiche al decreto" Salvarisparmio. Dalle prime indiscrezioni sulla presentazione del piano in Cda in programma entro fine mese, nel corso del week-end è emerso che i tempi per il via libera dell'Ue si sarebbero allungati e l'ok di Bruxelles potrebbe slittare anche oltre il termine di marzo. Il prossimo Cda è in programma per il 2 marzo mentre la presentazione del piano è prevista per la riunione successiva indicativamente intorno al 10 marzo.

ofb/glm/sda

 

(END) Dow Jones Newswires

February 22, 2017 13:07 ET (18:07 GMT)

Copyright (c) 2017 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Banca Monte Dei Paschi D... (BIT:BMPS)
Storico
Da Feb 2024 a Mar 2024 Clicca qui per i Grafici di Banca Monte Dei Paschi D...
Grafico Azioni Banca Monte Dei Paschi D... (BIT:BMPS)
Storico
Da Mar 2023 a Mar 2024 Clicca qui per i Grafici di Banca Monte Dei Paschi D...