Lo slancio moderato delle economie emergenti, unito alla performance vicina al potenziale dei Paesi sviluppati, permetterà al Pil globale di espandersi quest'anno, ma cambiamenti di direzioni significativi nella politica Usa in vari ambiti, tra cui l'immigrazione e il commercio, potrebbero ancora impattare negativamente sull'outlook mondiale.

Lo affermano gli analisti di Moody's i quali si aspettano che il tasso medio di crescita nei Paesi del G20 acceleri al 3% circa nel 2017 e nel 2018 rispetto al +2,6% stimato per il 2016. Le economie emergenti invece dovrebbero espandersi del 4,8% quest'anno e quelle sviluppate dell'1,9%.

Nel dettaglio l'agenzia di rating ha alzato le stime di crescita del Pil della Germania dall'1,5% all'1,6% per il 2017 e dall'1,4% all'1,6% per il 2018. Per gli esperti i driver del 2016, ovvero il mercato del lavoro solido, la crescita dei salari e i bassi tassi di interesse, dovrebbero restare ben presenti anche nel corso di quest'anno, sostenendo i consumi. Inoltre il rafforzamento del comparto industriale tedesco, unito a un mercato del lavoro in salute, dovrebbe anche alimentare gli investimenti delle imprese.

Comunque sia, avverte Moody's, nell'Eurozona i rischi politici resteranno in prima linea nel 2017. C'è infatti la possibilità che i partiti anti-establishment registrino un significativo aumento dei consensi nelle elezioni in Francia, Germania e Olanda. Inoltre l'Italia è a rischio voto anticipato.

Il rischio più grande, precisa l'analista senior Madhavi Bokil, è la possibile uscita dall'area euro di uno di questi Paesi con un conseguente "ritorno della crisi europea".

Tornando ai singoli Paesi, secondo gli esperti è la Gran Bretagna che rischia di registrare il rallentamento più significativo, con la crescita del Pil che dovrebbe calare all'1% nel 2017 dal 2% stimato per il 2016, con Londra alle prese con le negoziazioni sulla Brexit.

Tra i rischi maggiori a livello mondiale, prosegue poi Elena Duggar, c'è quello relativo a una svolta protezionistica significativa negli Usa che potrebbe "mettere in pericolo i flussi commerciali globali e danneggiare la ripresa economica".

alb

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February 23, 2017 08:39 ET (13:39 GMT)

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