Borsa: Nomisma, 2016 anno difficile per Blue Chips (-5,6% ricavi)
24 Aprile 2017 - 11:54AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il 2016 è stato un anno difficile per le società a maggior
capitalizzazione che compongono l'indice Ftse Mib di Milano. Con la
pubblicazione dei risultati di Mediaset è possibile delineare il
quadro complessivo per le principali società quotate sull'indice
milanese, che mostra ricavi aggregati in calo del 5,6% rispetto
all'anno fiscale precedente, a quota 572 mld di euro.
E' quanto riporta una nota di Nomisma. Le performance positive
di aziende come Moncler (+18,2%), Ynap (+12,4%), Recordati
(+10,1%), Brembo (+9,9%) e Ferrari (+8,8%) fanno solo parzialmente
da contraltare ai risultati negativi delle società legate al
settore petrolifero - Eni, Saipem e Tenaris (-22,6%
complessivamente) - e di quelle bancarie e finanziarie (-4,8%).
Hanno inciso in maniera consistente sul volume d'affari le
quotazioni stagnanti del greggio e l'erosione dei margini di
intermediazione da cui le banche italiane traggono tuttora la
maggior parte dei proventi.
Se le società petrolifere sono riuscite a razionalizzare le
strutture operative, garantendo una certa tenuta (utili ancora in
territorio negativo a -1,2 mld, ma in netto miglioramento dai -9,4
mld di perdite segnati nel 2015), il settore bancario ha dovuto
rendicontare ingenti svalutazioni su crediti deteriorati, mettendo
a dura prova la solidità del sistema.
La "pulizia di bilancio" sollecitata dalle autorità di vigilanza
della Bce ha portato le banche quotate a iscrivere perdite totali
per 9,3 mld, con un intervento statale in soccorso di B.Mps e una
maxi ricapitalizzazione di Unicredit (in rosso di 11,8 mld nel
2016). Solo Intesa Sanpaolo (che tra l'altro guida la classifica
delle blue chips che hanno prodotto maggiori utili) e Fineco Bank
sono riuscite a incrementare gli utili rispetto all'anno precedente
tra gli istituti di credito.
Va detto che le aziende di natura industriale (al netto delle
petrolifere) riportano profitti complessivi per 12 mld, in rialzo
del 45,6% rispetto al 2015: tra i primi posti per incremento degli
utili si segnalano Fca (+1.850,5%), A2A (+206,8%),
StMicroelectronics (+63,1%), Ferrari (+37,1%), Atlantia (31,5%) e
Brembo (+30,8%).
Positiva anche la dinamica della gestione operativa per le
imprese industriali (Mol in crescita del 7%) - sempre una volta
scontato il calo del settore petrolifero e affini (-24,9%);
spiccano per capacità di generare ricchezza StMicroelectronics, Fca
e Brembo, tutte con incrementi del margine superiori al 20%.
Continua a diminuire l'esposizione debitoria delle società di
Piazza Affari, in linea con il trend di de-risking degli ultimi
anni: si rileva un'importante calo dell'indebitamento finanziario
netto passato da circa 140 mld nel 2015 a 130,5 nel 2016 (-6,6%),
con un apporto rilevante in termini assoluti da parte di Saipem,
Snam, Telecom I. ed Eni.
Il recupero dei margini e della capacità di autofinanziamento da
parte delle imprese industriali ha in estrema sintesi compensato in
qualche misura quello che per il settore bancario è risultato
essere un anno nero. A fronte di tutto ciò gli investitori si
preparano a incassare circa 16 miliardi di dividendi, con un
rendimento ai valori attuali vicino al 4%.
com/gug
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April 24, 2017 05:39 ET (09:39 GMT)
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