I prezzi sono cresciuti in Giappone ad un ritmo più basso delle aspettative a marzo, a causa dei rallentamenti nei consumi, gettando dubbi sulla crescita dell'inflazione, solo un giorno dopo che la BoJ ha abbassato le sue previsioni per l'anno fiscale iniziato ad aprile.

L'indice dei prezzi al consumo core è cresciuto dello 0,2% a/a da marzo scorso, mantenendo lo stesso incremento dello scorso mese, secondo i dati rilasciati dal Ministero degli Interni e della Comunicazione. In questo dato sono esclusi i beni alimentari freschi. Gli economisti intervistati dal Nikkei prevedevano un aumento dello 0,3%.

Il dato include un segnale d'allarme per la Banca centrale. L'indice che esclude gli alimenti freschi e l'energia è diminuito dello 0,1%. E' il primo calo da luglio 2013, da quando la BoJ ha iniziato la sua politica monetaria ultra espansiva per sconfiggere la bassa inflazione che affligge il Paese dalla seconda metà degli anni '90.

I consumatori non sono intenzionati a spendere, nonostante i miglioramenti nel mercato del lavoro. I posti di lavoro sono aumentati, ma questo per ora non è servito a cambiare il comportamento delle famiglie giapponesi, in genere molto caute, a causa della bassa crescita salariale e delle prospettive economiche del Paese.

La spesa delle famiglie è calata dell'1,3% rispetto al marzo dello scorso anno, giù per il tredicesimo mese consecutivo, ha affermato il ministro degli Interni di Tokyo. Questo dato è peggiore dello 0,5% previsto dagli economisti.

Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 2,8% di marzo. Le statistiche mostrano che ci sono 145 posti di lavoro per ogni 100 persone in cerca di occupazione, il dato più alto da novembre 1990.

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April 28, 2017 02:25 ET (06:25 GMT)

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