Nessuna novità è venuta ieri da Mario Draghi, che ha

sostanzialmente ripetuto quanto detto una settimana prima. Tutto secondo

le attese. D'altronde ogni minimo cambiamento prima del ballottaggio alle

presidenziali francesi sarebbe stato quanto meno azzardato: il Consiglio

direttivo della Bce ha così mantenuto i tassi d'interesse a zero e quelli

sui depositi al -0,40%. Inoltre il Qe andrà avanti all'attuale ritmo di

acquisti per 60 miliardi di euro al mese fino alla fine dell'anno e anche

oltre se sarà necessario. Al riguardo, in conferenza stampa, Draghi ha

precisato che "non serve discutere ora di uscita dal Qe", sottolineando

che il direttivo non ha affrontato la questione e che la Bce è pronta a

estenderlo, sia nell'ammontare degli acquisti mensili che nella durata

temporale, se le dinamiche dell'inflazione resteranno deludenti.

Il numero uno dell'Eurotower, si legge su MF, ha inoltre sottolineato

che, prima di avviare una normalizzazione della politica monetaria,

occorre che il livello dell'inflazione si avvicini al 2% "in tutta

l'Eurozona e non in un solo Paese", riferendosi alla Germania. In quanto

alle prospettive di crescita dell'economia, il presidente della Bce si è

dimostrato più ottimista del solito, affermando che la "ripresa ciclica

dell'Eurozona è "sempre più solida" e i "rischi al ribasso sono

diminuiti". Ma se i rischi domestici sono diminuiti, quelli globali sono

aumentati, ha sottolineato Draghi, citando possibili sorprese negative sui

mercati emergenti, la situazione in Cina e le incognite riguardo alla

crescita dell'economia nel Regno Unito dopo l'avvio della Brexit.

A chi gli chiedeva lumi sulle elezioni in Francia, Draghi ha replicato che

la Bce "non prende decisioni di politica monetaria sulla base di possibili

risultati elettorali". "Discutiamo di politiche non di politica", ha

osservato, riservando una stoccata al ministro delle Finanze tedesco,

Wolfgang Schaeuble, che di recente ha definito "dannosa" la politica

monetaria accomodante di Francoforte. "È piuttosto ironico", ha replicato

Draghi, "sentire questi commenti da politici che hanno sostenuto

l'indipendenza della banca centrale". In quanto alle politiche del

presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, Draghi ha detto che "il

rischio di protezionismo commerciale potrebbe essere in qualche modo

diminuito", mentre i mercati stanno rivalutando la politica di bilancio

Usa ma "francamente non mi sento di spingermi oltre".

red/gtd

 

(END) Dow Jones Newswires

April 28, 2017 02:41 ET (06:41 GMT)

Copyright (c) 2017 MF-Dow Jones News Srl.