Confindustria critica la manovra varata dal Governo, sottolineando come, nonostante si sia parlato di correzioni senza incrementare la pressione fiscale, "alla luce dei testi definitivi appaiono evidenti alcuni aumenti del carico impositivo" che gravano soprattutto sulle imprese.

Lo ha detto Marcella Panucci, direttore generale Confindustria, durante

un'audizione sulla manovra criticando anche "la tassazione sui giochi e i correttivi all'Ace. Inoltre, alcuni interventi fiscali introducono nuovi

oneri gestionali per le imprese. È il caso dello split payment e delle

misure in tema di detrazioni Iva".

Non solo. Secondo Confindustria, nella manovra c'e anche "scarsa attenzione dedicata agli investimenti privati, con la rimodulazione delle risorse dedicate al credito d'imposta Sud e l'assenza di misure pure annunciate, come la proroga dei tempi di consegna dei beni 4.0 iper ammortizzabili" per questo "chiediamo a Governo e Parlamento più coraggio sul tema del rilancio degli investimenti privati. Mancano soprattutto misure capaci di irrobustire l'onda favorevole dei primi mesi del 2017 che hanno visto un rilancio degli acquisti di beni strumentali da parte delle imprese. Da questo punto di vista, è senz'altro auspicabile un rafforzamento del decreto-legge", ha sottolineato.

In particolare, "diverse sono le misure in materia di entrate, ma il primo gruppo di norme che desta seria preoccupazione è quello che concerne gli adempimenti Iva" per questo Confindustria chiede urgentemente dei correttivi alla manovra del Governo. "Il profilo piú sensibile - ha spiegato Panucci - riguarda i nuovi termini, notevolmente ridotti, per esercitare il diritto alla detrazione dell'Iva assolta sull'acquisto di beni e servizi. La scelta è motivata dall'esigenza di incrociare i dati delle fatture emesse e ricevute a seguito della reintroduzione, ad opera del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2017, dell'obbligo di comunicazione dei dati di dette fatture". In sintesi, "le nuove comunicazioni Iva hanno addossato sulle imprese nuovi costi di compliance, senza tuttavia la prospettiva di una riforma strutturale e sistematica degli adempimenti Iva, necessaria per allineare il nostro sistema ai principali Paesi Ue".

Secondo Confindustria, "la stessa noncuranza traspare, ora, nella consistente contrazione dei termini per l'esercizio della detrazione e per la correlata annotazione nei registri Iva. Per le fatture ricevute a dicembre 2017, ad esempio, il lasso temporale a disposizione degli operatori per annotare le fatture di acquisto e, conseguentemente, detrarre l'Iva, passerá da 28 a 4 mesi: una contrazione irrealistica, se si pensa alla quotidiana attivitá delle imprese di recepimento, controllo e registrazione delle fatture di acquisto. Occorre assolutamente ripensare questo termine", ha osservato Panucci.

"Se tali considerazioni valgono a regime, destano forte preoccupazione

gli impatti immediati della misura in assenza di una disciplina

transitoria. Il tenore letterale della norma, infatti, induce a ritenerla

applicabile anche alle operazioni di acquisito effettuate nel 2015 e 2016

e non ancora registrate. Per tali operazioni, di fatto, non sarebbe piú

possibile esercitare la detrazione, dal momento che, in base alla nuova

disposizione, sarebbe scaduto il termine per l'esercizio della stessa. Ne

consegue che l'Iva relativa alle fatture di acquisto 2015 e 2016 e non

ancora annotate sarebbe irrecuperabile per gli operatori, che ne

rimarrebbero incisi: una palese violazione del principio di neutralitá

del tributo, che la Corte di Giustizia non esiterebbe, a nostro avviso, a

censurare", ha proseguito.

Inoltre, "l'applicazione delle nuove modalitá di detrazione agli anni precedenti al 2017 confliggerebbe con i principi dello Statuto dei diritti del Contribuente che, per le modifiche ai tributi periodici, impone la decorrenza solo dal periodo di imposta successivo a quello della loro introduzione e, comunque, vieta di porre a carico dei contribuenti nuovi adempimenti, lasciando loro meno di 60 giorni per assolverli. Pertanto, appare urgente un correttivo che regoli almeno i profili di diritto intertemporale", ha avvertito il direttore generale di Confindustria.

Infine, "c'è un trade-off tra gli obiettivi indicati nel Def di forte riduzione del deficit, annullamento delle clausole di salvaguardia e misure di sostegno alla crescita. Qualcuno di questi obiettivi non potrá essere raggiunto", ha concluso.

pev

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May 02, 2017 05:42 ET (09:42 GMT)

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