Tanti anni fa i dipendenti della United, tagliandosi lo stipendio, rilevarono l'azienda e per Alitalia "e' un'ipotesi che non scarterei a priori. Almeno una volta ha funzionato molto bene".

Lo ha detto in un'intervista a Repubblica, Giovanni Castellucci, a.d. di Atlantia, socio di Cai, primo azionista di Alitalia, ora in commissariamento. "Dal 2008 - ha continuato - abbiamo perso una cifra rilevante, direi poco oltre i 100 milioni" per l'investimento in Alitalia.

Secondo Castellucci, "c'è un aspetto che merita una riflessione: il voto dei lavoratori. Da molti considerato irresponsabile. Io penso, invece, che abbiano fatto una scelta che va profondamente rispettata. Anche perché sulla loro pelle. È stato il segno di una sfiducia radicale nei confronti del management e dell'azienda. E della fiducia, in particolare per i piloti, nella possibilità di trovare una nuova occupazione. Penso anche che ci possa essere stato chi - ma questo è forse un azzardo -ha pensato che tanto l'Alitalia, anche questa volta, non sarebbe stata fatta fallire. Di sicuro con il voto i lavoratori si sono rimessi al centro. Anche della possibile soluzione. Ma una cosa è certa i commissari hanno davanti tempi strettissimi e un compito molto difficile. Anche sul costo del lavoro e sulla sostenibilità finanziaria a breve".

Alla domanda sui danni causati dalla crisi Alitalia agli Aeroporti di Roma, di cui Atlantia è il principale azionista, il top manager ha risposto "meno del 30% dei ricavi aeronautici di Adr derivano dal traffico generato da Alitalia. E di questo, meno di un quarto è legato ai passeggeri in transito, che è il valore in più che un hub carrier come Alitalia può portare. Purtroppo, lo dico da italiano, Alitalia non ha più un ruolo così dominante in Italia, ma Roma resta comunque una destinazione globale, servita da quasi 150 compagnie che coprono più di 200 destinazioni", ha concluso.

pev

 

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May 16, 2017 03:37 ET (07:37 GMT)

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