Banche venete: piano B Governo, ipotesi risoluzione soft (Sole)
16 Giugno 2017 - 09:11AM
MF Dow Jones (Italiano)
La risoluzione entra tra le ipotesi al vaglio della
vigilanza italiana, di quella europea e del ministero
dell'Economia, per
risolvere la crisi delle banche venete. Lo scrive Il Sole 24
ore
precisando che l'opzione allo studio non implicherebbe il
bail-in e, anzi,
avrebbe un carattere piuttosto innovativo.
Il percorso che si sta immaginando -non è ancora chiaro se
alternativo o
complementare a un intervento di sistema- prevede un
accostamento sinora
mai tentato perchè non esplicitamente previsto dalle norme
europee sulle
crisi bancarie, e in particolare dalla direttiva Brrd. Il
progetto, in
estrema sintesi, prevede l'entrata in risoluzione delle due
banche venete,
che dovrebbe essere valutata (dopo il primo caso avvenuto per
l'operazione
Banco Popular-Santander) dal Single resolution board. Ma di pari
passo
verrebbe consentito anche l'intervento dello Stato a scopo
preventivo
(early intervention) attraverso un aumento di capitale da 4
miliardi.
L'ingresso nella procedura di risoluzione, prosegue il
giornale,
servirebbe per poter attivare il fondo di risoluzione già
utilizzato per
il caso delle quattro banche finite in risoluzione prima che
entrasse in
vigore la direttiva Brrd sul bail in. Oggi per autorizzare
l'utilizzo del
fondo su casi diversi dalle quattro banche va aperta una
procedura di
risoluzione che deve essere autorizzata dal Srb sulla base di
una serie di
fattori (stabilità finanziaria, costi per il sistema, rischi
per
l'intermediario e così via). L'attivazione del fondo di
risoluzione
risolverebbe in un sol colpo la questione di reperire i fondi
privati per
coprire quell'eccedenza di perdite su crediti deteriorati
quantificata
dalla vigilanza europea in 1,25 miliardi.
Il fondo è obbligatorio e il contributo pro-quota delle banche
sarebbe
inesorabile. L'intervento privato dovrebbe andare a coprire le
perdite
pregresse sui crediti, anche quelle cumulate nel corso dei 6
mesi
trascorsi tra l'autorizzazione di Bruxelles all'intervento
pubblico nelle
banche in crisi (a partire da Mps), arrivata il 23 dicembre, e
questi
giorni.
La disponibilità di questi fondi renderebbe non necessario il
ricorso al
burden sharing, ovvero il coinvolgimento di investitori e
risparmiatori
nella procedura. La possibilità di combinare questo step a una
successiva
ricapitalizzazione a matrice pubblica va ricercata, però, nelle
pieghe
delle norme europee. Un esercizio che in verità è tutt'altro che
semplice,
ma è una strada che si sta vagliando.
vs
(END) Dow Jones Newswires
June 16, 2017 02:56 ET (06:56 GMT)
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