IL PUNTO SULLE BANCHE
19 Giugno 2017 - 12:17PM
MF Dow Jones (Italiano)
Il punto sulle maggiori partite bancarie:
Carige
Tra i tanti cantieri aperti per il rilancio di Banca Carige ce
n'è uno più avanzato e più urgente degli altri: la nomina del nuovo
a.d. Un passo necessario dopo che il Board nei giorni scorsi ha
approvato la sfiducia a Guido Bastianini, su proposta del primo
azionista Vittorio Malacalza. Il dossier sembra procedere spedito:
oggi il comitato nomine si riunisce e potrebbe già votare il
candidato. L'accelerazione non sorprende visto che la nomina di un
nuovo timoniere è vitale per guidare la nave in questo momento
delicato. E infatti erano bastati quattro giorni per indicare
Gabriele Delmonte come direttore generale ad interim dell'istituto
ligure dopo la mozione di sfiducia arrivata venerdì 9 all'ex top
manager. Le indiscrezioni stampa sono in linea con quanto
dichiarato dal presidente di Carige Giuseppe Tesauro in
un'intervista: "il nuovo a.d. arriverá a giorni e comunque entro
fine mese", ha detto. Fatto che lascia pensare che il nome del
nuovo manager, se tutto filerá liscio, possa arrivare giá sul
tavolo del board di mercoledì 21 per la cooptazione. Sebbene non
siano emersi nuovi nomi sembra che sul candidato ci sia
convergenza. Il toto nomine è proseguito per settimane: sul mercato
sono circolati i
nomi di Francesco Iorio, Marina Natale, Roberto Nicastro,
Corrado Passera. Alcuni smentiti per vie ufficiali, altri per vie
ufficiose. Forse si avranno maggiori delucidazioni in serata. Non
va dimenticato che la Bce l'8 giugno ha richiesto di fornire entro
il 23 giugno chiarimenti sulla governance della banca,
sull'esecuzione del piano di riduzione degli Npl e sul conseguente
fabbisogno di capitale. Il Cda fornirá quindi le informazioni
richieste entro la data indicata, consapevole che il mancato
adempimento comporterebbe eventuali valutazioni da parte della Bce
previste dalla normativa di Vigilanza.
B.MPS
Crediti non performanti, aumento ed esuberi. L'attenzione
dell'istituto è massima su questi fronti. Venerdì è stata una
giornata calda soprattutto per il primo di questi due cantieri:
nonostante le divergenze emerse all'interno del consorzio di
investitori con capofila Atlante 2, la trattativa tra la banca e il
fondo gestito da Quaestio prosegue. L'istituto, è bene ricordarlo,
deve cartolarizzare 26 mld di Npl e ha concesso un'esclusiva ad
Atlante 2 fino al 28 giugno. Nonostante le frizioni manifestatesi
all'interno del pool su prezzo, perimetro delle sofferenze e ruolo
e identitá dei servicer, la trattativa tra Atlante 2 e la banca non
è in discussione. E' tuttavia braccio di ferro all'interno del
consorzio coi fondi Fortress ed Elliott che si sarebbero sfilati. I
nodi, che si sono ripresentati periodicamente negli ultimi giorni,
sono sostanzialmente tre: il prezzo, il perimetro delle sofferenze
e numero e ruolo dei servicer che saranno chiamati a gestire il
pacchetto una volta venduto. Naturalmente su alcuni di questi punti
c'è maggiore frizione e alcune condizioni poste dai fondi, secondo
quanto risulta, stavano strette alla stessa banca. Il Tesoro,
intanto, prosegue nel dire che la via che l'Italia sta percorrendo
per risolvere la situazione del Monte è in linea con le regole
Ue.
VENETO BANCA/BPVI
Bisogna fare presto, ma la strada del salvataggio è stretta.
Nonostante le difficoltà politiche e tecniche circa la
ristrutturazione dal Mef c'è fiducia che venga trovata una
soluzione a breve. Venerdì in conferenza stampa al termine
dell'Ecofin il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito
che si "sta lavorando duramente e proficuamente con le istituzioni
europee". La strada individuata è coerente con le regole Ue in
materia di salvataggi bancari. Posta questa certezza non c'è invece
alcuna idea su quale sará la strada percorsa. Si è parlato piú
volte nei mesi scorsi di questa moral suasion del governo per
spingere le banche a intervenire nell'aumento privato da 1,25 mld
propedeutico alla ricapitalizzazione pubblica. Per abbassare questo
importo l'advisor Rotschild starebbe lavorando pancia a terra sulle
cessioni (da Bim alle quote restanti di Arca) utili a fare cassa.
Sempre secondo indiscrezioni Intesa Sanpaolo sarebbe per ora
l'unico istituto al tavolo del salvataggio. Come riportato da
MF-Dowjones le banche di piccole e medie dimensioni, seppur quotate
(da Creval a B.P.Sondrio) non sarebbero state ancora contattate dal
Tesoro per partecipare all'aumento di capitale privato da 1,25 mld
propedeutico a un successivo intervento dello Stato attraverso la
ricapitalizzazione precauzionale. Per coprire il deficit di
capitale delle due banche -6,4 miliardi secondo la Bce- servirebbe
un aumento ingente, che Messina, scrive La Stampa, non ha nessuna
intenzione di chiedere ai suoi soci. Tra le ipotesi rimane quindi
l'idea della risoluzione "morbida": la creazione di una good bank e
una bad bank, con Intesa che prende le nuove banche da fondere
ripulite dalle sofferenze e delle cause legali. Le tecnicalità sono
ancora da delinearsi.
cce
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June 19, 2017 06:02 ET (10:02 GMT)
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