Si apre una fase molto più favorevole della precedente per le esportazioni italiane dei beni. Il nostro export si prepara a un cambio di marcia, mettendo a segno una crescita a un tasso medio del 4% nei prossimi 4 anni, fino a raggiungere nel 2020 il valore di 489 miliardi di euro.

È quanto emerge dall'"Export Unchained. Dove la crescita attende il Made in Italy", l'ultimo rapporto annuale sull'export di Sace.

Secondo l'indagine aumenterà l'incidenza dell'export di beni e servizi sul Pil che, già salita dal 25,8% del 2010 al 30,4% del 2016, arriverà al 32,4% entro il 2020.

Per l'anno in corso i tradizionali mercati europei, nordamericani e asiatici, contribuiranno in modo significativo alla crescita dell'export italiano. La performance migliore è attesa per il Nord America, trainato dagli Stati Uniti e seguito dall'Asia, dove Cina, India e Indonesia garantiranno ottime opportunità alle nostre imprese esportatrici.

Nel 2018-2020 in media l'export crescerà in ogni area geografica a ritmi superiori al 3,5%, con un miglioramento anche nelle aree che hanno mostrato maggiore debolezza nel 2016 come l'Africa subsahariana, l'America Latina, il Medio Oriente e il Nord Africa. I mercati europei costituiranno una fonte di domanda importante, sia in termini di peso sia di solidità e stabilità. In Asia si profilano ottime opportunità anche in economie minori ma in forte sviluppo come le Filippine, la Malaysia e il Vietnam.

I 15 mercati ad alto potenziale per l'export Made in Italy sono: Arabia Saudita, Brasile, Cina, Emirati Arabi Uniti, India, Indonesia, Kenya, Messico, Perù, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Vietnam.

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June 21, 2017 12:24 ET (16:24 GMT)

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