Gli esportatori europei hanno segnalato un aumento del 10% nel solo 2016 del numero degli ostacoli agli scambi incontrati nella loro attività e alla fine dello scorso anno si registravano 372 ostacoli agli scambi in oltre 50 destinazioni commerciali nel mondo.

E' quanto evidenzia la relazione sugli ostacoli al commercio e agli investimenti pubblicata oggi dalla Commissione europea, che sottolinea come i 36 ostacoli introdotti nel 2016 potrebbero avere ripercussioni su esportazioni dell'Ue, il cui valore ammonta attualmente a circa 27 miliardi di euro.

La relazione evidenzia che la Commissione Ue, grazie alla sua efficace strategia di accesso ai mercati, è riuscita lo scorso anno a eliminare ben 20 diversi ostacoli che frenavano le esportazioni europee.

"Assistiamo al diffondersi del flagello del protezionismo, che colpisce le imprese europee e i loro lavoratori - afferma Cecilia Malmstrom, commissaria europea responsabile per il Commercio - È preoccupante che siano i Paesi del G20 ad applicare il maggior numero di ostacoli agli scambi. Nel prossimo vertice del G20 ad Amburgo l'Ue solleciterà i leader a uniformare i comportamenti alle dichiarazioni e a opporsi al protezionismo. L'Europa non resterà a guardare e non esiterà a impiegare gli strumenti disponibili nei confronti dei paesi che non rispetteranno le regole".

Tra i Paesi che hanno istituito il maggior numero di ostacoli all'importazione spiccano alcuni membri del G20: Russia, Brasile, Cina e India guidano la classifica. Russia e India sono anche i Paesi che hanno introdotto la maggior parte delle nuove misure protezionistiche segnalate nel 2016; seguono Svizzera, Cina, Algeria ed Egitto.

La Commissione difende con vigore le imprese europee dall'intensificarsi delle tendenze protezionistiche; nel 2016 il suo impegno si è tradotto in risultati tangibili: è riuscita a ripristinare condizioni commerciali normali in 20 diversi casi che interessavano esportazioni Ue del valore di 4,2 miliardi di euro. Corea del Sud, Cina, Israele e Ucraina guidano la classifica dei Paesi di cui l'Ue ha contrastato con successo gli ostacoli agli scambi.

Ad aver tratto il maggior beneficio dai recenti interventi dell'Ue sono stati l'industria alimentare e delle bevande e i settori automobilistico e dei cosmetici. Ad esempio, a seguito dell'azione dell'Ue, la Cina ha sospeso gli obblighi in materia di etichettatura che altrimenti si ripercuoterebbero negativamente sulle esportazioni di prodotti cosmetici dell'Ue il cui valore ammonta a 680 milioni di euro; la Corea ha accettato di allineare le sue norme relative alle dimensioni dei sedili delle automobili a quelle internazionali e Israele ha consentito a imprese di tutta l'Unione di chiedere l'autorizzazione a immettere in commercio e a esportare i loro prodotti farmaceutici.

com/rov

 

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June 26, 2017 09:50 ET (13:50 GMT)

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