In Lombardia le imprese si contraddistinguono per l'elevato tasso di internazionalizzazione, omogeneo in tutti i territori. Sono dinamiche e flessibili nell'adattarsi ai nuovi mercati e prediligono forme di internazionalizzazione 'leggera'. I mercati di destinazione preferiti sono Germania, Francia e Spagna, mentre Russia, India e Iran sono i Paesi in cui ambiscono a espandersi nei prossimi anni.

Sono questi, si legge in una nota, i principali risultati emersi dall'indagine 'Strategia di Internazionalizzazione, Commitment e Performance delle Pmi lombarde', realizzata da Confindustria Lombardia, con il contributo scientifico di Sda Bocconi. Lo studio ha coinvolto un campione di circa 1200 imprese con l'obiettivo di definire le strategie internazionali perseguite dalle imprese lombarde, valutare propensione e performance e individuare le esigenze di servizi e supporto.

Nel dettaglio, l'indagine ha evidenziato un grado di internazionalizzazione omogenea in tutti i territori: dal 49,9% di vendite all'estero sul totale delle imprese di Varese, al 35,3% del mantovano. Sul podio anche Cremona (49,8%) e Brescia (47,1%). I comparti industriali più internazionalizzati risultano essere i settori dei mezzi di trasporto (60,3%), dei macchinari (58,3%) e altro manifatturiero (46,9%).

Le modalità di internazionalizzazione cambiano in base alla dimensione dell'azienda: le piccole imprese (il 34,4%) preferiscono la politica della concentration, con focus su un numero limitato di Paesi di destinazione per economizzare le risorse, prevalentemente associata all'export, mentre le medio-grandi (31,6% e 34,9%) preferiscono lo spreading, ossia la presenza diffusa in numerosi Paesi anche con piccole quote di mercato, accompagnata da investimenti diretti e presenza commerciale o produttiva.

Il commitment - mix di risorse finanziarie, conoscenza dell'attività internazionalizzazione, patrimonio di esperienze pregresse e rete di contatti locali - contribuisce positivamente al successo internazionale. Le piccole imprese, che hanno livelli più bassi di commitment sono però, al tempo stesso, quelle che si internazionalizzano più velocemente.

Inoltre, secondo lo studio, una caratteristica delle imprese lombarde è l'aumento delle cosiddette 'born global' (aziende che raggiungono il 25% di vendite all'estero sul fatturato aziendale nei primi 3 anni di attività), che rappresentano il 34% del campione. Sono nate a partire dal 2000, trasversali a tutti i comparti industriali e classi dimensionali e si caratterizzano per le loro politiche d'internazionalizzazione aggressive.

Le imprese lombarde, infine, presentano una redditività maggiore della media italiana: il ROA (Return on Assets) del campione nel 2015 è stato del 5,3%, contro il 4% nazionale censito da Cerved nello stesso anno. La politica di spreading è più redditizia della concentration, in tutte le classi dimensionali, ma il ROA premia le imprese che attuano politiche che combinano le due strategie. Quest'ultime hanno un ROA del 6,5%, i concentrator del 4,2% e gli spreader del 4,9%.

com/cos

francesca.costantini@mfdowjones.it

 

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June 28, 2017 06:21 ET (10:21 GMT)

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