Investimenti: small cap Ue e bond australiani tra le soluzioni anti-crisi (Mi.Fi.)
14 Agosto 2017 - 10:01AM
MF Dow Jones (Italiano)
Dopo dieci anni esatti dallo scoppio della Grande Crisi i
mercati e le economie occidentali sembrano tornati a una relativa
normalità. Ma il tremendo decennio appena trascorso ha lasciato in
eredità tassi d'interesse rasoterra, che rendono difficile per gli
investitori trovare rendimenti soddisfacenti. Inoltre, i mercati
sono davvero fuori dal tunnel o sono possibili delle ricadute? In
ogni caso Milano Finanza propone dieci idee di investimento (con
diversi livelli di rischio) che, secondo gestori e analisti,
possono rivelarsi vincenti e utili a diversificare il
portafoglio.
Si parte con le small cap europee e i bond societari
australiani. Lo scenario per le società europee di piccola
capitalizzazione è incoraggiante, visto che la crescita economica
sembra aver guadagnato slancio e porta a un incremento degli utili
societari. Tuttavia le aziende con un'alta qualità dei fondamentali
hanno toccato livelli di valutazioni molto elevati, perché hanno
guidato il mercato fin dall'inizio della crisi finanziaria. Diventa
quindi sempre più difficile per gli investitori che seguono una
strategia di stock picking (cioè di selezione di singoli titoli)
giustificare nuovi investimenti nel segmento mid-small cap. A
questo proposito Sam Cosh, responsabile delle strategie azionarie
europee di Bmo Global Asset Management, ritiene che un portafoglio
che bilanci la qualità con le valutazioni abbia più senso, in
particolare cercando occasioni nei settori che non hanno
partecipato fortemente alla ripresa dei listini stessi, ovvero fra
le società orientate al mercato interno e con multipli attraenti.
Anche Charlie Anniss, small e mid cap portfolio manager di Union
Bancaire Privée (Ubp) mette in evidenza che «il mercato europeo
delle small e mid cap offre notevole diversità tra i Paesi. Per
individuare le società più valide è necessario focalizzarsi sulle
realtà che hanno buone prospettive di crescita, rendimenti elevati,
bilanci solidi e abbastanza liquidità da consentire agli
investitori di trarre vantaggio da anomalie dei prezzi. Non bisogna
dimenticare che hanno una grande presenza in nicchie di mercato e
risentono in maniera meno marcata dei potenziali pericoli presenti
nell'economia globale, un fattore che non è sempre riconosciuto
correttamente dal mercato». In sintesi, ci sono opportunità,
soprattutto tra le aziende francesi, spagnole e irlandesi.
Un buon modo per diversificare la composizione di portafoglio
nel lungo periodo è l'investimento diretto in valute oppure in
obbligazioni denominate in altre monete. Alcune economie continuano
infatti a presentare tassi più alti rispetto a quelli del Vecchio
Continente. «In Australia e Nuova Zelanda», spiega per esempio
Stefano Gianti, senior business manager di Swissquote, «le banche
centrali si sono dimostrate molto più flessibili, con circa 20
aggiustamenti dei tassi di riferimento negli ultimi dieci anni. In
queste economie l'impatto del debito pubblico è meno marcato
rispetto a molti Paesi dell'area euro (in Australia il debito/pil è
al 41% e in Nuova Zelanda al 25%, ndr) e la crescita del pil rimane
sopra il 2%». Nel mercato obbligazionario è preferibile selezionare
i titoli anche effettuando una diversificazione tra i settori,
«privilegiando in particolare il comparto energetico e i trasporti,
dove si possono trovare aziende con multipli ancora non alti e
solide aspettative di crescita. In questo caso è meglio procedere
ad acquisti sul mercato australiano, vista la recentissima
dichiarazione di Wheeler, presidente della Reserve bank of New
Zealand, che ritiene il cambio ancora troppo forte rispetto a molti
partner commerciali».
red/cce
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August 14, 2017 03:46 ET (07:46 GMT)
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