Dopo dieci anni esatti dallo scoppio della Grande Crisi i mercati e le economie occidentali sembrano tornati a una relativa normalità. Ma il tremendo decennio appena trascorso ha lasciato in eredità tassi d'interesse rasoterra, che rendono difficile per gli investitori trovare rendimenti soddisfacenti. Inoltre, i mercati sono davvero fuori dal tunnel o sono possibili delle ricadute? In ogni caso Milano Finanza propone dieci idee di investimento (con diversi livelli di rischio) che, secondo gestori e analisti, possono rivelarsi vincenti e utili a diversificare il portafoglio.

Si parte con le small cap europee e i bond societari australiani. Lo scenario per le società europee di piccola capitalizzazione è incoraggiante, visto che la crescita economica sembra aver guadagnato slancio e porta a un incremento degli utili societari. Tuttavia le aziende con un'alta qualità dei fondamentali hanno toccato livelli di valutazioni molto elevati, perché hanno guidato il mercato fin dall'inizio della crisi finanziaria. Diventa quindi sempre più difficile per gli investitori che seguono una strategia di stock picking (cioè di selezione di singoli titoli) giustificare nuovi investimenti nel segmento mid-small cap. A questo proposito Sam Cosh, responsabile delle strategie azionarie europee di Bmo Global Asset Management, ritiene che un portafoglio che bilanci la qualità con le valutazioni abbia più senso, in particolare cercando occasioni nei settori che non hanno partecipato fortemente alla ripresa dei listini stessi, ovvero fra le società orientate al mercato interno e con multipli attraenti. Anche Charlie Anniss, small e mid cap portfolio manager di Union Bancaire Privée (Ubp) mette in evidenza che «il mercato europeo delle small e mid cap offre notevole diversità tra i Paesi. Per individuare le società più valide è necessario focalizzarsi sulle realtà che hanno buone prospettive di crescita, rendimenti elevati, bilanci solidi e abbastanza liquidità da consentire agli investitori di trarre vantaggio da anomalie dei prezzi. Non bisogna dimenticare che hanno una grande presenza in nicchie di mercato e risentono in maniera meno marcata dei potenziali pericoli presenti nell'economia globale, un fattore che non è sempre riconosciuto correttamente dal mercato». In sintesi, ci sono opportunità, soprattutto tra le aziende francesi, spagnole e irlandesi.

Un buon modo per diversificare la composizione di portafoglio nel lungo periodo è l'investimento diretto in valute oppure in obbligazioni denominate in altre monete. Alcune economie continuano infatti a presentare tassi più alti rispetto a quelli del Vecchio Continente. «In Australia e Nuova Zelanda», spiega per esempio Stefano Gianti, senior business manager di Swissquote, «le banche centrali si sono dimostrate molto più flessibili, con circa 20 aggiustamenti dei tassi di riferimento negli ultimi dieci anni. In queste economie l'impatto del debito pubblico è meno marcato rispetto a molti Paesi dell'area euro (in Australia il debito/pil è al 41% e in Nuova Zelanda al 25%, ndr) e la crescita del pil rimane sopra il 2%». Nel mercato obbligazionario è preferibile selezionare i titoli anche effettuando una diversificazione tra i settori, «privilegiando in particolare il comparto energetico e i trasporti, dove si possono trovare aziende con multipli ancora non alti e solide aspettative di crescita. In questo caso è meglio procedere ad acquisti sul mercato australiano, vista la recentissima dichiarazione di Wheeler, presidente della Reserve bank of New Zealand, che ritiene il cambio ancora troppo forte rispetto a molti partner commerciali».

red/cce

 

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August 14, 2017 03:46 ET (07:46 GMT)

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