Il sindacato tiene alti i riflettori sul salvataggio delle tre casse di risparmio in difficoltà (Rimini, Cesena e San Miniato) e dice no a un estenuante prolungamento della trattativa.

"Sulle tre casse di risparmio si deve trovare una soluzione; chiediamo vengano rispettate le scadenze di settembre per il salvataggio".

A lanciare il monito, parlando con MF-Dowjones, è Giulio Romani, segretario generale di First-Cisl e il riferimento è alla complessa negoziazione per il passaggio delle banche a Credit Agricole Italia.

Dello stesso avviso è Massimo Masi, segretario generale della Uilca: "Mi auguro che la scadenza di metà settembre venga rispettata, altrimenti potrebbero sorgere serie querelle con la Bce", spiega il sindacalista che si dice favorevole all'operazione dell'Agricole e nota che, in base al bacino dei dipendenti, ci sarebbero le condizioni per intervenire esclusivamente attraverso il ricorso al fondo esuberi e rispettando il meccanismo della volontarietà.

La vicenda è talmente delicata che i riflettori non vengono spenti nemmeno in queste torride giornate ferragostane.

A Rimini si stimavano a inizio anno 90 esuberi, 120-140 a San Miniato. Ora di questi aspetti non si parla nemmeno più. Sono prematuri: prima occorre trovare la quadra per la messa in sicurezza delle casse col passaggio sotto l'ala di Credit Agricole; solo allora il sindacato potrà avviare una trattativa col gruppo bancario per salvaguardare l'occupazione.

Il problema principale del salvataggio risiede nel deconsolidamento degli oltre 3 mld lordi di Npl (circa 1,3 mld netti); i francesi sono infatti disponibili ad acquistare soltanto banche con gli attivi ripuliti come ha fatto Intesa Sanpaolo con le due popolari venete.

L'operazione, come spiegato da MF, potrebbe richiedere più tempo del previsto perché nella cartolarizzazione mancano ancora all'appello gli investitori della tranche mezzanine. Se infatti sulla senior e sulla junior (destinata al fondo interbancario di tutela dei depositi) non ci sono particolari preoccupazioni, la fetta centrale della cartolarizzazione resta un cantiere aperto. Atlante 2 può mettere a disposizione solo i 150 milioni rimasti nel fondo a cui potrebbero aggiungersi altri 100 milioni nel caso in cui Quaestio trovasse coinvestitori per la cartolarizzazione delle good bank. Trovare altri investitori privati e chiudere l'operazione non è impresa impossibile, ma potrebbe servire più tempo rispetto alla scandenza del 15 settembre fissata dall'Agricole. Anche perché, se lo schema volontario del fondo di tutela dei depositi potrebbe fornire ulteriori 100 milioni, mancherebbero ancora all'appello 300 milioni per finanziare la mezzanina.

Per sbloccare l'impasse, già prima di Ferragosto, si stava ragionando su una rivisitazione del perimetro del deal: l'Agricole potrebbe concedere una dilazione per il deconsolidamento dei quasi 285 milioni di nuove sofferenze emerse dalla due diligence. Così alleggerita la cartolarizzazione potrebbe andare in porto nei tempi previsti e consentire così ai francesi (assistiti da Lazard, Bain e BonelliErede) di mettere in sicurezza le tre banche entro la fine dell'anno.

Fatto sta che la scadenza di metà settembre non dipende da esigenze dei francesi: per chiudere l'operazione entro la fine dell'anno bisogna mettere in conto i novanta giorni per l'approvazione della Bce, senza contare che già nei risultati semestrali i livelli patrimoniali delle casse di Rimini e San Miniato potrebbero scendere sotto il minimo regolamentare.

Tra gli addetti ai lavori si teme una possibile discesa in campo della Bce qualora questa scadenza dovesse slittare.

cce

claudia.cervini@mfdowjones.it

 

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August 16, 2017 11:18 ET (15:18 GMT)

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