Telecom I.: Giacomelli; no acquisto rete, sì accordo con Mediaset (Stampa)
21 Agosto 2017 - 8:57AM
MF Dow Jones (Italiano)
"Oggi la vendita della rete rischia di essere più nell'interesse
di Telecom che dello Stato". Lo ha detto, in un'intervista
pubblicata ieri sulla Stampa, il sottosegretario allo Sviluppo
economico con delega alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli.
Nella stessa intervista Giacomelli ha auspicato un accordo
industriale fra Telecom e Mediaset e ribadito le sue perplessità
sulle privatizzazioni.
"La completa privatizzazione fu un errore, ma non possiamo
riscrivere la storia", ha affermato Giacomelli parlando di Telecom,
sottolineando che "ormai più di due anni fa abbiamo deciso di far
investire allo Stato e alle Regioni sette miliardi di euro sulla
rete dopo aver preso atto che gli operatori non lo facevano in modo
adeguato". Quindi "discutere della rete oggi non è come qualche
anno fa. Dopo averla privatizzata male non vorrei fosse
rinazionalizzata peggio".
A proposito del valore della rete, che secondo alcuni analisti è
di 13 miliardi, Giacomelli spiega di "capire bene le ragioni
dell'apertura fatta dal presidente de Puyfontaine, ma oggi la
vendita della rete rischia di essere più nell'interesse di Telecom
che dello Stato. Vedo che si cominciano a muovere schiere di
advisor, mi sembrano lo zio Paperone con il segno del dollaro negli
occhio. Non tocca a me dirlo, ma ho forti dubbi che il valore sia
così alto. Parte di quella rete è persino obsoleta. Che la rete non
valga le cifre di cinque anni fa è evidente, e ciò vale anche per i
cavi sottomarini di Sparkle". Separare Telecom dalla rete, ha
proseguito il sottosegretario, "sarebbe una norma di stampo
dirigista, difficilmente compatibile con il mercato digitale
europeo. Se invece Open Fiber e Telecom, nell'autonomia delle due
società, trovano l'accordo per un'unica società delle reti, ben
venga".
A proposito del destino di Mediaset, Giacomelli ha detto che "in
Italia non c'è più un soggetto dominante pubblico, come esiste in
Francia e Germania. E' chiaro che con l'acquisizione di Telecom
Vivendi ha in mano un'importante fetta di mercato italiano. Per noi
conta l'interesse generale, ovvero che attorno a Telecom ci sia un
progetto non meramente finanziario. Mediaset è una grande realtà di
contenuti: per noi è auspicabile un accordo industriale che
permetta alle due società di crescere. Ma sia chiara una cosa: il
segno italiano deve essere ben presente. Per evitare di lasciare a
Fox e Netflix la supremazia culturale dei contenuti, in Europa
occorre aggregare. Nell'intrattenimento l'Italia ha un ruolo in cui
può dire la sua: benissimo ogni collaborazione con la Francia,
purchè il nostro ruolo non sia sempre quello di cedere
qualcosa".
Infine, sulle prossime privatizzazioni di Poste I. e Ferrovie
Giacomelli, ha sottolineato che "si può partire da scelte meno
controverse che non mirino solo a fare cassa, ma mettano l'accento
sullo sviluppo industriale di un settore. Ad esempio si potrebbe
varare in tempi rapidi l'asta per le frequenze del 5G", da cui si
potrebbe ricavare un gettito "non inferiore a quello che otterremmo
con Poste".
rov
(END) Dow Jones Newswires
August 21, 2017 02:42 ET (06:42 GMT)
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