"Oggi la vendita della rete rischia di essere più nell'interesse di Telecom che dello Stato". Lo ha detto, in un'intervista pubblicata ieri sulla Stampa, il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli. Nella stessa intervista Giacomelli ha auspicato un accordo industriale fra Telecom e Mediaset e ribadito le sue perplessità sulle privatizzazioni.

"La completa privatizzazione fu un errore, ma non possiamo riscrivere la storia", ha affermato Giacomelli parlando di Telecom, sottolineando che "ormai più di due anni fa abbiamo deciso di far investire allo Stato e alle Regioni sette miliardi di euro sulla rete dopo aver preso atto che gli operatori non lo facevano in modo adeguato". Quindi "discutere della rete oggi non è come qualche anno fa. Dopo averla privatizzata male non vorrei fosse rinazionalizzata peggio".

A proposito del valore della rete, che secondo alcuni analisti è di 13 miliardi, Giacomelli spiega di "capire bene le ragioni dell'apertura fatta dal presidente de Puyfontaine, ma oggi la vendita della rete rischia di essere più nell'interesse di Telecom che dello Stato. Vedo che si cominciano a muovere schiere di advisor, mi sembrano lo zio Paperone con il segno del dollaro negli occhio. Non tocca a me dirlo, ma ho forti dubbi che il valore sia così alto. Parte di quella rete è persino obsoleta. Che la rete non valga le cifre di cinque anni fa è evidente, e ciò vale anche per i cavi sottomarini di Sparkle". Separare Telecom dalla rete, ha proseguito il sottosegretario, "sarebbe una norma di stampo dirigista, difficilmente compatibile con il mercato digitale europeo. Se invece Open Fiber e Telecom, nell'autonomia delle due società, trovano l'accordo per un'unica società delle reti, ben venga".

A proposito del destino di Mediaset, Giacomelli ha detto che "in Italia non c'è più un soggetto dominante pubblico, come esiste in Francia e Germania. E' chiaro che con l'acquisizione di Telecom Vivendi ha in mano un'importante fetta di mercato italiano. Per noi conta l'interesse generale, ovvero che attorno a Telecom ci sia un progetto non meramente finanziario. Mediaset è una grande realtà di contenuti: per noi è auspicabile un accordo industriale che permetta alle due società di crescere. Ma sia chiara una cosa: il segno italiano deve essere ben presente. Per evitare di lasciare a Fox e Netflix la supremazia culturale dei contenuti, in Europa occorre aggregare. Nell'intrattenimento l'Italia ha un ruolo in cui può dire la sua: benissimo ogni collaborazione con la Francia, purchè il nostro ruolo non sia sempre quello di cedere qualcosa".

Infine, sulle prossime privatizzazioni di Poste I. e Ferrovie Giacomelli, ha sottolineato che "si può partire da scelte meno controverse che non mirino solo a fare cassa, ma mettano l'accento sullo sviluppo industriale di un settore. Ad esempio si potrebbe varare in tempi rapidi l'asta per le frequenze del 5G", da cui si potrebbe ricavare un gettito "non inferiore a quello che otterremmo con Poste".

rov

 

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August 21, 2017 02:42 ET (06:42 GMT)

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