"Con l'evolversi della crisi economica, il credito interbancario si è contratto notevolmente. La crescita dei crediti verso il settori privato è calata dal 9,3% del quarto trimestre del 2007 al -2,1% del terzo trimestre del 2009 negli Stati Uniti, e dall'8,5% allo 0,7% nell'Eurozona durante lo stesso periodo. L'effetto sull'attività economica è stato immediato e significativo. Tra il terzo trimestre del 2008 ed il secondo del 2009, il Pil è calato del 3,6% negli Usa e del 4,9% nell'Eurozona".

Lo ha dichiarato il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, a Lindau, parlando ad alcuni premi Nobel.

"Nonostante l'iniziale contrazione del credito sia stata simile tra gli Usa e l'Eurozona, la sua diffusione è stata differente a causa del fatto che l'Unione Europea è un sistema basato principalmente sul credito bancario. I primi istituti di credito colpiti nel 2007 sono stati ovviamente quelli che avevano investito in prodotti finanziari che hanno perso gran parte del loro valore. Tali istituti erano localizzati in Germania, Francia e Olanda, Paesi con posizioni fiscali molto robuste. All'inizio del 2008, è stato il momento delle banche spagnole e irlandesi, esposte al collasso del mercato immobiliare".

"I Governi sono intervenuti per rafforzare il sistema bancario. La Commissione Europea ha stimato che nell'Ue, l'aiuto pubblico dato al settore nel 2008 è stato pari al 5% del Pil nel 2008 e del 9% nel 2009", ha aggiunto Draghi.

"Fino a quel momento, il debito sovrano era considerato senza rischio, indipendentemente dal rating del Paese. La crisi in Grecia distrusse quell'illusione, inducendo un apprezzamento generale del rischio nell'Unione. Le Banche in Portogallo e in Italia, ad esempio, erano molto esposte al proprio debito sovrano. In tali Paesi, il credito si è contratto ulteriormente, aggravando il ciclo di recessione ed indebolimento del sistem bancario in un circolo vizioso".

"Timori di un possibile default del debito sovrano, con impatto catastrofico sul sistema bancario, hanno causato un calo dei prestiti interbancari, ed i mercati si frammentarono a livello nazionale", ha aggiunto il presidente della Bce.

"Il settore privato ha avuto un ruolo chiave non soltanto nel propagare, ma anche nel dare origine agli shock negativi dell'economia. Le frizioni finanziarie, assenti in precedenza, sono diventate uno dei driver più importanti della recessione. La crisi che ne è risultata ha portato gli studiosi a ripensare ai paradigmi economici esistenti e a chi doveva realizzare le politiche ad aggiustare i propri modelli. La riscoperta della nozione che le politiche possono avere un ruolo nel coordinare le aspettative private in momenti di grande incertezza ha giocato un ruolo importantissimo nella transizione al mondo di oggi, successivo alla crisi", ha commentato ancora Draghi.

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August 23, 2017 05:02 ET (09:02 GMT)

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