Bankitalia: sotto inchiesta, Procura Roma apre fascicolo (FQ)
01 Settembre 2017 - 10:36AM
MF Dow Jones (Italiano)
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo d'indagine sulla
vigilanza della Banca d'Italia. L'inchiesta, per ora senza
indagati, è stata affidata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone
ai sostituti Maria Sabina Calabretta e Stefano Pesci, già titolari
dell'indagine su Veneto Banca che vede l'ex amministratore delegato
Vincenzo Consoli indagato per ostacolo alla vigilanza e
aggiotaggio.
Lo scrive Il Fatto Quotidiano ricordando che l'inchiesta nasce
da un memoriale di Pietro D'Aguì, ex manager della Banca
Intermobiliare (Bim), boutique finanziaria controllata da Veneto
Banca in liquidazione. Il memoriale è stato depositato il 30 giugno
scorso dall'avvocato Michele Gentiloni Silveri, cugino del
presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Secondo autorevoli indiscrezioni, il premier è informato della
vicenda e ne ha già potuto valutare, durante le brevi vacanze
estive, l'impatto politico. A novembre scade il mandato del
governatore Ignazio Visco. La decisione se confermarlo o no spetta
al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Gentiloni, e
sarà presa in coincidenza con l'avvio della commissione
parlamentare d'inchiesta sulle banche. È auspicato o temuto,
secondo i punti di vista, che un tema centrale siano le
responsabilità della vigilanza, cioè Consob e Bankitalia.
Alle accuse ricorrenti su distrazioni, miopie e strabismi di
Bankitalia, l'inchiesta della Procura di Roma aggiunge l'ipotesi di
reati, cioè di scorrettezze dolose. Il memoriale di D'Aguì è stato
accompagnato da una lettera dell'avvocato Gentiloni che ne
sintetizza i contenuti segnalando "alcuni dati idonei a costituire
notizie di reato" e indicando due nomi di peso: il capo del
"Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria" della Banca
d'Italia Carmelo Barbagallo e l'ispettore Emanuele Gatti.
Sono 3 i capitoli riguardanti l'operato della vigilanza
raccomandati a Pignatone per gli approfondimenti dall'avvocato
Gentiloni. Primo. Il comportamento della vigilanza durante
l'acquisizione di Bim da parte di Veneto Banca (2010-2011) "con
successivo inadempimento da parte di quest'ultima alle obbligazioni
assunte". La Bim fu in parte pagata da Consoli con azioni di Veneto
Banca e (secondo le accuse di D'Aguì) relativa e inevasa promessa
di riacquisto in tempi rapidi. Sul punto D'Aguì ha denunciato
Consoli che dal 6 aprile scorso è indagato dai sostituti Calabretta
e Pesci anche per truffa ed estorsione.
Secondo: l'ispezione compiuta da Gatti sulla Bim nel 2012, per
la quale l'avvocato Gentiloni raccomanda alla procura la
"valutazione degli errori compiuti" e il ruolo di Barbagallo "nella
fase successiva all'ispezione". In quell'ispezione Gatti
diagnosticò una riduzione di due terzi del capitale di vigilanza,
portandolo a soli 157 milioni contro i 435 indicati nella
semestrale 2012. A fine 2012 il bilancio Bim (quotata in Borsa)
indicava il patrimonio di vigilanza a 322 milioni, il doppio di
quanto calcolato da Gatti, senza che nessuno abbia sollevato
obiezioni. Nel frattempo però, sulla scorta dell'ispezione di Gatti
e dell'istruttoria di Barbagallo, il governatore Visco ha scritto
alla Bim ordinando perentoriamente di revocare i poteri a D'Aguì.
Dopo averlo sentito per anni lamentarsi di non aver mai avuto il
potere di rimuovere i banchieri sospetti, scopriamo che già quattro
anni fa Visco poteva, quando Barbagallo lo decideva, scrivere "la
Banca d'Italia dispone" per ordinare il licenziamento.
Terzo: il comportamento della vigilanza "in relazione al mancato
acquisto" della Bim da parte di una cordata di investitori guidata
da D'Aguì, e "motivi reali del mancato consenso all'operazione da
parte delle autorità di vigilanza".
pev
(END) Dow Jones Newswires
September 01, 2017 04:21 ET (08:21 GMT)
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