La maggioranza degli studenti delle Università italiane pensa che le attuali soluzioni di formazione e orientamento al lavoro offerte dagli atenei siano inadeguate a sviluppare strategie funzionali a confrontarsi con l'incertezza del sistema lavoro. E proprio l'incertezza, pur essendo elemento di dicotomia tra i valori dei giovani e quelli della generazione dei genitori, non sembra essere per i ragazzi necessariamente un freno ma anzi, in certi casi, viene percepita come un'opportunità per esprimere la propria abilità e costruire nuove occasioni di lavoro. Questo in sintesi quanto emerge dall'attività di Blink, officina della comunicazione rivolta a creare progettualità strategiche integrate, nell'ambito del progetto abilitAzione che assieme al Centro di Sperimentazione Cinematografica di Milano (Csc) ha voluto indagare, con un gruppo di lavoro composto da 13 allievi, quale fosse la percezione e in conseguenza la relazione che gli stessi hanno con l'incertezza.

La premessa alla collaborazione tra le due realtà, si legge in una nota, è stata infatti una recente ricerca condotta proprio da Blink che ha visto coinvolti 80 studenti universitari, ripartiti in 10 differenti Atenei italiani del nord-ovest, con cui ha esplorato il loro punto di vista in merito alla disoccupazione giovanile con l'obiettivo di riflettere sulle attuali soluzioni universitarie in tema di formazione e orientamento al lavoro. "La domanda che ci ponevamo - afferma Cristiana Giacchetti, fondatrice di Blink, - era se la medicina che il medico sta prescrivendo sia veramente quella più adeguata per curare la malattia. E quindi, se sono i giovani ad essere inabili nel costruire la propria professionalità o al contrario se è la loro abilità ad essere discriminata dallo stesso sistema formativo, visto che sapere di avere un'abilità non si traduce d'emblée nel saperla agire, ancor di più in un mercato del lavoro sempre più flessibile, imprevedibile e veloce, in cui le regole precostituite mal si sposano con l'innovazione e dove è necessario sapersi confrontare con il principio di incertezza."

Dall'indagine è emerso che il 42% del campione definisce inadeguata l'attuale formazione accademica per la preparazione ad affrontare il mercato del lavoro contro il 37% che la ritiene adeguata, mentre il 68% degli studenti ha dichiarato che il principale cambiamento del sistema lavoro rispetto alla generazione dei genitori riguarda proprio la sfera dell'incertezza. Ancora, il 45% del campione ha indicato nell'assenza di strategie il tallone di Achille al raggiungimento dei propri obiettivi e un 31% non sa come mettere in azione ciò che sa fare. In sintesi questo significa che le attuali soluzioni diffuse per avvicinare gli studenti al mercato del lavoro, sempre secondo il campione interpellato da Blink, non soddisfano l'esigenza di chi è prossimo a concludere il ciclo di studi, bisogno che corrisponde con la necessità di sapersi costruire una strategia. Quindi, non è certo un caso che questi giovani abbiano ravvisato proprio nell'incertezza il principale cambiamento rispetto al sistema lavoro affrontato dai loro genitori.

Da queste premesse è nato il progetto "abilitAzione" che trova nella recente collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) di Milano un importante presupposto per la sua totale applicazione. Infatti abilitAzione è un progetto di intervento formativo rivolto ad affiancare la didattica universitaria con l'obiettivo di facilitare i giovani studenti nella costruzione di identità professionali efficaci ed efficienti per il sistema in cui agiranno, dando a ciascuno di loro gli strumenti strategici per saper costruire e progettare la propria professione in un sistema-lavoro mutevole e ignoto. L'esperienza con il CSC ha consentito di verificare sul campo come lo stesso contesto formativo possa orientare la relazione con l'incertezza anche grazie alla costruzione di strategie più funzionali all'inserimento nel mondo del lavoro. Grazie al mix di didattica e committenza reale, il Centro Sperimentale di Cinematografia viene descritto da uno studente come un "concentratore di esperienza professionale" nel quale dare forma alla propria identità. Infatti la mission del CSC, come evidenzia Bartolomeo Corsini, che dirige la Sede Lombardia con Maurizio Nichetti, che ne segue la parte artistica, è quella di formare "realizzatori di progetti video nel campo del Cinema d'Impresa, passando dall'insegnamento degli strumenti professionali a un'attività che viene definita di bottega finalizzata all'apprendimento del mestiere, per arrivare, al terzo anno, nel quale gli allievi maturano l'autonomia professionale con un loro saggio di diploma."

Blink ha quindi creato un gruppo di lavoro con 13 allievi del CSC, 10 ragazzi e 3 ragazze, per verificare sul campo la percezione che gli stessi hanno dell'incertezza elaborando ognuno una metafora cui seguiva la riflessione sulla propria abilità personale nell'agire l'ignoto. E poi, a rappresentazione di quanto descritto, ogni studente, grazie anche all'ausilio di 8 differenti oggetti tra cui scegliere, interpretava la propria visione mettendosi di fronte alla macchina fotografica e trasformandosi per un giorno da osservatore a osservato. Il dialogo quindi come forma di riflessione e costruzione prima, la rappresentazione corporea come esperienza espressiva della propria abilità dopo, sono stati gli elementi chiave dell'esperimento condotto che ha fatto emergere 13 riflessioni di inaspettata profondità e una propensione alla messa in gioco di tutti gli studenti coinvolti. Volendo dare una sintesi delle posizioni rappresentate, i ragazzi hanno espresso la percezione dell'ambivalenza dell'incertezza, in quanto rischio o insicurezza nei dubbi, ma insieme anche opportunità, arrivando qualcuno addirittura a mostrarne la bellezza. Ad esempio il 'mediatore' Antonio, 27 anni di Napoli, ha definito l'incertezza "un'oscurità ben illuminata". Lorenzo, cagliaritano 28enne, grazie alla sua abilità di 'esploratore' si apre alla possibilità di sperimentare l'incertezza che per lui è "un bosco in cui perdi il sentiero per scoprire l'inesplorato". Altri hanno puntato sull'allenarsi a essere pronti e sul mettersi in gioco, consentendosi anche di fare quegli errori che costruiscono l'esperienza e spostano il punto di vista. E' il caso del parmense Alessandro la cui abilità è mettere in luce il sogno di altri e per questo l'incertezza non può che essere "l'ascoltarsi da un'altra prospettiva", oppure giocando ad affrontare l'incertezza "come se" si fosse certi, continuare ad andare avanti e tracciare il proprio percorso come per la 'riflessiva' Giulia, marchigiana doc, per la quale "l'incertezza non è altro che saper agire l'incerto".

Il frutto di questo lavoro di ricerca congiunto, ribattezzato "l'incertezza accertata" da cui sono scaturite 13 rappresentazioni iconografiche firmate dal fotografo Francesco Pizzo che saranno divulgate tramite i canali social di Blink e del CSC nel mese di settembre, evidenzia come per i giovani studenti l'ignoto sia una naturale condizione umana in cui superare i propri limiti oltre che esperire le proprie abilità. L'esperimento con il CSC rappresenta un primo importante tassello di altre iniziative del progetto abilitAzione che prenderanno forma nell'autunno del 2017, grazie anche alla collaborazione con una mentor company che, attraverso una comunicazione strategica integrata, voglia sostenere l'importante sfida di costruire la visione sul futuro del nostro Paese.

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September 05, 2017 05:00 ET (09:00 GMT)

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