Il presidente dell'Abi Antonio Patuelli sposa in pieno

la posizione espressa ieri dal consigliere delegato di Intesa Sanpaolo

Carlo Messina in tema di Npl: le linee guida individuate dalla Bce sulla

copertura delle sofferenze bancarie richiedono correttivi in quanto

cozzano coi principi contabili internazionali e penalizzano banche ed

economia reale.

Questo, in estrema sintesi, il pensiero del numero uno dell'Abi che oggi

si trovava a Bruxelles per una serie di incontri - già programmati - al

Parlamento Europeo e alla Commissione Europea che sono serviti anche per

discutere dell'addendum Bce sottoposto alla consultazione pubblica fino

all'8 dicembre.

L'obiettivo di contrazione dei non performing loans imposto dalla Bce

"è corretto. Ci stiamo già lavorando e le richieste sono sacrosante, ma

si tratta di un meccanismo che richiede correttivi", ha detto ieri

parlando coi giornalisti a Vicenza Messina. Un pensiero che il numero uno

dell'Abi condivide e rilancia.

Alcuni meccanismi proposti dalla Bce contrastano con i principi

contabili internazionali: "non è una questione italiana, ma di principi

contabili internazionali", spiega Patuelli.

Parlando con MF-Dowjones il numero uno dell'Abi entra nel dettaglio: "Il

principio Ifrs9, che entrerà in vigore il 1 gennaio prossimo innova lo Ias

39 e introduce il concetto di 'perdite attese lungo la vita del credito'

che è diverso dal concetto di svalutazioni automatiche a tempo. Pertanto

anche il Codice Civile italiano conferma la linea degli Ias all'articolo

2.426 comma 8. Tale articolo spiega che i crediti vanno valutati al

'valore del presumibile realizzo>> e quindi non con automatismi basati sul

tempo'".

Patuelli sottolinea che l'ammontare di Npl si sta già contraendo e

forzare la mano sui tempi sarebbe controproducente. Secondo gli ultimi

dati Abi le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e

accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a luglio

2017 sono fortemente scese collocandosi a 65,8 miliardi di euro (toccando

il valore più basso da marzo 2013); un valore in riduzione sia rispetto

ai 71,2 miliardi del mese precedente sia rispetto al dato di dicembre

2016.

In particolare, spiega il bollettino mensile dell'Abi, la riduzione è

di 23 miliardi rispetto al livello massimo delle sofferenze nette

raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi). Il rapporto sofferenze nette su

impieghi totali si è ridotto a 3,82% a luglio 2017 (era 4,89% a fine

2016). Secondo il presidente dell'Abi Antonio Patuelli il crollo

dell'ammontare delle sofferenze nette testimonia il forte impegno delle

banche in Italia "che prosegue e produrrà ulteriori riduzioni".

cce

claudia.cervini@mfdowjones.it

 

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October 11, 2017 12:44 ET (16:44 GMT)

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