Il Dipartimento del Tesoro statunitense si è nuovamente rifiutato di definire la Cina un manipolatore valutario, sebbene abbia continuato a criticare Pechino per il suo imponente surplus commerciale con Washington e per le barriere agli investimenti esteri.

"Il Tesoro rimane preoccupato per l'assenza di progressi nel ridurre il surplus commerciale bilaterale con gli Stati Uniti", hanno affermato i funzionari del dicastero guidato da Steven Mnuchin, aggiungendo che "la Cina dovrebbe fare passi concreti per rendere equo il terreno di gioco per i lavoratori e le imprese americane".

Durante la campagna elettorale presidenziale, Donald Trump aveva detto che avrebbe etichettato la Cina come un manipolatore valutario, ma si tratta del secondo rapporto del Tesoro statunitense durante la sua amministrazione nel quale ciò non avviene.

Pechino rimane tuttavia nella Monitoring List del Dipartimento, utilizzata per notificare ai Paesi interessati che il Governo Usa ritiene che la valuta o altre politiche economiche provochino uno svantaggio illegittimo agli Stati Uniti.

Oltre alla Cina, anche Giappone, Corea del Sud, Germania e Svizzera si trovano attualmente sulla lista di monitoraggio di Washington.

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October 18, 2017 07:23 ET (11:23 GMT)

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