Di Luca Gualtieri

La conversione delle obbligazioni subordinate di Banca Carige (liability management exercise) è di fatto al 100% di adesioni. Oggi si chiuderà l'offerta e, secondo fonti finanziarie, l'obiettivo sarebbe stato centrato grazie al meccanismo della consent solicitation che sarà formalizzato dalle assemblee del 21.

Se il bond tier 1, scrive MF, aveva già fatto il pieno di adesioni la scorsa settimana, il gap marginale sui tre lower tier 2 è stato colmato negli ultimi giorni. Smarcata questa prima tappa del rafforzamento patrimoniale da un miliardo, nei prossimi giorni partirà il road show in vista dell'aumento di capitale da 560 milioni. L'amministratore delegato Paolo Fiorentino, il cfo Andrea Soro e gli advisor finanziari Credit Suisse e Deutsche Bank dovrebbero toccare Londra e New York per raccogliere le prime adesioni tra gli investitori istituzionali.

Un primo giro di incontri era già avvenuto alla fine di settembre, immediatamente prima dell'avvio della conversione, e i feedback erano risultati discreti. Al termine di questa fase dovrebbe essere siglato l'accordo di underwriting che, oltre alle due banche già menzionate, potrebbe venire allargato ad altri istituti (si è parlato di Barclays, Ubs o Mediobanca ). L'allargamento del pool è comunque poco più di un dettaglio e non condizionerà la dinamica dell'operazione che potrebbe essere discussa dal cda della bancanella riunione di lunedì 30.

L'avvio dell'offerta in opzione è prevista a metà novembre, a condizioni che dipenderanno dall'andamento del titolo nelle prossime settimane. Di certo si tratterà di un'operazione a significativo sconto rispetto ai peer: circa 20/25% del tangible book value, un valore oltre al quale non si potrà realisticamente andare. L'effetto diluitivo sarà dunque importante, come accaduto in alcuni degli ultimi aumenti di capitale bancari. Se grandi azionisti come la famiglia Malacalza (socio al 17%) avrebbero già dato la propria disponibilità ad aderire pro quota ed, eventualmente, a rilevare parte dell'inoptato, l'esito dell'offerta sarà comunque legato a variabili di carattere esogeno come l'andamento dei mercati e il sentiment degli investitori verso il sistema bancario italiano.

Le condizioni dell'aumento rendono difficile immaginare l'ingresso di nuovi investitori, anche perché la presenza di forti azionisti scoraggia l'intervento di private equity, ma non è escluso che qualche istituzionale acquisti quote inferiori al 5% magari a seguito della conversione. È chiaro comunque che l'adesione all'aumento rappresenta una scommessa sul nuovo corso di Banca Carige , un istituto che sotto la guida di Fiorentino sembra aver assunto un nuovo passo. Oltre al rilancio industriale, si dice in ambienti finanziari, l'appeal speculativo potrebbe essere alimentato anche da un possibile consolidamento di medio periodo. Il candidato potrebbe essere Bper Banca che, dopo l'integrazione di Carife, potrebbe essere intenzionata a crescere ancora.

red/cce

 

(END) Dow Jones Newswires

October 18, 2017 08:33 ET (12:33 GMT)

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