Mediobanca R&S: segmento Star di nome e di fatto, +150% in 10 anni
26 Ottobre 2017 - 03:15PM
MF Dow Jones (Italiano)
Ogni 100 euro investiti a fine 2006 sul segmento Star,
includendo anche i dividendi nel frattempo staccati dalle aziende
che ne fanno parte, a fine settembre valevano 251 euro, per una
performance complessiva che è pertanto superiore al 150% e che
corrisponde a un rendimento medio annuo lordo dell'8,96%.
E' quanto emerge dalla 71esima edizione di Indici e Dati,
panoramica di Mediobanca R&S sull'andamento di Borsa Italiana
rapportato alle principali piazze finanziarie internazionali.
In sostanza, il segmento Star - circa 70 titoli in tutto, con
capitalizzazione compresa tra 40 mln e 1 mld e flottante di almeno
il 35% per circa un terzo dei titoli scambiati a Palazzo Mezzanotte
- regge il passo delle migliori piazze mondiali sulla lunga
distanza e si colloca alle spalle del solo Nasdaq. Ogni euro
investito nel listino supertecnologico statunitense, a dieci anni
di stanza vale infatti 3,37 euro, per una performance media
annualizzata del 12%, unica a due cifre. Sul medesimo livello dello
Star, rileva l'indagine, si colloca l'Omxc di Copenhagen (100 euro
sono diventati 250,7 euro in dieci anni), seguiti dai listini
asiatici di Taiwan (237 euro; 8,4%), Bombay (225,6 euro; 7,9%),
Hong Kong (223,5; 7,8%) e Shanghai (220,9 euro; 7,7%).
Molto differente è tuttavia l'andamento del suo insieme
dell'intera Borsa Italiana, che finisce addirittura in territorio
negativo. Ogni 100 euro puntati dieci anni fa sull'intero listino
varrebbero oggi 83,6 euro, pari a una performance annua negativa
dell'1,6%.
Scendendo nel dettaglio dei titoli del mercato italiano che
hanno reso di più nel decennio, Mediobanca R&S sottolinea come
tra le prime dieci azioni per performance ben sei facciano parte
del listino Star, oltre a Brembo che ne è uscita per passare al
Ftse/Mib a inizio 2017 dopo un rialzo monstre del 770% in cinque
anni che ha portato la capitalizzazione costantemente oltre il
miliardo. Ad aprire la graduatoria è Ima: ogni euro puntato sulla
società della famiglia Vacchi che è leader mondiale nella
progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo
e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici,
alimentari, tè e caffè, si è rivalutato oggi a 12,67 euro. Sul
podio anche Reply (100 euro sul gruppo guidato da Mario e Tatiana
Rizzante varrebbero oggi 1.238 euro) e la stesas Brembo (1.061
euro). Nella top ten rientrano anche Recordati, De' Longhi, B.Ifis,
La Doria, Cembre, Marr e Basicnet.
La situazione si capovolge guardando però ai dividendi
corrisposti agli azionisti. Secondo le rilevazioni dell'Ufficio
Studi di Piazzetta Cuccia, nell'ultimo decennio in media le società
quotate a piazza Affari hanno staccato cedole che valgono il 4%
annuo degli utili realizzati, percentuale che cala a 2,3% per le
aziende dello Star. I corsi di Borsa, in sostanza, si rivelano più
determinati del dividend yield.
La fotografia di Mediobanca R&S dice infine che solo 40
aziende quotate a palazzo Mezzanotte sono riuscite a restituire
nell'ultimo decennio un rendimento superiore al 4,9% annuo che
avrebbe assicurato un investimento a rischio contenuto nei Btp
italiani. La remunerazione corrisposta da questi ultimi è
considerata un parametro piuttosto affidabile per valutare un
investimento azionario sulla lunga distanza. Dei 40 titoli che
hanno battuto i titoli di Stato a lungo termine, oltre la metà (22)
sono di aziende scambiate sullo Star.
ofb
oscar.bodini@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
October 26, 2017 09:00 ET (13:00 GMT)
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