Ogni 100 euro investiti a fine 2006 sul segmento Star, includendo anche i dividendi nel frattempo staccati dalle aziende che ne fanno parte, a fine settembre valevano 251 euro, per una performance complessiva che è pertanto superiore al 150% e che corrisponde a un rendimento medio annuo lordo dell'8,96%.

E' quanto emerge dalla 71esima edizione di Indici e Dati, panoramica di Mediobanca R&S sull'andamento di Borsa Italiana rapportato alle principali piazze finanziarie internazionali.

In sostanza, il segmento Star - circa 70 titoli in tutto, con capitalizzazione compresa tra 40 mln e 1 mld e flottante di almeno il 35% per circa un terzo dei titoli scambiati a Palazzo Mezzanotte - regge il passo delle migliori piazze mondiali sulla lunga distanza e si colloca alle spalle del solo Nasdaq. Ogni euro investito nel listino supertecnologico statunitense, a dieci anni di stanza vale infatti 3,37 euro, per una performance media annualizzata del 12%, unica a due cifre. Sul medesimo livello dello Star, rileva l'indagine, si colloca l'Omxc di Copenhagen (100 euro sono diventati 250,7 euro in dieci anni), seguiti dai listini asiatici di Taiwan (237 euro; 8,4%), Bombay (225,6 euro; 7,9%), Hong Kong (223,5; 7,8%) e Shanghai (220,9 euro; 7,7%).

Molto differente è tuttavia l'andamento del suo insieme dell'intera Borsa Italiana, che finisce addirittura in territorio negativo. Ogni 100 euro puntati dieci anni fa sull'intero listino varrebbero oggi 83,6 euro, pari a una performance annua negativa dell'1,6%.

Scendendo nel dettaglio dei titoli del mercato italiano che hanno reso di più nel decennio, Mediobanca R&S sottolinea come tra le prime dieci azioni per performance ben sei facciano parte del listino Star, oltre a Brembo che ne è uscita per passare al Ftse/Mib a inizio 2017 dopo un rialzo monstre del 770% in cinque anni che ha portato la capitalizzazione costantemente oltre il miliardo. Ad aprire la graduatoria è Ima: ogni euro puntato sulla società della famiglia Vacchi che è leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè, si è rivalutato oggi a 12,67 euro. Sul podio anche Reply (100 euro sul gruppo guidato da Mario e Tatiana Rizzante varrebbero oggi 1.238 euro) e la stesas Brembo (1.061 euro). Nella top ten rientrano anche Recordati, De' Longhi, B.Ifis, La Doria, Cembre, Marr e Basicnet.

La situazione si capovolge guardando però ai dividendi corrisposti agli azionisti. Secondo le rilevazioni dell'Ufficio Studi di Piazzetta Cuccia, nell'ultimo decennio in media le società quotate a piazza Affari hanno staccato cedole che valgono il 4% annuo degli utili realizzati, percentuale che cala a 2,3% per le aziende dello Star. I corsi di Borsa, in sostanza, si rivelano più determinati del dividend yield.

La fotografia di Mediobanca R&S dice infine che solo 40 aziende quotate a palazzo Mezzanotte sono riuscite a restituire nell'ultimo decennio un rendimento superiore al 4,9% annuo che avrebbe assicurato un investimento a rischio contenuto nei Btp italiani. La remunerazione corrisposta da questi ultimi è considerata un parametro piuttosto affidabile per valutare un investimento azionario sulla lunga distanza. Dei 40 titoli che hanno battuto i titoli di Stato a lungo termine, oltre la metà (22) sono di aziende scambiate sullo Star.

ofb

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October 26, 2017 09:00 ET (13:00 GMT)

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