Nei 9 mesi, al netto delle poste non ricorrenti8 , l'utile del Gruppo allargato si è attestato a 167,3 milioni, sintesi principalmente del risultato di Ubi Stand Alone, pari a 190,1 milioni di euro (-500,8 mln in 9 mesi 2016), e di quello delle 3 Banche Acquisite ((Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti), pari a -22,9 milioni (includendo il riversamento della Ppa per +56,7 milioni).

Includendo le poste non ricorrenti, spiega una nota, i primi 9 mesi del 2017 si sono chiusi per il Gruppo allargato con un utile netto di 702 milioni di euro, che include il risultato di Ubi Banca Stand Alone per 112,6 milioni di euro e quello delle 3 Banche Acquisite per -26,5 milioni (includendo il riversamento della PPA per +56,7 milioni), oltre al "bargain purchase" per 616,2 milioni. Il margine d'interesse si è attestato a 1.147,7 milioni, le commissioni nette si sono attestate a 1.151.2 milioni, di cui 95,1 milioni relativi alle 3 Banche Acquisite, il risultato netto dell'attività di negoziazione e copertura si è attestato a 185 milioni, di cui 177,6 riconducibili a Ubi Stand Alone. Gli oneri operativi hanno totalizzato 1.789,5 milioni, di cui 1.522,4 milioni relativi a Ubi Stand Alone (-2% a/a), le rettifiche di valore nette su crediti sono di 417,7 milioni di euro, determinando un costo del credito annualizzato di 67 punti base. Nel periodo sono stati contabilizzati circa 130 milioni di rettifiche di valore nette per altre attività e passività, essenzialmente legate alla svalutazione dell'investimento nel Fondo Atlante per 89,3 milioni e all'onere sostenuto per l'intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi a favore di CR Cesena, Rimini e S. Miniato, per 32,4 milioni, tutti non ricorrenti. Le imposte del periodo si sono attestate a 112,2 milioni, definendo un tax rate del 45,16% (40,75% normalizzato), e non includono alcun beneficio di iscrizione di Dta sulle perdite pregresse delle 3 Banche Acquisite i cui presupposti per la loro rilevazione si manifesteranno a valle delle incorporazioni societarie. Infine, sono stati registrati nei primi 9 mesi dell'anno oneri legati al Piano Industriale (progetto Banca Unica, progetto integrazione 3 banche acquisite, incentivi all'esodo) per circa 31,2 milioni al netto delle imposte e dei terzi.

Per quanto riguarda il terzo trimestre, i proventi operativi hanno totalizzato 856,3 milioni rispetto ai 941 milioni realizzati nel secondo trimestre. Gli oneri operativi hanno totalizzato 631,3 milioni nel terzo trimestre (636,2 milioni del secondo trimestre) e sono attribuibili per 135,8 milioni alle 3 Banche Acquisite (141,8 milioni nel 2 trim 2017) e per 500,6 milioni (499,7 milioni nel 2 trim 2017) al Gruppo Ubi Banca stand alone. Nel terzo trimestre sono state iscritte rettifiche di valore nette per deterioramento crediti per 135 milioni, in riduzione di 12,8 milioni rispetto al secondo trimestre (147,8 milioni). Alla formazione dell'aggregato hanno contributo un effetto netto positivo ascrivibile alle 3 Banche Acquisite per 31,9 milioni (derivanti per -7,7 milioni dalle rettifiche del periodo e per +39,7 milioni dal riversamento della PPA) e rettifiche di Ubi Stand Alone per 167 milioni. Sono stati contabilizzati oneri per impegni verso il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per 32,4 milioni, mentre nel secondo trimestre dell'anno era stato svalutato l'investimento nel Fondo Atlante per 70,6 milioni, ambedue aventi natura non ricorrente. Infine, il periodo registra, in relazione al progetto Banca Unica e al progetto di integrazione delle 3 Banche Acquisite, oneri non ricorrenti per 11,6 milioni, già al netto di imposte e terzi.

Al 30 settembre 2017, gli impieghi verso la clientela si attestano complessivamente a 93,9 miliardi, risultando in leggera flessione rispetto ai 94,2 miliardi del giugno 2017 e allineati al dato di fine anno 2016. Per quanto riguarda la qualità del credito, a fine settembre lo stock di crediti deteriorati lordi, pari a 14.033 milioni, si è ridotto (-0,8% rispetto a giugno 2017 e -2,4% rispetto a dicembre 2016) e rappresenta il 14% del totale crediti lordi. Il default rate annualizzato per il nuovo Gruppo ammonta all'1,8%, ed è atteso in riduzione nel 2018. Includendo i crediti stralciati, la copertura del totale crediti deteriorati si attesta al 48,6% (era il 44,6% a dicembre 2016 e il 48,8% a giugno 2017). I crediti stralciati ammontano a 2,3 miliardi. I crediti deteriorati netti si attestano a fine settembre 2017 a 8.419 milioni (erano 8.452 milioni a giugno 2017 e 9.258 milioni a dicembre 2016), rappresentando il 9% del totale dei crediti netti. In particolare lo stock di sofferenze nette ammonta a 4.077 milioni (sostanzialmente stabili rispetto a giugno e dicembre 2016). Includendo i crediti stralciati, la copertura delle sofferenze si attesta a settembre 2017 al 58,8% (59,2% a giugno 2017 e 58,6% a dicembre 2016). Analoga dinamica caratterizza la copertura delle sofferenze al netto dei crediti stralciati che raggiunge il 46,1% (46,3% a giugno 2017 e 45,6% a dicembre 2016). La raccolta diretta da clientela ordinaria, pari a 82,6 miliardi (83,6 miliardi a giugno 2017 e 86,3 miliardi a dicembre 2016), la raccolta indiretta raggiunge i 98,8 miliardi dai precedenti 95,8 miliardi a giugno 2017 e 89,8 miliardi a dicembre 2016. L'esposizione del Gruppo verso la Bce a titolo di Tltro2 è salita a 12,5 miliardi di euro, dai 10 miliardi ottenuti a giugno 2016; l'intero importo è riferito a Ubi Stand Alone. Le attività finanziarie del Gruppo hanno una consistenza al mark to market di 17,5 miliardi di euro, di cui 12 miliardi relativi a titoli di stato italiani, sostanzialmente stabili rispetto a giugno 2017. Sempre a fine settembre 2017, il patrimonio netto consolidato del Gruppo Ubi Banca, incluso il risultato di periodo, si attesta a 9.957 milioni di euro. In termini di indici patrimoniali, a fine settembre 2017 il CET1 ratio fully loaded è pari all'11,54% (11,32% a giugno 2017); il Cet1 ratio phased in si attesta all'11,65% (11,42% a giugno 2017); il miglioramento è essenzialmente dovuto al recupero di eleggibilità delle garanzie su esposizioni garantite da immobili retail con effetto positivo sulla ponderazione delle stesse, alla riduzione della rischiosità del portafoglio crediti di gruppo e alla riduzione di investimenti partecipativi e titoli di debito. Sempre a fine settembre 2017, il Total Capital Ratio risulta pari, in termini fully loaded, al 14,2%, e in termini phased in al 14,32% (era rispettivamente il 13,94% e il 14,06% a fine giugno 2017). Infine, il Leverage ratio ammonta al 5,82% phased in e al 5,77% fully loaded (rispettivamente 5,66% e 5,61% al 30 giugno 2017).

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November 10, 2017 03:02 ET (08:02 GMT)

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