In seguito a un incontro avvenuto in Cina con i vertici di Xinhua Agency - il gruppo multimediale più grande del Paese, direttamente posseduto dallo Stato - "è nato un accordo operativo che ha portato alla creazione di una grande piattaforma di informazione, advisory ed educational per Belt and Road".

È quanto ha dichiarato Paolo Panerai, vice Presidente e a.d. di Class E. (che assieme a DowJones & Co. controlla quest'agenzia), nel corso della dodicesima edizione dei Cina Awards 2017, charity dinner organizzata da MF/Milano Finanza e Fondazione Italia Cina.

"L'accordo è stato firmato a Francoforte venerdì scorso: sarà una piattaforma per scegliere contributi d'informazione da tutto il mondo", ha aggiunto l'editore di Class. In questo contesto, "è già operativa una banca dati importantissima che consente di consultare in via diretta oltre un milione di società cinesi, delle quali è possibile ottenere bilanci e informazioni chiave. Un insieme di dati e informazioni utili - proprio come avviene per le società italiane nel resto del mondo - a disposizione di quanti vorranno approfittare di quello che sarà il più importante avvenimento economico dei prossimi trent'anni, perché la proiezione di Belt and Road è al 2050".

A titolo d'esempio, Panerai ha citato il settore delle infrastrutture. "Sapete benissimo qual è l'importanza delle infrastrutture per i cinesi, parliamo di trilioni di dollari d'investimenti pianificati". Per essere della partita, l'Italia continua a tessere relazioni diplomatiche: nel 2017 - è stato ricordato - sono avvenute "a marzo, la visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e poi a maggio quella del Primo Ministro Paolo Gentiloni che è stato invitato da Xi Jinping".

"La storia la Cina non la dimentica e sa benissimo che la Via della Seta una volta arrivava in Italia: questa volta non sarà così. perché i cinesi hanno comprato il porto del Pireo e per fortuna le Ferrovie Italiane hanno acquistato quelle greche, quindi in un certo modo l'Italia riuscirà comunque a trarne beneficio", ha aggiunto Panerai, ricordando anche come la Cina abbia "investito sei miliardi in Serbia per costruire una ferrovia che arriverà fino a Budapest". In questo contesto, l'Italia deve ancora "decidere quale porto dell'Adriatico indicare come riferimento, con Trieste che ha il vantaggio di avere una free zone, ma che ha il problema di non possedere un retroporto. Venezia ha invece i problemi che conosciamo. In un certo senso, l'approdo portuale più favorevole sarebbe Ravenna che ha larghi spazi, ma ha un problema di allacciamenti con autostrada e ferrovia".

ofb

 

(END) Dow Jones Newswires

December 05, 2017 02:06 ET (07:06 GMT)

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